Capitolo uno

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Vincent Price si era addormentato di colpo, mentre il lettore musicale continuava a cantare. I voli aerei gli avevano sempre fatto quell'effetto. Immerso in chissà quale sogno, cullato dal movimento del velivolo e dalla voce di Johnny Cash diffusa dagli auricolari, aveva l'espressione beata di un bambino, senza problemi. Chissà cosa stava sognando. Magari era uno di quei sogni che da svegli lasciano un inspiegabile senso di benessere. E Vincent ne avrebbe avuto proprio bisogno, come una terra arida che ha bisogno del suo rovescio di pioggia.

Una goccia cadde dentro di lui e gli bagnò la mente. Poi ne cadde un'altra, e un'altra ancora. Così la sua mente riprese a respirare. Vincent stava bene. Forse anche perché la sua vita pareva aver preso finalmente la giusta piega. Un matrimonio felice, e ora anche il lavoro gli aveva concesso un po' di tregua. Infatti non erano stati mesi facili quelli passati: straordinari non pagati, notti in bianco, cerotti alla nicotina consumati uno dopo l'altro. Aveva più borse sotto gli occhi lui che un negozio di Louis Vuitton. Per di più sua moglie, con cui era sposato da circa sei mesi, lo incolpava di essere sempre assente e di non capire i suoi bisogni. Fortunatamente la burrasca sembrava essersi placata ed era incominciato un periodo di bonaccia.

Poi una notizia inaspettata: James Cooper era morto.

Per anni aveva fatto brancolare nel buio la polizia con i suoi efferati delitti. Ogni volta che credeva di averlo incastrato, l'FBI si ritrovava con un pugno di mosche. James Cooper era sempre un passo avanti a loro. Era soprannominato il Chirurgo per il suo particolare modus operandi: tutte le sue vittime venivano ritrovate con la bocca cucita. Qualche tempo prima l'FBI era riuscita a ricostruire il suo identikit grazie a dei testimoni e lo aveva diffuso in tutti i notiziari nazionali. Alcuni affermavano di aver visto un vecchio pick-up azzurro della Ford dei primi anni'80 nei pressi della scena del crimine, in almeno tre occasioni.

Poi a distanza di alcune settimane arrivò la notizia che un uomo corrispondente in tutto e per tutto alla descrizione del killer era stato trovato morto in una piccola città chiamata Silver Lake, situata nel Montana occidentale. La segnalazione era arrivata dal gestore di un locale, in cui si sarebbe svolto l'omicidio.

Vincent venne svegliato dal ruggito dell'aereo che si apprestava ad atterrare sulla pista del piccolo aeroporto di Libby. Sentì le budella rimescolarsi, come un sacco pieno di vestiti sul sedile posteriore di un auto in derapata. Dal suo borsello estrasse una pillola per il mal d'aria, la terza da quando era partito. Scese dall'aereo con una faccia cadaverica. Ad accoglierlo c'erano lo sceriffo e il vicesceriffo di Silver Lake, che agitava per aria un cartellone con su scritto "Vincent Price da New York", cosa alquanto inutile, dato che non c'era anima viva in quell'aeroporto perso tra le montagne, oltre a loro tre. I due videro venirgli incontro un uomo con un trolley vestito in jeans, camicia sgualcita e una pesante giacca di pelle; capelli neri leggermente mossi, barba incolta di tre giorni. La prima cosa che pensarono fu "e questo da quale poliziesco anni '70 è uscito fuori?"

«Salve signor Vincent, io sono lo sceriffo Thomas Baker e questo è il vicesceriffo Sophia Flores.»

«Piacere, detective Vincent Price, FBI. Non mi avevano avvisato del vostro arrivo. Avevo intenzione di acquistare un biglietto del treno e partire verso l'ignoto, ma mi avete risparmiato la fatica. Grazie mille.»

«Se avesse preso il treno avrebbe poi dovuto continuare con l'autostop. La stazione più vicina si trova a sette miglia da Silver Lake, in un paese limitrofo», disse lo sceriffo. «Prego per di qua.»

Thomas Baker era un cinquantenne sovrappeso con dei bei baffi grigi che gli conferivano un' immagine autoritaria ma non eccessivamente importante. Sophia Flores invece era una giovane donna sui trent'anni, capelli rossi raccolti in una ciocca, l'aria di chi aspirava a qualcosa di meglio che fare il vicesceriffo in una località tranquilla e monotona come Silver Lake.

Al di là della nebbiaWhere stories live. Discover now