Occhi di fuoco

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Possibile che anche Donnie fosse scomparso? Lo aveva cercato da per tutto, e quando aveva trovato il suo T-phone accanto a quello di Raph per poco non aveva avuto un mancamento. Adesso erano due i fratelli da cercare. Chinò il capo sconfitto quando, un rumore di un metallo che si infrangeva al suolo lo costrinse a voltarsi. Anche se aveva altro a cui pensare, non poté non andare a controllare. E quando si avvicinò all'estremità del tetto, notò la sagoma di una tartaruga, riversa su lato, al suolo, ricoperta di sangue accanto ad un cassonetto. Sbarrò gli occhi, basito, precipitandosi nel vicolo, soccorrendo il fratello che, appena lo vide iniziò a mormorare frasi sconnesse riguardo a due occhi di fuoco.
-Ora ti riporto a casa, Donnie. Stai tranquillo.- stava per prenderlo in braccio, ma lui si protese, negando col capo e indicando, col dito qualcosa dietro di lui, mentre le sue pupille si restrinsero.
Si voltò; appena in tempo per riceve un pugno in faccia che lo fece schiantare contro la parete del palazzo difronte. Si alzò in piedi, barcollando, e osservando la figura che lo scrutava minacciosa. Sussultò, guardando quegli occhi di fuoco, e sguainando le sue lame. Ora capiva a cosa si riferisse Donnie con quel termine. Ma appena la sagoma uscì fuori dalle ombre ne rimase ancora più incredulo. Era Raph. Boccheggiò, abbassando la guardia, ma questo gli costò caro. Infatti il rosso non ci impiegò molto a scagliarglisi contro per colpirlo, con un pugno all'addome.
Indietreggiò velocemente, piegandosi dal dolore, mentre si teneva il punto dolente con entrambe le braccia. Tossì e, aprendo un occhio lo osservò, non aspettandosi un comportamento del genere da parte del fratello, il quale lo guardava dall'alto, ghignando sadico.
-Raph.. ma cosa..?- sussurrò, cercando di drizzarsi e di riprendere le katane, che aveva lasciato impunemente a terra, dopo quel colpo. Non riuscì a finire la frase che, con un calcio si ritrovò di nuovo contro il muro, che aveva iniziato a creparsi. Socchiuse un occhio, osservando il fratello che si avvicinava, scrocchiando le nocche, pronto a tempestarlo di pugni.
-Raph!- urlò una voce spezzata dal pianto e disperata. Leo sussultò, riconoscendo la voce del più piccolo, che era in piedi, con i suoi nunjiaku sfoderati, pronto a difenderli
-Ma guarda chi è arrivato.. Il piccolo Mikey.- lo canzonò cupamente, il rosso, sguainando i suoi Sai e avventandosi su di lui
Mikey si morse il labbro inferiore, non volendo retrocedere, nonostante Leo gli intimasse di scappare. Strinse la presa sulle sue armi, parando i colpi del maggiore, e cercando di colpirlo. Ma non ci riusciva. Come poteva fargli del male? Gli voleva troppo bene per ferirlo.
Peccato che il rosso non la pensasse allo stesso modo. Con un colpo secco, affondò la sua arma nel braccio del fratello, il quale urlò, indietreggiando spaventato. Cadde a terra, mentre il rosso si avvicinò, intanto che leccava il sangue che gocciolava dalla lama del suo Sai, con il quale aveva ferito il più piccolo. Stava per dargli il colpo di grazia, ma Leo si avventò su di lui, spingendo la presa sulle sue katane contro le lame dei Sai di Raph, riuscendo a spintonarlo.
-Come osi interrompermi sul più bello?- ringhiò il focoso, mentre i suoi occhi rossi brillavano; vogliosi di sangue
-Fermati, Raph..- sussurrò, cupo il leader, osservandolo minaccioso. Lo vide ridere, una risata macabra mai appartenutagli, mentre gli si avvicinava, pronto a lottare ancora.
Leo sussultò. Osservando in che condizioni fossero i suoi fratelli, non poté fare a meno che pensare ad una ritirata. Mandò un occhiata a Donnie, che fino ad allora era rimasto a guardare in disparte. Lui capì e cercò di attirare l'attenzione del più piccolo che frignava, tenendosi il braccio ferito che perdeva sangue a fiumi. Mikey si voltò nella direzione del genio, osservandolo con le lacrime agli occhi, il ché lasciò una stretta al cuore di Donnie, ma, alla fine capì; così si avvicinò strisciando.
Leo continuò a parare gli attacchi del rosso, in attesa che i suoi fratelli raggiungessero le fogne. Alla fine lo atterrò con un calcio allo stomaco, e, approfittando di quel momento, cercò di essere il più veloce possibile, precipitandosi dentro le condutture fognare, e chiudendo il coperchio.

Strinse i pugni, ringhiando. Stava per raggiungerli, ma una mano sulla sua spalla lo fece retrocedere. Osservò il suo maestro, che lo guardava fiero e vittorioso.
-Non è ancora il momento.- disse cupo. Lui chinò il capo, in segno di rispetto, per poi dirigersi, in tutta fretta a casa; insieme a Shredder.
Si sentiva così bene. Aveva avuto quel che aveva sempre voluto, e aveva assaggiato quello che aveva sempre voluto assaggiare. Sangue. Qualcosa di così sublime, e di così appagante. Si leccò il labbro superiore, con gli occhi che luccicavano, bramosi di volerne ancora. Era così felice.
Eppure.. Eppure sembrava tutto così sbagliato.
Il suo sorriso mutò, mentre una strana sensazione, lasciò un retrogusto amaro in bocca. Perché adesso si sentiva così? Dov'era finita tutta la felicità di prima? Scuoté il capo, preferendo non pensarci, e tornando al momento in cui aveva ferito la tartaruga arancione. Si lasciò fuggire un'altro ghigno, anche se, qualcosa lo faceva sentire non, del tutto fiero di quell'azione.

Red MenaceWhere stories live. Discover now