Solo

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Sembrava tutto tranquillo, ma appena osservò il divano al centro della sala, un fascio di immagini vorticarono nella sua mente. Tutti i ricordi che aveva passato con la sua famiglia tornarono in un lampo, e ne rimase shockato, con gli occhi sgranati boccheggiò. Cosa aveva fatto? Si portò una mano alla bocca, dove iniziò ad avvertire un senso di nausea. La bocca asciutta, vogliosa di sputare qualcosa di indefinito dentro di sé, che risiedeva nella sua mente. Karai, però se ne accorse in tempo e con uno strano aggeggio al polso lo costrinse a fermarsi.
-Zitto, e muoviti.- ordinò seccamente, sguainando la spada e avvicinandosi furtiva al dojo, seguita da un'inconscio Raph che sfoderò i suoi Sai, pronto a lottare, nonostante si sentisse vuoto, poté avvertire quella straziante sensazione di aver sbagliato tutto. Ora capiva; era solo.

Camminò furtivo, cercando di trovare al più presto la cella di suo fratello. I suoi passi si fecero sempre più veloci, non ne sapeva il motivo ma avvertiva un senso di allarme nella testa. E temeva di essere finito in una trappola. Giunse davanti ad una porta socchiusa, e appena la aprì ne rimase completamente basito. Sembrava ci fosse stata una guerra lì dentro, c'era sangue dovunque, e sperava vivamente che non avesse trovato la cella di Raph. Ma se fosse stato così, ora, lui dove si trovava?
-Bene, bene.. il caro Leonardo è venuto a morire.- una voce echeggiò tra i corridoi, e si voltò di scatto, osservando Shredder venirgli incontro con passo veloce, finché non divenne una vera e propria corsa. Si avventò su di lui, colpendolo con un pugno allo stomaco, facendolo finire dentro la cella. -Vediamo quanto duri..- commentò sarcastico, pigiando dei tasti su dei comandi, accanto alla porta che azionò il riscaldamento all'interno della stanza. Sì allontanò, ridendo cupo, già pregustando il sapore della vittoria.
Leo sgranò gli occhi, osservando le quattro pareti, dove con uno scatto, alcuni mattoni si tolsero, lasciando uscire folate di aria calda. In poco tempo l'aria si fece viziata e accaldata come dentro ad un forno. Si passò il braccio sulla fronte, togliendosi il sudore, e provò ad aprire la porta, facendo forza sulla maniglia, o dandole a spallate, ma tutto fu vano. Ringhiò, osservandosi intorno smarrito, ed il suo sguardo si fermò sulla piccola finestra che si era sigillata appena Shredder aveva avviato quel meccanismo. Il suo sguardo si assottigliò, e fece per prendere le sue katane, ma rimase basito constatando che non ci fossero più. Boccheggiò, capendo che con quel colpo non era solo finito in trappola, ma era anche disarmato. Le sue katane erano scivolate via dall'attraccatura quando era stato colpito. Ed ora cosa avrebbe potuto fare? Sì chiese, mentre il caldo si faceva sempre più afoso togliendogli il respiro. Sentiva la gola secca e la bocca impastata, mentre scivolò a terra, con il guscio appoggiato alla porta. Non voleva morire, sopratutto non in quel modo. Avrebbe tanto voluto rivedere i suoi fratelli, almeno un'ultima volta. E, mentre socchiuse gli occhi ed il respiro si fece meno, le immagini della sua famiglia gli passarono dinanzi; piano, senza fretta. Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso, prima di chiudere gli occhi.

Aprì gli occhi di scatto, annaspando, alla disperata ricerca di aria. Non voleva morire, ma non poteva negare il fatto che avesse i minuti contati. Si agitò quando capì che non riuscisse a muoversi, e lui voleva andare a casa, non voleva stare solo, al buio. Piagnucolò, il dolore all'addome si era fatto più opprimente, e vedere il sangue scivolare via dal suo corpo, finendo sul cemento freddo non alleviava in alcun modo le sue sofferenze. Aveva così paura. Non poteva dimenticarsi in che modo, Raph lo avesse guardato. Si lasciò andare in un pianto a dirotto, voluto dal dolore e dal rammarico di non aver potuto salvare il suo eroe. Singhiozzò sconsolato, osservando le stelle per un'ultima volta. Non avrebbe più rivisto la sua famiglia, e non gli era nemmeno stato concesso di dirgli addio.

Red MenaceWhere stories live. Discover now