Tutto a suo tempo.

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Saltò, atterrando su un tetto di un palazzo più alto. Si avvicinò al cornicione iniziando a perlustrare la zona, ma poi sbarrò gli occhi nel vedere una sagoma, distesa supina su un tetto vicino. Con uno scatto si tuffò nel vuoto, per poi saltare da un tetto all'altro con l'affanno ed il cuore in gola, diretto in quella direzione, con una terribile angoscia che gli opprimeva il petto. Possibile che fosse..?
Atterrò sul cemento, studiando quella figura con trepidazione. Appena si accorse di due, piccoli lacci arancioni che sventolavano piano nel vento, si sentì male. Lo raggiunse di corsa, scuotendolo piano; e, appena Mikey socchiuse un occhio, sospirò più sollevato, alla consapevolezza che fosse vivo e che stesse bene.
-Cos'è successo?- osò chiedere, preoccupato, mentre lo aiutava ad alzarsi. Lo vide singhiozzare, per poi buttarsi su di lui, in cerca di un abbraccio che non gli fu negato.
-H.. Ho provato a convincere Raph, ma.. Se ne è andato.- balbettò, nascondendo il volto nell'incavo del collo del maggiore, che rimase shockato a quella rivelazione -Non tornerà più.- singhiozzò, stringendosi di più tra le sue braccia, in cerca di rassicurazioni
-Ora ti porto a casa.- affermò cupo, prendendolo di peso, mentre, con un saltò si fiondo nel vicolo sottostante, per poi entrare nelle fogne, chiudendo, poi il coperchio.

Si osservò attorno, speranzoso. Ma poi abbassò le spalle, sospirando e chinando il capo verso l'autostrada, dove osservò le macchine sfrecciare da una parte all'altra. Decise di sedersi, troppo esausto, mentre si portò una mano alla tempia. Era così in ansia, e si chiedeva solo dove fosse. Leo gli aveva mandato un messaggio sul T-phone, dicendo di aver trovato Mikey, ma non Raph. Che se ne fosse andato davvero, stavolta? 
Scuoté il capo, scacciando dalla sua mente quello sgradito pensiero, decidendo, saggiamente di tornare a cercare il fratello. Sussultò, avvertendo un bip. Gettò uno sguardo al suo rivelatore che segnalava un punto preciso della città, poco distante da dove si trovasse ora. Sorrise, era riuscito a localizzare il telefono del rosso. E non era nemmeno tanto distante dal punto in cui, Leo aveva trovato il più piccolo.

Si svegliò di soprassalto, osservandosi attorno smarrito. Era in una cella, legato ad una sedia di legno, mentre un fascio di luce gli arrivava alle spalle. Girò lo sguardo, osservando la luna attraverso le sbarre di quella piccola finestra, ma un cigolio lo costrinse a voltarsi, e ringhiò minaccioso quando vide la persona che era appena entrata, iniziando a dimenarsi. Doveva liberarsi.
-Dubito che ci riuscirai. Sono pur sempre catene di metallo, quelle che ti legano.- sogghignò cupo, mentre si avvicinava, per poi girargli attorno, studiandolo
-Cosa vuoi da me?- sbottò il focoso, osservando truce, il nemico
-Niente.. Solo che tu dia una lezione ai tuoi fratelli.. Ma soprattutto a tuo padre.- rispose, facendo il vago, Shredder. Si fermo dietro di lui, sorreggendo le mani sullo schienale, attendendo una risposta che non tardò ad arrivare
-Scordatelo!- urlò furioso. Come poteva far del male ai suoi fratelli, quando era fuggito da loro per l'esatto contrario? Certo che la sorte amava prenderlo per i fondeli. Nell'esatto momento che gli aveva lasciati, ecco che Shredder lo catturava, intimandoli di ferire e tradire i suoi fratelli. L'ironia della sorte. In questo momento voleva proprio prendere a pugni l'artefice di tutte le sue disgrazie; il destino. Ma non avrebbe mai accettato una proposta del genere, a costo di morire, ma non gli avrebbe traditi.
-Calma. Tutto a suo tempo, per ora, voglio vederti soffrire.- gli sussurrò, chinandosi all'altezza del suo volto, prima di colpirlo con un ponderoso pugno che lo fece cadere rovinosamente a terra, insieme alla sedia che cadde con un tonfo sordo. 
Ringhiò, spuntando a terra un rivolo misto di sangue e saliva, prima di osservare trucemente il nemico, che si chinò su di lui, ridendo, e tornando a torturarlo.

Red MenaceWhere stories live. Discover now