Capitolo 10

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- Emily, ti presento l' agente Blye e l' agente Deeks, dell' Ncis, il caso sarà ufficialmente sotto la loro giuristizione ma continueranno ad occuparsene Bones e Rosewood.
Continuiamo a fissarci, entrambe sappiamo cose in più, cose che non possono essere rivelate, cose che sappiamo solo noi, paure, sogni, momenti, condivisi insieme in quell' anno sotto copertura, cose che solo noi possiamo capire e che ci eravamo giurate di portare nella tomba, ma ora lui è qui, e mi sta cercando.
- Bene, se avete novità vi chiedo di informarmi per favore.
È Kensi a rispondermi facendo un cenno positivo e poi insieme a Booth si diriggono verso il jeffersonian.
- Stasera a cena,ti amo ~ Booth -
Leggo il messaggio ma non rispondo, lo lascio semplicemente smettere di suonare e mi appoggio alla scrivania.
- Devi parlargliene, ci vai a letto, ha diritto di sapere.
- Non posso dirglielo, non dovresti saperlo nemmeno tu.
- L' hai detto a me, quindi dovresti dirlo anche a lui
- di te mi fido
- Come conosci Kensi ?
- Come scusa ?
- Ho visto come vi siete guardate, si vede che già vi conoscevate, e se ti fidi puoi raccontarmelo.
- No, non posso, non metterei in pericolo solo la sua vita, anche la tua e del suo collega. Troppe vite in gioco.
Poggia la mano sulla mia e mi guarda per convincermi a fidarmi.
- Lei era una delle agenti dell' interpool che ha aiutato a catturare Doyle, anche lei conosceva Anderson, lavoravamo a stretto contatto insieme ad altri 3 membri.
- E loro ? Sono al sicuro ?
- Al sicuro è un esagerazione, nessuno lo è.
Il telefono suona di nuovo e sto per spegnerlo, sicura sia Booth, ma quando lo prendo vedo un numero sconosciuto, apro il messaggio e sento il terreno mancarmi sotto i piedi.
~ +015897761492 : Ci vediamo presto ~
- Emily ? Emily ? Tutto bene ?
Sbatto più volte le palpebre prima di rendermi conto di quanto appena successo.
- No, cioè si, ho solo bisogno di restare da sola.
Senza dare ulteriori spiegazioni prendo la giacca e mi diriggo velocemente verso l' ascensore
- Prentiss, stai bene ?
Lancio una rapida occhiata al mio interlecutore e riprendo la camminata verso l' ascensore.
- Si Reid, è tutto okay.
Quindo per circa 10 minuti e finalmente arrivo all' ex punto di raccolta emergenze, dove ora c' è un parco che molti agenti usano per non essere intercettati.
Prendo un caffè e mi siedo in uno dei tanti tavoli liberi e mi perdo, per non so quanto tempo, in quel silenzio divino. Guardo l' ora e sono circa le ventitrè e attorno a me sono rimaste due, tre persone al massimo. Tiro un sospiro e faccio per alzarmi quando sento una mano sulla spalla che mi costringe a risedermi. Prendo istintivamente la pistola e la metto sotto il tavolo puntandola sull' uomo che si sta per sedere. Quando lo vedo in faccia stento a credere sia lui e sento la gola improvvisamente secca e la testa che mi scoppia.
- Ciao Lauren

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