Capitolo quattordici

Start from the beginning
                                    

«Reverendo Gordon!»

«Ciao Ellie.»

«Prego, entra pure.»

Il pastore entrò e con estenuante lentezza si sedette su una sedia della cucina. Con i suoi occhiali minuti studiava gli angoli della casa e i suoi oggetti, come se li vedesse per la prima volta. Ellie era lì, ferma davanti alla porta, e lo fissava, senza pronunciare sillaba. Infine per non rimanere senza parola disse: «Ti preparo una tazza di caffè?»

Gordon fece cenno con il capo per acconsentire e proseguì:

«Come vanno i preparativi per la partenza?»

«Oh benissimo! Ormai è quasi tutto pronto. Stavamo finendo di sistemare le ultime cose.» Diceva ciò con fare sfuggevole. In cuor suo Ellie si era già pentita di aver rivelato al pastore la loro decisione, anche se sapeva che non ci sarebbe dovuta essere persona migliore di lui a cui confidare una simile scelta, sia per il ruolo di guida che ricopriva all'interno della comunità, sia per come si era speso per lei quando era bambina. Eppure sapeva di stare correndo un rischio, e non aveva detto nulla a suo marito. Non glielo avrebbe mai detto.

Dal canto suo il pastore dimostrò fin da subito una pacatezza rassicurante. Una capacità che anni ed anni di educazione religiosa avevano impresso nei suoi geni. Il vero potere di un uomo non sta nel possedere una grande capacità ma nel saperla esercitare nel migliore dei modi. Questo Ellie lo aveva capito. Si ricordava bene di quando suo padre morì e il senso di disperazione che la avvolgeva in quei giorni. Si ricordava le notti insonni, il lugubre odore dei gigli ed il via vai di gente che entrava ed usciva da quella casa. Ma soprattutto le ritornava in mente la veste nera del pastore Gordon a cui lei si aggrappava, nascondendo il volto tra le pieghe dell'abito, mentre nella stanza accanto il morto giaceva nel suo letto. L'uomo si era chinato a lei e l'aveva avvolta con il suo abbraccio. Un abbraccio che era sembrato eterno. Parole bisbigliate all'orecchio, che il tempo aveva sfumato come un eco. Ed era stato qualcosa di insolito per quella bambina, che mai prima di allora aveva visto il pastore esternare una simile umanità. Tutt'al più un "ben fatto" o un "non male", accompagnato da una leggera pacca sulla spalla. E tanto, tanto rigore.

Sì, alcuni eventi, piacevoli o non, rivelano tratti di una persona altrimenti sconosciuti, che la vita di tutti i giorni non è in grado di mostrare. Nei giorni seguenti il pastore aveva continuato a prendersi cura della piccola Ellie e di sua madre. Fu allora che la giovane ragazza abbracciò pienamente la fede. Ed ora di nuovo in una situazione di stallo, in cui avrebbe avuto voglia di rifugiarsi ancora tra le pieghe dell'abito di quel vecchio uomo. Ma si limitò a porgergli una tazza di caffè fumante. Le sue rughe non erano cambiate, pensò guardandolo. Solo la sua espressione era diventata un po' più dura nel tempo. I solchi scavati nella pelle sembravano letti di fiume ormai asciutti nel mezzo del deserto.

Poi la stanza in cui si trovavano riprese forma e sostanza ed Ellie si ricordò di colpo ciò che ben presto si sarebbe apprestata a fare.

«Certo, non è facile ma è necessario», disse, per convincere più se stessa che il pastore.

«Alcuni mali lo sono», aggiunse Gordon guardando il nero del caffè sotto ai suoi occhi. «Tornerete mai un giorno?»

«Chi lo sa?». Rimase in silenzio per alcuni secondi, anch'essa con lo sguardo basso. «Io lo spero fortemente, anche se sarà difficile una cosa del genere. Sappiamo fin troppo bene cosa succede a chi parla a un forestiero di ciò che accade a Silver Lake. Ma Henry non è una persona cattiva, devi credermi! è solo che...questa storia del nasconderci dal resto del mondo per proteggerci, lui non l'ha mai capita. E se devo essere sincera neanche io.»

«Certe cose possono sembrare dolorose al presente, lo dice anche San Paolo. Ma si rivelano poi per nostro beneficio. Il mondo là fuori è un diamante che luccica, ma pieno di orrore, avidità ed odio. è un mostro insaziabile di denaro. Abbiamo provato a coltivare la Celestia in altri ambienti, lontano da occhi indiscreti, senza alcun risultato. Purtroppo l'effetto terapeutico svaniva nel giro di pochi giorni. Ma se si venisse a sapere che una simile pianta cresce nei nostri boschi, sai meglio di me cosa accadrebbe. La nostra pace verrebbe distrutta, ridotta in frantumi. Le nostre terre lottizzate, le nostre famiglie smembrate dal capitalismo. In poco tempo ci ritroveremmo addosso militari, politici, case farmaceutiche ed affaristi senza scrupoli. Il virus che contamina questa società ormai degradata entrerebbe nelle nostre case.» Si fermò di colpo, come se avesse esaurito le parole a disposizione. Poi fece un lento e pesante sospiro. «Io non posso costringerti a restare qui, bambina mia. Ma credimi, nessuno desidera il vostro male. Vogliamo solo che tutto continui ad essere in pace com'è.»

Al di là della nebbiaWhere stories live. Discover now