Capitolo dieci

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Richard Levis era seriamente determinato a battere il suo record di solitario al computer quando qualcuno bussò al suo ufficio. Borbottò tra sé per essere stato disturbato in un momento così cruciale.

«Avanti.»

«Buongiorno, signor sindaco.»

«Ah, detective Price! Prego, si accomodi pure.»

«L'ho disturbata?»

«Nient'affatto. Stavo sbrigando alcune faccende di natura comunale ma non si preoccupi. Mi dica tutto.»

«Ecco, mi servirebbero le generalità di alcuni suoi concittadini, i cui nomi sono scritti in questa lista», disse mostrando un foglio di carta sudicio con una macchia di sugo.

Il sindaco mostrò un'espressione di stupore nei suoi lineamenti.

«Davvero? Come mai?»

«Ho ragione di supporre che James Cooper avesse delle vecchie conoscenze qui.»

Il sindaco proruppe in una fastidiosa risata.

«Credo che lei stia prendendo un abbaglio, detective. Non so perché Cooper si trovasse a Silver Lake ma non vi aveva mai messo piede prima d'ora, glielo assicuro.»

Vincent non gli credette nemmeno per un istante. Cooper aveva dato prova di conoscere sia lo sceriffo Baker che il vecchio Jacob e dalla conversazione avuta con lui emergeva un quadro piuttosto interessante.

«Comunque, se è questo che vuole glielo fornirò», proseguì Levis, prendendo in mano la lista. «Però dovrà aspettare un po', sa non è una richiesta di tutti i giorni.»

«Me ne rendo conto e sono pronto ad attendere», rispose Vin e la sua attenzione fu catturata da una foto che ritraeva Levis in tenuta da uniforme nordista dei tempi della Guerra di Secessione.

«Le piace la storia, vedo.»

«Sì, abbastanza», rispose Levis senza capire dove il detective volesse andare a parare.

«Le sta bene l'uniforme. Anche a me piacciono le rievocazioni storiche, anche se non vi ho mai partecipato.»

«Oh», esclamò Richard dopo aver capito a cosa alludesse. «Quella foto me l'hanno fatta tanti anni fa quando ancora seguivo questo genere di cose.»

«Ognuno di noi ha uno scheletro nell'armadio. Complimenti al fotografo comunque, sembra autentica.»

«Ha mai assistito alla ricostruzione di una battaglia tra nordisti e confederati?» chiese Richard.

«Una volta, quando ero piccolo. Non mi ricordo quasi niente.»

«A volte ci sono delle inesattezze storiche ma a grandi linee sono abbastanza fedeli.»

«Io abito a New York, non capita spesso di vederne una. Ma se mai mi ci dovessi imbattere, penserò a lei. Ora la lascio, le ho rubato anche troppo tempo. Aspetterò qua fuori.»

I due si strinsero la mano, dopodiché Vincent uscì chiudendo la porta. Ora Levis poteva finalmente tornare al suo meticoloso lavoro.

 Seduto davanti il tavolino della sua camera d'albergo, Vincent si trovava ora a fissare un foglio con su scritti i nomi di tutti gli omicidi legati al "caso Cooper": un intricato schema di linee e insiemi, sulla base delle informazioni inviate da Barry sul cellulare e dei dati ricevuti dall'ufficio del sindaco, su cui preferiva però non fare troppo affidamento. Tutte quelle persone sembravano spuntare fuori dal nulla e ora il killer, o presunto tale, era stato trovato qui a Silver Lake, una cittadina che sembrava anch'essa emergere dal nulla.

Al di là della nebbiaWhere stories live. Discover now