Adesso basta.

431 24 6
                                    

Si portò una mano alla bocca, sbadigliando, e dirigendosi in cucina. Osservò la sua famiglia, seduta a fare colazione, e si accomodò al suo solito posto. Non disse niente, preferendo, per una volta il silenzio, troppo stanco per parlare. Era tornato in tarda mattinata, e si era anche dovuto svegliare presto, ma era certo che tutti si fossero accorti della sua consueta scappatella notturna.
-Buongiorno.- lo salutò Donnie, versandosi il caffè in una tazza che bevve tutto d'un fiato. Il rosso ricambiò con un cenno del capo, iniziando a mangiare i suoi cereali. Guardò di sottecchi il più piccolo, che stranamente non gli aveva ancora rivolto la parola, e forse ne sapeva il perché, anzi, era sicuro di saperlo. Abbassò le spalle, sospirando dal naso. I suoi timori si erano realizzati; Mikey aveva paura di lui. Con una scrollata di spalle si alzò, decidendo di recarsi nel dojo, ad allenarsi.
Avvertì i passi di Leo dietro di lui, ma cercò di non farci caso, preferendo continuare per la sua strada. Non gli andava proprio di ascoltare le sue parole "incoraggianti", o qualsiasi cosa avesse da dirgli. Entrò nel dojo e si mise disteso di pancia, iniziando a fare le flessioni. Sapeva che doveva chiarirsi con Mikey; affrontare il problema, ma non voleva, per rischiare di complicare le cose. Sbuffò, da quanto era così difficile risolvere i problemi che lui creava? Beh, lui avrebbe detto da sempre. Non era il tipo che chiedeva scusa, e dubitava di esserne capace. Forse era meglio aspettare che le acque si calmassero un po'.
Inspirò a fondo, ringhiando frustrato, per poi osservare di sottecchi suo fratello maggiore, in piedi davanti a lui, ma preferì ignorarlo, continuando con i suoi allenamenti.
-Raph.- lo chiamò il leader, elaborando nella mente le parole giuste per evitare di finire in una consueta lite -Posso capire che preferisci startene da solo, ma Mikey ha iniziato ad avere paura di te, e sono certo che tu te ne sia accorto. Dovresti parlargli.. Ma non sono qui solo per questo.- ammise infine -Insomma, cosa ti sta capitando Raph? Anche il maestro Splinter è preoccupato, lo siamo tutti. Devi iniziare a controllare meglio la tua rabbia.- affermò, inginocchiandosi alla sua altezza. Voleva essergli d'aiuto, e sperava che lui accettasse una mano, per una volta.
Non poteva crederci. Lui veniva lì per parlargli, ed aveva anche il coraggio di fargli la ramanzina? Sbuffò innervosito. Perché non si faceva mai i fatti suoi? Certo che no, lui era il leader, l'allievo prediletto! Osservò il pavimento, ringhiando; era stufo di lui e dei suoi modi da perfettino. Sì credeva tanto migliore di lui? Bene, gli avrebbe dimostrato il contrario.
Si ritrovò steso al suolo, mentre sbatté le palpebre, ancora intontito. Un forte dolore, pulsante gli avvolgeva tutto il viso. Si portò una mano sul naso vedendo, poi le dita impregnarsi di sangue. Non capì, finché non spostò lo sguardo su Raph, che si era alzato e lo osservava furioso, stringendo i pugni, deciso.
-Ne ho abbastanza di te, Leo!- sbraitò, fuori di sé, indicandolo, per poi sfoderare i suoi Sai.
Il suo sguardo si fece serio, e pian piano si alzò. Si mise in posa di combattimento, sguainando le sue katane. Non pensava che sarebbe andata a finire in quel modo, ma aveva capito da quello sguardo, che Raph non stesse scherzando. Era pronto ad ucciderlo se ne fosse stato capace.
Si osservarono in silenzio, studiandosi. Leo strinse saldamente le sue katane, non voleva questo; ma se era per farlo sfogare, allora avrebbe combattuto. Con uno scatto, il rosso gli corse addosso, ma lui fu più bravo e riuscì a parare l'affondo dei Sai con le sue lame.
Raph ringhiò, e con un calcio fece cadere, rovinosamente, il leader di guscio a terra. Fece volteggiare nelle mani le sue armi, per poi puntargliele contro. Appena, Leo si alzò, si fiondò di nuovo su di lui, attaccandolo con violenza. Lo scaraventò contro il muro, stava per infilzare il suo Sai nella gola del fratello, ma riuscì a spostarsi in tempo, invertendo i ruoli. Ora era Raph con le spalle al muro, con Leo che conficcò le sue lame sulla parete.
-Adesso basta.- gli intimò, mentre sentì arrivare i fratelli e Splinter, attirati dal rumore -Volevo solo aiutarti, Raph! Non volevo che finisse in questo modo.- affermò con sguardo colpevole, mentre il padre sospirava chinando il capo. Raph ringhiò, osservandolo minaccioso e stringendo i pugni.
-Leo?- chiese scettico Donnie, mentre Mikey si nascondeva dietro di lui, per paura. Rivedeva in quello sguardo, lo stesso che lui gli aveva rivolto ieri, per colpa di quello scherzo.
-Vuoi che la finiamo? D'accordo. Ma io me ne vado!- sbraitò, spintonando il fratello e dirigendosi verso l'uscita.

Red MenaceWhere stories live. Discover now