capitolo 47

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Stamattina mi sono svegliata con un dolore allucinante alle braccia, ed è naturale dopo il violento incontro di ieri, ma sono molto soddisfatta di me stessa.

Oggi, viene a cenare da noi Amber e la sua famiglia. Non vedo l'ora di conoscere i suoi genitori e suo fratello, che a quanto pare ha la mia età.

Mi alzo svogliatamente dal letto, e mi vado a infilare sotto il getto dell'acqua bollente della doccia.

Ne ho bisogno per rilassare i muscoli delle spalle e del resto del corpo.

Quando finisco, mi asciugo i capelli col phon e il corpo con un telo.

Mi vesto con dei semplici jeans e una mega felpa gigante, mi raccolgo i capelli in una coda alta e mi metto un filo di mascara e la matita nera all'interno della lima dei miei occhi scuri.

Senza fare colazione, esco di casa, prendo la mia moto e mi dirigo a scuola.

Alla prima ora ho la lezione di filosofia e non sto più nella pelle. Adoro le sue lezioni.

<<buongiorno ragazzi>> dice il professore entrando in classe.

Torniamo a sederci ai nostri rispettivi posti e tiriamo fuori dallo zaino carta e penna.

<<bene ragazzi, oggi voglio parlare dei sogni. Insomma, tutti abbiamo un sogno nel cassetto, io ad esempio avrei voluto diventare psicologo, o meglio scrittore, ma non ce l'ho fatta e sono diventato un professore di filosofia, ma come vedete le mie lezioni sono più indirizzate verso la psicologia>> si ferma per sorriderci.

Si sfrega le mani e va a prendere dalla sua borsa dei bigliettini di colore rosso, per poi distribuirli tra i banchi.

<<allora, qui sopra scriverete i vostri sogni. Io li ritireró e cercherò di scoprire di chi appartengono.
Si, perché i sogni appartengono alla persona, e nessuno potrà toglierceli, forza cominciate>>

Ho davanti un foglio rosso e non ho la più pallida idea di cosa scrivere.

O meglio, un mio sogno è diventare un pugile professionista, ma è scontato e lo lascerò per ultimo.

Pensa Dallas, pensa...cosa ti piacerebbe fare...ecco, ci sono!

Sin da piccola, ho sempre sognato di diventare una scrittrice.

Ora sembrerà ridicolo da parte mia, ma tutt'ora a volte ci penso.

Non scrivo spesso, anzi oserei dire che non scrivo mai, ma visto che non mi apro mai con la gente per mancanza di fiducia, su un foglio riesco a tirare fuori i miei pensieri più profondi.

E vengono fuori anche delle frasi abbastanza carine.

Prendo dal portafoglio una penna, e scrivo sul biglietto rosso fuoco:

Sogno numero uno:essere felice
Sogno numero due: diventare una scrittrice.
Sogno numero tre:diventare un pugile.

Essere felice. L'ho messo al primo posto perché senza felicità non si va da nessuna parte.

Diamine, ho quasi 17 anni tra un mese e ho vissuto la vita più frenetica di sempre, contornata da tristezza, rabbia e rancore, un po' di felicità me la merito anch'io no? Per adesso la mia felicità ha un nome. Trevor Haley. Sperando che il mio angolo di felicità non cessi mai, mi alzo e vado a consegnare il biglietto.

Il professore mentre prende in mano il biglietto rosso fuoco e lo posa insieme agli altri, mi guarda negli occhi,con rassicurazione, come per dire "andrà tutto bene".

Torno a posto mentre sorrido al mio fidanzato. Ricambia aggiungendo un alzata del sopracciglio.

Mi concentro sul professore, che intanto si è alzato, e sta leggendo un biglietto.

FATALITY 1Where stories live. Discover now