Capitolo 26 - NASA

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«AIUTO! AIUTATECI!.» I ragazzi intrappolati scalpitano e urlano a squarciagola.

Il movimento dei superstiti all'interno provoca dei spostamenti da parte del velivolo.

«Trixy, mi serve un'arma.» Urlo.

Lei mette una mano, in quello che per gli essere umani dovrebbe essere la parte in cui si trova lo stomaco, ed estrae un fucile; me lo lancia e io lo afferro al volo.

«Carl, l'astronave penzola.» Constata Erik.

Butto un'occhiata oltre il detrito scorgo che l'ammasso di rottame è oscilla pericolosamente tra la terraferma e un baratro.

«Maledizione! Presto venite a darci una mano.» Sbraito.

Colpisco ripetutamente la porta d'uscita ma il materiale è troppo resistenze.

I piedi metallici dei robot si posano sul terreno arido, mentre l'astronave si inclina.

«Presto! Trixy spara alla massima potenza. Voi all'interno distaccatevi dalla porta.»

Gli androidi restanti si avvicinano e all'unisono sparano riducendo a brandelli una parete del velivolo precipitato, ma il colpo provoca uno scossone, che spinge sempre di più l'astronave verso il baratro.

«Uscite, uscite.» Incito i ragazzi mentre entro con l'intento di controllare se c'è qualche ferito.

«Tutti salvi?» Domando.

«Il capogruppo e al posto di comando intrappolato. È svenuto!» Mi risponde affannosamente una ragazza a carponi e con la testa china. È ferita in molti punti, tra cui la fronte.

«Signore vado io.» Si propone Trixy.

«No, è una missione da umani.» Rispondo e lei si ritrae.

Mi addentro e le luci dell'astronave illuminano ad intermittenza. Alcuni cavi dell'elettricità sono usciti dalle loro posizione e ora provocano scintille di energia.

Devo sbrigarmi! Ad ogni mio passo l'astronave si inclina sempre di più e le mie pulsazioni aumentano con essa.

Avvisto il posto di comando.

Appoggio la mano ad un sedile e scivolo al suolo, sino al capogruppo.

Una testa bionda e inerte è poggiata sul sedile. La volto e mi appare la faccia allungata di Sam.

Il suo corpo è bloccato da due assi. Non ce la farò a spostarli da solo.

Ma ci provo ugualmente.

Stringo i polpastrelli sotto l'incurvatura dell'asse e spingo su con tutte le mie forze.

I miei occhi si sgranano quando riesco a sollevare senza alcuna difficoltà l'oggetto.

Lo spingo fuori dal vetro per farlo precipitare nel baratro, che l'astronave è sul punto di precipitare.

Trascino il corpo di Sam dirigendomi verso l'uscita, ma uno spostamento maldestro dell'astronave mi fa perdere stabilità.

«Mantenete l'astronave.» Urlò, mentre trascino per la logora maglia il corpo esanime.

Dov'era nascosta tutta questa forza?

«Stanno già mantenendo.» Risponde Erik.

«Avanti. Devo farcela! » Mi imprimo coraggio.

Combatto contro la forza di gravità, e riesco ad avvistare lo spiraglio dell'uscita.

Con un gesto repentino scaravento il corpo di Sam verso la luce.

Mi isso, proprio mentre la navicella sta per sprofondare.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Onde histórias criam vida. Descubra agora