Capitolo 36 - I Rifugiati (Parte 2)

Start from the beginning
                                    

«Joshua è morto perché gli hanno fatto credere che la NASA avesse ucciso sua madre.» Acuisco il tono di voce e Daren spalanca le orbite. «Isaac è morto nell'esplosione, e con lui anche Erik, ed anche Daisy.» Continuo aggrottando la fronte. «E tutti gli altri membri del nostro equipaggio. Anch'io all'inizio ero restio a partecipare a questa guerra, ma quando i Ribelli hanno toccato la mia gente...» Mi punto il dito sul cuore. Sento il peso di tutte le vita dei ragazzi marziani che mi gravano sulle spalle. «Questa guerra è diventata anche la mia guerra. Quindi se tuo vuoi giocare insieme a Wade e fuggire dalla guerra, allora resta pure qui! Ma sta' pur certo che io non rimarrò qui sotto a vedere altre vite scomparire da questo pianeta.» 

Rimando Daren alle mie spalle uscendo dalla stanza. È stato un duro colpo scoprirei che Daren on sarà più al mio fianco, ma non mi farò scoraggiare dalla sua rinuncia.
Avverto un frastuono che proviene dall'arena e dei piedi che battono sulla terra provocando delle pesanti vibrazioni. Affretto il passo giungo sul luogo, e noto Wade al centro della struttura. Gli spalti sono gremiti di persone che applaudono e acclamano. Alcuni Rifugiati sono in piedi proprio davanti a me e inalberano le mani in cielo. Tutti le persone che abitano in questo rifugio sono radunate intorno a Wade.

«È stata indetta una riunione!» Proclama Wade.
Ai mi si affianca; il suo viso ha acquistato lucentezza dalla sua ultima confessione.
«Tutto bene? Sei svenuto, ho visto Opal che ti soccorreva.» Domanda lei.

«Sì, il mio DNA fa strani scherzi. Sai sono un "mostro" da queste parti» Rispondo sarcastico.
«Quanto avrei voluto studiare biotecnologia. Però me la cava bene vicino ai computer.» Confessa. Le rivolgo un'occhiata e sorrido.
«Indicono sempre riunioni da queste parti?»
Lei assume un'aria annoiata e sbuffa.«Spesso, quando succede qualcosa fuori dal "normale".» Dice virgolettando. «Hai deciso di restare?»
Scuoto la testa mettendomi a braccia conserte ad osservare l'evolversi di questa assemblea.«Non me ne starò con lei mani in mano.» Rispondo riflessivo. Avvisto Daren; sta prendendo posto di fianco a Jason. Alcuni ragazzi compiono il giro dell'arena con apposite fiaccole e passano di fianco ai bracieri. La folla è in tripudio.
«Posso venire con te?»
«Non voglio che un'altra persona muoia. Preferisco essere solo!» Constato.
«Ho monitorato un ragazzo che è entrato nel sistema della NASA.» Dice lei. Trasalisco e penso a Joshua, alla sua morte, e all'esplosione. Il ricordo di lui è ancora vivido in me, ma anche quello di tutte le altre persone che hanno perso la vita.
«Ho detto qualcosa che non va?» Domanda Ai stralunata.

Scuoto leggermente il capo.«No! È solo che conoscevo quel ragazzo.» Pronuncio malinconico. «Scusa.» Dice lei imbarazzata, ma Wade inaugura il suo discorso.

«Sapete tutti che l'Ultima Guerra ha rovinato la nostre vita, e ora non sto qui a dirvi cosa abbiamo passato e tutti i nostri cari che abbiamo perso. Come sapete tutti, ci siamo organizzati e abbiamo creato una comunità sotterranea. Grazie all'aiuto di questi uomini.» Wade indica i numerosi uomini che si trovano alle sua spalle.
«Chi sono?» Domando curioso. Inclino gli occhi verso destra e mi accorgo che la luce del giorno è tramontata, ora dalle fessure penetra un leggero bagliore.
«Ingegneri, medici e architetti stanchi delle guerra come tutte le persone che sono qui e che insieme a Wade hanno fondato questo rifugio sotterraneo. Ci sono anche i Cacciatori, che escono per procurasi il cibo e tutto ciò che ci serve.» Finisce lei. La ressa di persona, nel frattempo, acclama il nome di Wade.
«Perché non escono fuori da questo buco? Intendo tutti.»
«Secondo Wade questa sarà l'Ultima Guerra e considerano la situazione che c'è di sopra, non posso dargli torto. Il livello delle radiazioni è cresciuto a dismisura a causa delle fuoriuscita di sostanze tossiche e radioattive. Quando i Cacciatori escono indossano sempre le mascherine e portano con sé un rilevatore di radiazioni, e per questo motivo che restano tutti sottoterra. Io rimango ancora qui perché possiedono delle attrezzature tecnologiche.» Spiega abbozzando un sorriso.
«Ormai il vostro mondo è andato in rovina!» Constato, mentre Wade riprende continua:
«Quando abbiamo fondato questa comunità la prima regola che abbiamo sancito è stata: rimanere fuori dal conflitto. E nonostante in queste ultime ore abbia ricevuto vari inviti a partecipare a questa guerra, ho declinato per il rispetto di questa comunità.» La folla urla ancora di più, ora le persone sono in piedi.
Jason china il capo e sconfitto abbandona l'arena, mentre Daren rimane ad ascoltare Wade cosa ha da dire. Ai, d'improvviso, estrae dalla sua borsa un dispositivo e dal display scorgo un punto rosso lampeggiante.
«C'è qualcuno!» Esulta lei euforica.
«Dove?» Domando confuso.
«Ai, qualcuno sta mandando un segnale?» Domando Jason prendendoci alla sprovvista.
«Chi?» Insisto io cercando di capire la situazione.
«Quando i Ribelli hanno attaccato la base in cui vi eravate rifugiati, abbiamo messo un sensore di movimento per gli esseri umani. Ci sarà qualcuno intrappolato.» Spiega Ai.
«Andiamo a controllare!» Ordina Jason.
I miei battiti aumentano. E se fosse Chryssa? Se i Ribelli non l'avessero catturata? Forse la sua voce era soltanto un sogno.

Il mio stomaco si attorciglia al solo pensiero di trovarla viva. Ai fa segno di seguirla e io e Jason obbediamo.  

[SPAZIO AUTORE]

Daren tentenna, mentre Carl è determinato a salvare Chryssa. Wade e I Rifugiati rifiutano di unirsi alla guerra. Ai prende di sorpresa Carl avvisandolo di aver riscontrato un segnale proveniente dal luogo dello schianto di Chryssa, sarà davvero lei?

Al prossimo capitolo

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Where stories live. Discover now