La situazione non migliorò, per almeno una ventina di minuti, siccome continuai a sbattere contro gli specchi.
Quando finalmente trovai l'uscita, che era sbarrata dalla vera Laura, lanciai un sospiro di sollievo.
Sul suo viso vidi una smorfia divertita; stava palesemente trattenendo le risate.
"Puoi anche ridere, come hai fatto le altre quattordici volte." Dissi, ricambiando la smorfia, uscendo da quel posto infernale.
"Le hai contate?" Domandò. Una piccola risatina si liberò dalle sue labbra; ma lei la interruppe subito.
"Il mio setto nasale le ha contate." Risposi, iniziando a camminare.
L'uscita della sala degli specchi si trovava dalla parte opposta dell'entrata e sbucava sul prato, sul retro delle altre attrazioni.
"Povero piccolino." Mi prese in giro Laura, camminando allegramente al mio fianco.
"Non capisco che abbiano tutti contro il mio naso!"
"Di solito un pugno e degli specchi."
"Wow, che bel gioco di parole, aspetta che rido." Risposi, facendo roteare gli occhi. La ragazza alla mia destra si stava sbellicando dalle risate, divertita dalla sua stessa battuta.
Quando si fu calmata disse: "Okay, scusa."
"Il mio naso è vittima di bullismo..."
"A me piace il tuo naso." Disse, sorridendo, per poi guardarmi negli occhi.
Inarcai un sopracciglio, come mio solito.
"Cos'è, un tuo feticismo? Ci sono quelli a cui piacciono i piedi ed a te piacciono i nasi? O meglio, il mio naso." Questa volta fu il mio turno di ridere, irritandola.
"No, idiota. Lo trovo solo carino."
"Mi preoccupi, Marano." Ammisi, osservandola con la coda dell'occhio.

Camminammo sull'erba, senza una meta precisa, punzecchiandoci a vicenda.

Magicamente riuscimmo a rincontrarci con i nostri amici, che si erano fermati a mangiare. Dove avrei mai potuto trovarli, se non al banchetto del cibo?
"Potevate aspettare però." Brontolò Rocky, riferito a Laura e me.
"A fare che?"
"Ad appartarvi." Rispose, facendo ridere gli altri.
Io lo ignorai, grattandoni il lato del naso.
"Non eravamo appartati." Si affrettò a rispondere Laura, decisa ad avere l'ultima parola. Poi, conoscendola, non avrebbe mai permesso a Rocky di metterla in imbarazzo. "Ed anche se fosse, quello che faccio con tuo fratello non è affar tuo." Aggiunse, con impertinenza.
Rocky spalancò la bocca, facendo cadere la crosta della pizza.
Dagli altri si levò un coro di 'Ohhh', sorpresi.
Io rimasi sconvolto e mi voltai verso di lei, spalancando gli occhi.
Lei si limitò a farmi spallucce e si avvicinò allo stand, per ordinare qualcosa da bere. Nel frattempo il mio cervello stava ancora cercando di elaborare. Ero certo che, una volta a casa, i miei fratelli mi avrebbero fatto un interrogatorio.

"Hey Marcus!" Disse Chase, con il poco di lucidità rimasta.
Marcus si avvicinò a noi, sorridente. Era vestito da Batman, con il classico costume grigio e nero. Fra le mani reggeva la maschera, che si era tolto, per farsi riconoscere in viso.
"Ciao ragazzi!" Ci salutò, con un sorriso cordiale.
Chase e David introdussero il moro ai miei fratelli ed il resto dei nostri amici.
"Come te la passi?" Domandò Maia, sorridendo al ragazzo.
"Tutto bene, grazie. Sono qui con alcuni amici, ma diciamo che..."
"Vi siete persi?"
"Esattamente." Marcus rise, imbarazzato.
Laura tornò indietro e si fermò alla mia sinistra, sorseggiando da un bicchiere. Probabilmente era coca cola, siccome non brillava e non odorava di alcool.
Marcus rivolse uno sguardo a me, poi a Laura e ci sorrise, come per dire: 'non-sembra-ma-ho-capito'.
Restò qualche minuto a chiacchierare con noi, per poi congedarsi, per cercare i suoi amici.

L'aria notturna si fece sempre più fredda, facendomi venire la pelle d'oca, mentre ero seduto su di un muretto, insieme a Savannah e Ryland, che si stavano allegramente sbaciucchiando.
Gli altri erano nello spazio al centro degli stand, che era diventato una pista da ballo.
Luci stronoscopiche illuminavano il tutto, cambiando colore ritmicamente. La musica era alta e si sentiva risate ed urla di gioia. Vicino al mio orecchio destro sentivo chiaramente gli scambi di saliva, fra Ryland e Sav.
Assunsi un'espressione annoiata e disgustata. "Potreste smetterla? Non siete soli."
Ryland mi diede un pugno sul braccio, guardandomi di traverso. "Vai altrove!"
"Ma siete voi due che state limonando su un muretto!" Esclamai, allungando le braccia in avanti.
"E tu sei quello solo che non può farlo!"
"Ti ammazzo." Dissi, alzando appena la testa e puntando gli occhi su mio fratello.
"Oh beh, tu sei più più grande e morirai prima."
"Cosa c'entra?!" Domandai, cercando di dare un senso alla sua pazzia.
Ryland girò il busto nella mia direzione, per guardarmi.
"Significa che io vivrò più a lungo di te."
"Io sono più grande ed ho la patente. Quindi potrei fingermi un pirata della strada ed investirti!"
Mio fratello mi guardò, offeso.
Scoppiai a ridere e mi alzai, diretto verso la pista.
"Ti odio!" Urlò lui, per farsi sentire.
"Reciproco!"

Don't Forget Me Now || A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now