Capitolo terzo: i demoni del vicinato.

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<<Che significa?>> riuscii a chiedere, schiarendomi la gola. Zeke si avvicinò a me e questa volta non indietreggiai. Mi posò entrambe le mani sulle spalle e mi guardò con compassione, come se non ci fosse più nulla da fare. Ma doveva pur esserci qualcosa.

<<Significa che la sua anima è con lei.>> mi spiegò, nonostante non fu una sintesi così illuminante come avevo sperato. Okay, la sua anima era con questa Abaddon, e allora? La mia amica che fine aveva fatto? Era sempre la stessa o cosa? Mi stava scoppiando la testa. Stavo per chiedere maggiori spiegazioni quando Jensen si intromise nella discussione, mettendosi tra me e Ezechiele, e chiedendo dove fosse adesso il cavaliere infernale. Zeke fece spallucce, ipotizzando che forse era tornata nel mondo reale. Aggrottai le sopracciglia: se quello in cui vivevo io non era il mondo reale, allora che cos'era? E che cos'ero io? Quello era di certo il sogno più brutto che avessi mai fatto in vita mia. Dato che non riuscivo a svegliarmi, decisi ancora una volta di dare corda a Jensen e a questo nuovo Ezechiele, incrociando le braccia e schiarendomi la gola. Cercai di mostrarmi calma e tranquilla, ma nonostante sapessi che niente di tutto ciò fosse reale, avevo comunque un po' di paura:

<<Andiamo a prenderla.>> proposi con noncuranza, senza riuscire a guardarli negli occhi. Speravo che mi avrebbero riso in faccia e che mi avrebbero detto che era impossibile riprendere l'anima di una persona, ma ovviamente non andò come speravo. Ezechiele non ebbe nessuna reazione in particolare, anzi: sembrava non provare alcuna emozione. Jensen invece mi guardò con tanto d'occhi, sentenziando poi che non sarei andata da nessuna parte. Ah, adesso si mette anche a dare ordini. Mi superò con poche falcate e si avviò verso la porta, facendo poi cenno ad Ezechiele di seguirlo. Prima ancora che potesse muoversi lo bloccai, stringendo i pugni. Avevo finalmente ciò che avevo desiderato da quando Jared e Jensen erano entrati in casa mia spacciandosi per poliziotti: se ne stavano andando. Per tutto il tempo in cui ero stata insieme a loro avevano parlato in modo enigmatico, mi avevano rivolto strane domande ed avevano anche alzato la voce. Insomma, non erano stati gli ospiti più cordiali e premurosi che avessi avuto... però Rebecca non rispondeva al telefono e se era vero quello che Ezechiele aveva detto, allora dovevo accertarmi che stesse bene.

E poi, quello era solo un sogno: avrei potuto fare quello che mi volevo senza che mi fosse accaduto nulla. E, se mi fosse successo qualcosa, mi sarei semplicemente svegliata nel mio letto, quindi perché no? Così, prima che Jensen potesse chiudere la porta dietro di sé sgusciai fuori, ritrovandomi quindi in mezzo alla strada, a mezzanotte e mezza circa, in pigiama, con gli occhi cerchiati di nero, i capelli biondi per aria, ed in compagnia di due sconosciuti. O di tre, non lo sapevo neanche io ormai.

<<Oh mio Dio.>> borbottò Jensen, facendo roteare gli occhi al cielo <<Tornatene a casa.>> mi ordinò, indicando con fare furioso la porta ormai chiusa. Ezechiele si mostrò più gentile... credo:

<<Non possiamo proteggerti.>> mi informò, sempre osservandomi con quegli occhi tristi. Come se glielo avessi mai chiesto! pensai, incredula. Prima ancora che potessi rispondergli per le rime, si rivolse all'attore <<Non posso restare tanto a lungo. Se voglio riportarvi a casa, devo recuperare le energie.>> Jensen annuì distrattamente, allontanandosi dalla mia casa e mettendosi al centro della strada. Proprio come quando Ezechiele aveva fatto la sua comparsa, una strana sensazione mi avvolse, ed improvvisamente sentii un fastidioso fischio nelle orecchie. La schiena di Jared ebbe uno spasmo, i suoi occhi si fecero per un secondo blu, e poi tornò tutto come prima. Jared sgranò gli occhi ed indietreggiò in fretta, andando a sbattere contro la porta. Guardò prima il collega, poi me, sempre più confuso:

<<Che è successo?>> chiese a nessuno in particolare, continuando a guardarsi intorno <<Che cosa...?>>

<<Demoni.>> sintetizzò Jensen con noncuranza, lanciandomi poi un'occhiataccia. Lo osservai aggrottando le sopracciglia, ed in risposta lui sbuffò. Okay, era strano... non più di quanto fosse successo in quell'ultima mezz'ora, comunque. Perché Jensen non voleva che Jared sapesse che un qualcosa si era impossessato di lui per qualche minuto? E dov'era andato Zeke? Ma a te che ti importa? mi dissi poi, scuotendo leggermente il capo. L'unica cosa che dovevo fare era assicurarmi che Rebecca stesse bene, e poi mi sarei pure potuta svegliare. Niente di più facile.

This must be fake mine! [SOSPESA]Where stories live. Discover now