Capitolo 34 - Altruismo

Începe de la început
                                    

 La nonna pronuncia ogni parola con una freddezza glaciale. Pensavo fosse legata al quel Byron e invece ora si sta sbilanciando ad insinuare che proprio Byron è una spia e che lavora per i Ribelli.

La folla cerca con gli occhi il Sovraintendente delle Forze Armate, che fa sfatare ogni dubbio sulla sua colpevolezza, poiché fugge verso il sistema di trasporto. Ma, quasi a velocità  fulminea vedo un dardo partire e attraversa l'intera stanza infrangendosi sul corpo di Byron, che si è accasciato al suolo.

«Colpito!» Daren sfoggia un sorriso soddisfatto.

«Non ci sarei riuscito neanche io!» Esclamo strabiliato per la sua precisione impeccabile.

Alcuni soldati, che poco prima avevano la bocca aperta per la fulmineità con cui ha agito Daren, si apprestano ad andare verso Byron ammanettandolo e trascinando il corpo esanime contro il pavimento.

Le navicelle dei Ribelli, intanto hanno iniziato a bombardare la cupola, che funge da difesa.

 Noelle informa tutti a gran voce di seguirla in un condotto poco illuminato.

Mi sorprende sentirla urlare e non pensavo che possedesse un timbro di voce così grave.

Tutti i presenti si mobilitano come ordinato dalla nonna, ma la mia attenzione però, si sofferma su una signora che ruota il collo  come se stesse cercando qualcuno disperatamente.

Un tin, e l'ascensore comunica che qualcuno è salito in superficie.

La donna, terrorizzata, urla invocando aiuto. «Ho perso mio figlio!» Si dispera, mentre Udo e Diana vanno in suo soccorso.

Mi concentro chiudendo gli occhi e sintonizzandomi sulla superficie.

Nella mia mente appare una figura e mi accorgo che si tratta di un ragazzino.

«È sopra.» Sbotto.

Udo e Diana mi guardano terrorizzate.

«Possiamo recuperarlo con la navicelle con cui sono venuta qui.» Suggerisce Chryssa.

«Dov'è la navicella? Vado io.» Domando precipitoso.

«Verrò anch'io. Sono la pilota.» Risponde lei contrariata.

Tentenno, ma mi arrendo alla sua testardaggine.

«Okay, andiamo.» Le ordino facendola sorridere.

La nonna avvinghia una mano sul mio braccio:  «Questo qui.» Indica un marchingegno. «Mettilo al braccio, mi segnala i tuoi parametri vitali e la tua posizione, mentre questo.» Indica un minuscolo auricolare. «Mettilo nell'orecchio, così staremo in contatto.»

Annuisco; prendo gli aggeggi e la guardo per qualche secondo come se fossi ipnotizzato dai suoi occhi ghiaccio, ma sciolgo l'incantesimo dirigendomi verso Chryssa.

«Sta' attento.» Dice infine quando sono ormai di spalle.

La mamma mi abbraccia e i nostri sguardi sono necessari a dirci quello che le parole potevano esprimere.

«Vengo anch'io.» Soggiunge Daren dalla retrovie.

«No! Resta qui, sei l'unico che li può proteggere.» Gli ordino.

Io e Chryssa giungiamo in un batter d'occhio in un hangar sotterraneo.

Siamo nella navicelle e sopra di noi, una piccola apertura prende forma e i riflessi della luna iniziano ad irradiare la stanza vuota.

La navicelle prende quota sino a sorvolarsi in superficie.

Agguanto un fucile e controllo se ci sono le ricariche.

Una schiera immensa di navicelle beige e intagliate da disegni anticonformisti dipinti ai lati, viene verso di noi; Chryssa fa fuoco zigzagando, mentre io adocchio il ragazzino: è nei pressi nel capannone, carponi al suolo.

«Dobbiamo avvicinarci.» Le dico, mentre il suo corpo si incurva in tutte le direzioni e con esso anche la navicella.

«Ce ne sono troppi.» Risponde e un colpo si infrange sulla navicella destabilizzando il velivolo.

«Va bene! Questo è il piano. Io mi lancio e tu li distrai. Afferrato?» Le chiede e lei conferma determinata.

Se questa fosse l'ultima volta in cui i nostri sguardi si incroceranno?

E non resisto alla tentazione strappandole di sfuggita. Ma le do le spalle rifiutando di vedere la sua reazione.

«Cerca di raggiungere la quota più bassa possibile.» Urlo aprendo e subito dopo il vento brama di risucchiarmi. 

«Okay. La prossima volta che mi darai un bacio, avvertimi. Ma... È stato bello» Risponde lei facendomi strappare un sorriso.

Chyrssa schiva alcuni colpi e  la navicella arriva a sfiorare una collina.

Ora o mai più! 

Do un'ultima occhiata al suo sguardo concentrato prima di lanciarmi in una prateria.

Rotolo per qualche metro, per poi stabilizzarmi.

«Carl sei atterrato?» Mi domanda la nonna dall'auricolare.

«Sì.» Rispondo urlando.

La maggior parte delle navicelle nemiche attaccano la difesa attivata dalla nonna, mentre quattro navicelle inseguono Chryssa, che se la sta cavando egregiamente.

Avanzo ancora qualche metro accovacciandomi dietro una staccionata distrutta.

Alcuni ribelli sono appena scesi al suolo e si apprestano ad andare verso il capannone, che è a pochi metri da me.

Il fracasso risuona nel cielo, ma con il mio udito sensibile riesco a udire i passi dei nemici.

Raggiungo un muro corroso e un colpo taglia in due la parete. Mi hanno scovato!

Carico il fucile e sgattaiolo lungo la parete esterna del capannone.

 Incontro un ribelle, e senza pensarci su lo colpisco con il fucile.

Bene non ho sprecato le munizioni.

Ne conto nove ora, e si avvicinano sempre di più all'edifico.

Il ragazzino e sempre lì, accovacciato al suolo e sotto di esso sembro esserci un altro essere vivente.

Ci sono dei telai di auto; mi rifugio e da questa posizione riesco a scorgere meglio le posizioni degli avversari.

Sparo a raffica e ne faccio fuori tre con l'aiuto del mirino.

Una scarica di colpi si infrange sul metallo che mi fa da scudo; mi accovaccio al suolo e una volta steso sparo altri colpi colpendo altri due uomini.

Ora ne sono quattro.

«Quanti sono rimasti?» La nonna dall'auricolare.

«Quattro.» Rispondo con l'affanno e caricando il fucile con scariche elettriche.

Avverto un bruciore alla spalla, mi ha appena sfiorato un colpo laser.

Devo mettere fuori gioco gli ultimi uomini rimasti.

Mi alzo e sparo colpendo due uomini, ma il mio fucile viene carpito dalle mie mani e finisce verso una navicelle nemica. Merda, hanno calamitato la mia arma!

 «Nonna, fuggi!» Le ordino.

«Un comandante deve dare il buon esempio.» Risponde lei stentorea dall'auricolare.

Due Ribelli avanzano a passo lento, ma le ante del capannone vengono spalancate dalle possenti ruota da una motocicletta, che prorompe come una saetta.

I due uomini sono distratti dalla guida spericolata di Daren e colgo l'occasione per abbatterli entrambi nel corpo a a corpo.

Ma dietro di Daren, appare Sam, che brandisce un lanciagranate.

«Arrivati i soccorsi? Hai degli amici che ti vogliono bene, Carl. Non ti avrebbero mai lasciato solo a combattere» Mi informa la nonna.

Sam si posiziona l'ingombrante arma sulle spalle e mira verso la navicelle, che stanno sfondando la difesa.

Corro verso il ragazzino e lo afferro portandolo distante dal campo di battaglia.

«Ho recuperato il bambino.» Informo la nonna, e sento la mamma del sopravvissuto urlar di gioia.

«Tutto bene?» Domando al ragazzino.

Lui annuisce e smonta la gabbia che aveva creato con le sua mani. Un piccolo animaletto  si drizza su due zampette e mi accorgo che si tratta nel medesimo esserino che mi ha fatto sorridere.

«La prossima volta resta di fianco a tua madre.» Gli raccomando sprimacciandogli i capelli.

Sam fa fuoco e colpisce  quattro navicelle. 
«Sam, prendi il bambino ed entrate nella base. Io devo recuperare Chryssa.» Urlo e lui annuisce.

 Il bambino raggiunge Sam e insieme entrano nel capannone.

Nel contempo, in cielo, le navicelle nemiche continuano a colpire la cupola di difesa che ormai è sul punto di cedere.

Daren mi raggiunge con la sua motocicletta: ha due ruote ingombranti e i sediolini sono coperti da un tettuccio bianco antiproiettile.

 Il vetro, che permette a Daren di vedere,  è di un nero ialino.

«Chryssa è sola in cielo.» Lo informo mentre il tettuccio si schiude e io monto in sella.

La navicelle di Chryssa è stata appena colpita e ora precipita in fiamme verso un bosco non molto distante dalla nostra posizione.

«Daren, è quella la navicella di Chryssa. L'hanno appena colpita!» Addito e il cuore scalpita per uscire dalla gabbia toracica.

Lui accelera e la moto prende velocità.

Delle navicelle nemiche ci inseguono lungo la vasta prateria, ma Daren riesce a schivare i colpi grazie al monitor, che gli segnala in anticipo le minacce.

«Ora compariranno delle mitragliatrici, tu spara!» Mi avverte lui. 

Sorpreso ascolto attentamente le sue indicazioni.

Pigia un bottone sul monitor e d'improvviso mi ritrovo catapultato alle sua spalle.

Emergono due mitragliatrici, e incerto le impugno sparando a raffica in cielo.

Sento il fruscio del vento, e Daren che urla dalla gioia.

I nemici hanno distrutta la cupola difensiva.

Butto l'attenzione verso capannone e scorgo una miriade di uomini penetrare nella base.

Sono certo che la nonna e tutti gli altri siano già scappati, o almeno spero.

La motocicletta galoppa ad una velocità inaudita tanto che gli oggetti mi schizzano davanti sfumati. «Quanto manca?» Domando berciando.

«Poco.» Risponde lui.

Gli inseguitori colpiscono le mitragliatrici con un raggio elettrico, poi un siluro si infrange a pochi metri dalla ruota posteriore.

La moto schizza dal terreno e il mondo comincia a girare.

Sento la mia testa roteare e strusciare contro il terreno tagliante.

Ruzzolo lungo il suolo e le mia pelle si lacera ad ogni capriola.

Ben presto la realtà si trasforma in incubo e una visione rossa oscura la mia vista.

Invano, avvinghio le mani al suolo, ma alcune unghie si staccano dalla pelle, fin quando mi imbatto in una massiccia fronda e il buio si impossessa di me. 

SPAZIO AUTORE

Carl sente sempre più il peso di salvare le persone, così senza badare alle conseguenze porta in salvo un ragazzino, ma nel frattempo lui e Daren vengono colpiti sbalzando nella foresta. La navicella di Chryssa è stata colpita, mentre Cara e tutti gli altri fuggono per un pelo dall'attacco dei Ribelli.

Daren e Carl si dividono dal gruppo, e Chryssa sarà ancora viva?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Al prossimo capitolo.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum