Capitolo 19

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Com' è difficile scappare dal passato, si fa di tutto per toglierselto di dosso ma lui è lì, in agguato, pronto a trascinarti nell' abisso con lui.
Quel locale . . . Dio mio quanto mi fa tornare alla mente la semplice vista di quel locale. È qui che tutto è cominciato, ed è qui che tutto finirà.
Aspetto minuti, forse ore, e poi sale in auto.
Ora o mai più
Prendo la pistola vicino a me e tenendola stretta tra le mani avanzo verso il suv, buttando una granata assordante.
- Dov' è Doyle, voglio solo Doyle.
- Propio qui amore
Non ho il tempo di girarmi che qualcosa di duro colpisce il giubbotto, un proiettile, e poi un altro, che mi fanno cadere stesa a terra, senza più fiato. Si avvicina a me per vedere la gravità del danno inflittomi notando il giubbotto.
Quello che avviene dopo non mi è chiaro, ricordo solo un colpo alla testa e poi mi risveglio legata ad una sedia in una stanza senza alcun mobile,solo un apparecchio abbastanza grande. Cerco di slegarmi ma rischio solo di ribaltarmi.
- Pensavi davvero non sapessi della tua piccola imboscata. Ero stato chiaro, nessun altro doveva sapere di questa storia.
Mi piazza un monitor davanti che corrisponde alla telecamera di un mirino puntato verso la fronte di Fahey che sta parlando con Rossi e Seaver.
- Lascia stare la mia squadra, loro non centrano nulla
- Allora perchè stanno indagando
- Io non ne ho idea, non ho lasciato indizi.
Stanno indagando, conoscono il mio passato
- Allora ? Chi devo colpire ?
Quest' ultima voce viene dal monitor ed è più fredda, controllata e quasi inriconoscibile,
probabilmente di un sicario.
- Prima quello con la giacca, poi la ragazza e anche lui se hai ancora colpi.
- Spara a Fahey, se muore la mia squadra non saprai nulla.
- Bentornata Lauren.
Quello che succede dopo mi scivola via, riesco a rimanere lucida finchè non mi incide quel maledetto quadrifoglio sul petto, il dolore però è troppo lancinante e perdo i sensi più di una volta.
- È lì dov' è morto lui, ed è qui che morirai anche tu.
Rivedo quella stanza che speravo vivamente di non incrociare più e il mio pensiero va a Declan. Lui non saprà mai dov' è, ma deve sapre che non l'ho ucciso.
- Vuoi sapere le ultime parole che mi ha detto ?
Mi colpisce, buttandimi contro la parete causandomi fittein diversi punti, ma continuo.
- Sono stato bravo a fare il bambino porto ? Prima che salisse su di un aereo per sparire da qualche parte.
Secondo colpo, alle costole, ma stavolta reagisce, rispondendomi e dandomi l' occasione di alzarmi.
- Allora è vivo ?!
- Solo perché gli ho puntato contro una pistola non vuol dire che gli ho sparato.
Terzo colpo, che però non va a buon fine e riesco a bloccarlo, mettendogli le braccia al collo.
- All' inferno, oggi, ci vai da solo
Sento pian piano la sua vita scivolarmi via e non mollo la presa, al contrario, la rinforzo, questa è la mia rivincita.
Le luci si spengono di colpo e sento i passi della swat. Mi distraggo e finisco a terra, ma non sono più l' agente inesperta di anni fa, prendo un' asse di legno e lo colpisco.
Una volta, due volte, sono così concentrata sul ferirlo da non rendermi conto del pezzo che si stacca e atterra poco distante da lui.
Sento un colpo forte allo sterno e resto immobile sul pavimento vedendo solo buio per alcuni secondi.
- Emily, dov' è, dimmi dov' è
Resto in silenzio, sto per morire, è vero, ma almeno Declan è al sicuro, lontano da lui.
Corre via prima dell' arrivo degli agenti e vedo solo alcune ombre sfocate, ma distinguo in modo limpido l' agente chinato su di me.
- Emily, ti prego non lasciarmi. Resta con me
Non sento nemmeno la voce che esce dalla mia bocca, le sento come un lontano sussurro ma cerco di urlare quanto più possibile in modo che mi senta.
Mimo qualcosa con le labbra prima di tornare nell' uscuritá più totale e vedere tutto nero.

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