Capitolo 16 - Aiuto

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Sorvoliamo Marxan dirigendoci in direzione della periferia della città.

Il magazzino dell'O.I.M.T. si erge agli sgoccioli tra la civiltà e la desolazione.

A volte rimiro le lande deserte, che vengono dopo il complesso di costruzioni ultra tecnologiche e penso che Marte avrebbe dovuto essere un pianeta cui l'uomo non avrebbe dovuto stanziarsi.

I paesaggi sono raccapriccianti. La notte si distingue dal giorno con un leggero cambiamento di colore del cielo.

Non so per quale ragione i terrestri abbiano deciso di abbandonare la Terra.

«Non rileviamo la vostra posizione. Passo» Irrompe una voce dal centro di comando dell'Èlite facendo distogliere la mia attenzione.

«Se non ci sbrighiamo se ne accorgeranno.» Constato.

«Siamo arrivati! Non possono rintracciare la nostra astronave poiché non è stata registrata su Marte. Ho già controllato.» Chryssa mi rivolge lo sguardo, poi si rigira.

L'astronave libra su un grosso magazzino. Dal tetto si scorge una scritta a caratteri cubitali e turchesi: O.I.M.T. e al ridosso dell'acronimo Organizzazione Intergalattica Marziana Terrestre dello stesso colore ma con caratteri più piccoli.

«Preparazione atterraggio.» Annuncia Trixy. Il velivolo si stabilizza e i propulsori scemano d'intensità. Il rumore diventa più lieve, più soffice, quasi come se fosse il mezzo fosse sollevato di atterrare in un luogo lontano dalle esplosioni.

«Signore è stata richiesta una comunicazione da un punto sconosciuto della galassia.»

«Aprila.» Ordino.

«Ehilà ragazzi. Tutti vivi?» Il viso di Joshua compare dall'ologramma.

«Salvi, ma non tutti sani.» Sposto gli occhi su Daren. L'astronave perde quota e l'enorme tetto del magazzino si apre inghiottendo il metallo del velivolo.

«È Isaac?» Domanda Joshua strabiliato. Annuisco.

«Vorrei esserci io al tuo posto. Noi ci facciamo il culo e tu te ne resti dall'altra parte della galassia scampando così dalle paure che ti affliggono.» Sbotta Daren brusco.

Non mi aspettavo che covasse del rancore verso il suo amico. Ma le sue parole traspaiono una verità latente: l'incontro avvenuto con il padre ha destabilizzato Joshua.

«Se non fosse stato per me sareste tutti morti. Ho diretto da qui l'operazione dell'astronave, e poi sei a conoscenza che non sarei stato di grande aiuto.» Risponde infastidito.

«Hai diretto tu l'operazione dell'astronave?» Domando appoggiandomi le mani ai sediolini.

La mia mente si sforza ad archiviare e recepire ulteriori informazioni.

«È sorto un intoppo nel momento in cui Chryssa ha pigiato il bottone per attivare la Modalità Smart. Sono stati i secondi più lunghi della mia vita.»

«Grazie Joshua!» È la voce di Chryssa che esulta dal comando.

Daren distorce il naso. Nel contempo perdiamo quota sino a quando la luce diventa meno intensa e l'astronave poggia le sue rotelle al suolo.

«Ti ringrazio, in nome del nostro equipaggio, escludendo Isaac che dorme ancora. Ora, però, dobbiamo interrompere la comunicazione. Ti terremmo aggiornato.» Fa segno con il pollice e il suo volto si dissolve.

Degli uomini muniti caschi e aiutati da robot, riparano velivoli, smontano pezzi, collaudano i mezzi nuovi di zecca, tutto in maniera sistematica e organizzata.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora