20. Ritorno a casa.

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Il mattino dopo dovetti svegliarmi presto perché sarebbero venuti a prendermi alle otto. Liam invece sarebbe dovuto tornare da solo in treno alle dieci e mezza. Stavo per uscire dalla stanza e lasciarlo dormire ancora un po' ma poi lo guardai incantato. Sarebbero state due settimane infernali con la mia famiglia ma almeno avrei ricevuto qualche regalo di Natale. Pensai a quello di Liam, gli promisi che l'avrei aperto la notte di Natale assieme agli altri.
Lasciai la valigia all'entrata e poi mi avvicinai al ragazzo che dormiva beato nel mio letto. Pensai alla sera precedente, a quello che era successo e mi spuntò un sorriso. Mi avvicinai a dargli un bacio a stampo sulle labbra. A quel contatto lo svegliai e lui mi guardò con gli occhi socchiusi.
"S-scusa.. Non volevo svegliarti"
Sussurrai ma lui si stropicciò gli occhi.
"Volevi andare via senza salutarmi Zay?"
Ridacchiai e poi lui si mise seduto. Rimasi in piedi e senza che me ne accorsi mi tirò dai fianchi facendomi sedere a cavalcioni sulle sue gambe.
"Liam!"
Mi misi a ridere un po' appoggiando le mani sulle sue spalle. Lui ancora mezzo addormentato si avvicinò a baciarmi per bene con la lingua ma anche con passione. Sorrisi sulle sue labbra accarezzandogli il viso e i capelli.
"M-Mmh.. Liam devo andare ora"
Mi staccai dopo un po' e mi alzai dopo avergli dato un ultimo bacio a stampo.
"Non puoi stare ancora cinque minuti?"
"No amore sono già in ritardo"
Sussurrai arrossendo poi dopo essermi reso conto del modo in cui l'avevo chiamato. Si alzò poi per abbracciarmi e darmi un ultimo bacio sul collo. Il succhiotto che mi aveva fatto la sera precedente si vedeva eccome e probabilmente l'avrebbero visto tutti quelli della mia famiglia. Lo strinsi ma poi dovetti allontanarmi e uscire dalla stanza. Mi diressi verso l'uscita a passo svelto e arrivai al cancello d'entrata dove c'erano già alcuni ragazzi ad aspettare i propri genitori. Mentre aspettavo i miei mi girai verso il dormitorio maschile dove vidi Liam sulla finestra a guardarmi. Accennai un sorriso e lo salutai con la mano per poi sentire un clacson di una macchina. Mi girai verso di essa e vidi un macchinone nero fermarsi poco distante da me da cui scesero Waliyha e Doniya. Mi corsero incontro e mi saltarono letteralmente addosso. Sorrisi e le strinsi entrambe.
"Ci sei mancato Zay!"
Sorrisi.
"Anche voi piccole"
Mi sentivo in dovere di chiamarle così perché erano tutte più piccole di me, loro avevano solo un anno in meno mentre Safaa aveva quindici anni.
Poco dopo vidi scendere dall'auto un uomo che non avevo mai visto in vita mia. Mi si avvicinò e mi sorrise e in quelle labbra piegate all'insù vidi il mio sorriso, quello che vedevo nelle mie foto.
"Ciao, sono Yaser"
"L'ennesimo compagno di mia madre?"
Ridacchiai stringendogli la mano ma lui rimase serio.
"No Zayn. Io e tua madre ci siamo rimessi insieme dopo anni"
"Aspetta.. Ho perso il conto allora, a te ti ho saltato!"
"Non mi hai mai visto"
Lo guardai confuso senza capire chi fosse quell'uomo. Poi lui sospirò e mi si avvicinò ad accarezzarmi il viso.
"Mi chiamo Yaser Malik. Ti ho detto tutto"
Mi fece l'occhiolino e poi prese la mia valigia caricandola in macchina. Rimasi paralizzato con gli occhi spalancati. Cosa? Mio padre? Quell'uomo che non avevo mai visto in vita mia?
"Cioè aspetta.. Tu hai le palle di venire qui a prendermi, di rimetterti con tua madre e presentarti così? Come se nulla fosse?"
"Come avrei dovuto presentarmi? Facendo l'inchino e chiedendoti scusa per aver abbandonato tua madre con quattro figli?"
Alzai le spalle guardandolo in modo che capisse che si, avrebbe dovuto fare così.
"Beh, non chiederò scusa mai a nessuno"
Strinsi i pugni ma cercai di trattenere i nervi facendo un respiro profondo. Le mie sorelle salirono in macchina in fretta mentre io rimasi con lui a parlare per qualche secondo.
"Sei uno stronzo del cazzo"
Mi tirò uno schiaffo dopo che gli dissi quelle parole. Girai il viso e rimasi immobile accarezzandomi la guancia.
"Stai attento a come parli sia chiaro. Sono tuo padre e devi portarmi rispetto"
"Rispetto di sto cazzo non ti è mai importato niente di noi e ora torni così dal nulla? Preferisco rimanere per strada che venire a casa con te!"
Stava per risalire al posto del guidatore ma alle mie parole mi guardò in modo serio.
"Zayn, sali in macchina prima che ti prenda a pugni davanti a tutti"
"Fallo! Perché no!"
Lo provocai avvicinandomi a lui che senza esitare mi diede un pugno abbastanza forte da farmi sbattere contro la macchina.
"Ti ho detto di salire in macchina!"
Senza paura gli sputai sulla maglietta e poi entrai nell'auto.
Durante il viaggio non feci altro che ascoltare musica e scrivere il testo delle canzoni per la band scolastica. Avril mi aveva chiesto di scrivere i testi per poi adattarli assieme alla band quando saremmo tornati dalle vacanze. Non ascoltai nessuno della mia famiglia e quando arrivammo a casa dovetti subirmi mia madre che non fece altro che sbaciucchiarmi e abbracciarmi. Mi diressi in camera mia dove scaraventai la valigia a terra malamente. La condividevo con Safaa e notai che stava dormendo. Non l'avevo vista prima quindi la svegliai con quel rumore.
"Zayn.."
"Scusa piccola.. Pensavo fossi a scuola"
Lei sbuffò e mi avvicinai a darle un bacio sulla guancia. Lei era la più piccola, quella che era sempre più coccolata da tutti.
"Non vado a scuola da una settimana"
"Perché?"
Chiesi sedendomi sul bordo del letto.
"Ho 38 di febbre.. Passerò Natale da malata"
"Oh dio piccola.."
Mi avvicinai a darle un bacio sulla fronte e poi decisi di distendermi sul letto a finire il testo di una canzone. Mi infilai le cuffie ma dopo circa un'ora mio padre entrò nella stanza come una furia.
"Zayn!"
Lo sentii oltre le cuffie dato che stava urlando.
"Che cazzo vuoi?"
Gli risposi piuttosto male e lui mi diede uno schiaffo.
"È mezz'ora che ti chiamo, dio te le spacco quelle cuffie"
"Ma che cazzo vuoi?! Chi ti credi di essere?! Non ti conosco, non ti ho mai visto e ti permetti di alzare le mani!"
Mi alzai e mi misi seduto poco distante da lui. Intanto Safaa si copriva le orecchie con le mani.
"Scemo sono tuo padre mi devi rispetto! Sei nato grazie a me e dovresti lodarmi ogni giorno per averti dato la vita"
"Tu non hai fatto un cazzo! Hai solo scopato con mia madre quattro volte, non ti sei mai preoccupato di me né di nessuna delle mie sorelle! Sei uno sconosciuto per me"
Gli dissi chiaro e tondo e quello che ne ottenni fu che mi prese per la maglietta costringendomi al alzarmi. Era uguale a me in viso solo che aveva qualche ruga in più e soprattutto era più alto. Mi lanciò contro l'armadio e poi mi bloccò su di esso. Sentii le maniglie delle ante premermi sull'osso sacro e strizzai gli occhi.
"Ti mostro anche i documenti se vuoi le prove che sono tuo padre e per tua informazione, tu mi devi un fottuto rispetto mh?"
Deglutii e decisi di annuire. Gli diedi ragione e alla fine mi lasciò andare.
Già mi mancavano i miei amici, non volevo stare con quel maniaco in casa.

Golden || Ziam Mayne Where stories live. Discover now