Chiacchierammo per un po', poi Laura mi propose di ascoltare la musica.
Io avevo una cuffia e lei aveva l'altra. Canticchiavamo insieme, ridendo.
"Ti ci vedrei in una band, Lynch." Laura scoppiò a ridere, appoggiandosi contro il muro.
"Nah, non penso."
"Quasi dimenticavo!" Esclamò, lanciando la sua cuffietta contro il cuscino. Scavalcò le mie gambe e si avviò verso la scrivania. Afferrò un libro e lo osservò per qualche secondo, stringendolo tra le mani.
Vidi una copertina sul nero, con delle scritte bianche. Lei me lo porse.
"È il libro di cui ti avevo parlato."
Lo osservai meglio, abbassando lo sguardo.
Le pagine erano un po' ingiallite, ma era in ottimo stato. Conoscendo Laura, era ovvio.
"Grazie mille!" Esclamai, abbracciandola. Lei mi circondò il torso con le braccia, stringendomi a sé. Accoccolò la testa contro il mio petto, strofinando lentamente la guancia. Io appoggiai la mia contro i suoi morbidi capelli.
Restammo abbracciati, per quelli che sembravano minuti interi, senza fare altro.
Sentivo il suo petto scontrarsi con la parte alta del mio addome, ogni volta che inspirava.
Appoggiai le mani sulla sua vita, per poi guardarla negli occhi.
Amavo persino i suoi occhi. Erano di un intenso color cioccolato, con delle sfumature sul nocciola. Le sue ciglia erano lunghe e quelle inferiori sfioravano appena la pelle dello zigomo.
Laura mi fissava con la stessa intensità con la quale la stavo fissando io.
Mi chiesi a cosa stesse pensando.
Volevo sapere che lei mi voleva, come io volevo lei.
Riuscii a vedere il mio riflesso nelle sue pupille.
Abbassai il capo e, per un momento, mi sembrò che Laura si stesse avvicinando lentamente a me.
Potevo sentire il suo respiro contro le mie labbra e sicuramente viceversa.
Volevo sentire le sue labbra sulle mie, per scoprire il loro sapore e cos'avrei provato quando si sarebbero incontrate.
Ero ad una così sottile distanza da quelle labbra che quasi un foglio di carta non sarebbe riuscito a passare in mezzo ai nostri visi.
Laura abbassò le palpebre, chiudendo gli occhi. Notai delle sottilissime vene sul verde, che erano davvero poco visibili.
Chiusi gli occhi a mia volta e presi un respiro, pronto a baciarla.

"Ross! Dobbiamo andare!" Urlò mia madre, dal piano di sotto.
Presi entrambi alla sprovvista dal suo urlo, aprimmo gli occhi di scatto ed incespicammo suoi nostri piedi.
Mi ritrovai con la schiena contro la porta e Laura che stringeva la mia maglia fra le mani.
Ci guardammo, con gli occhi spalancati. Lei arrossì all'istante; ma non si spostò.
"Uhm... dovrei andare..."
"Ehm... sì..." Laura fece alcuni passi indietro, stringendosi con la mano il polso destro ed il capo basso.
"Grazie per il libro." Dissi io, alzando la mano nella quale stringevo il libro.
"Figurati... ci vediamo a scuola." Mormorò imbarazzata.
Io mi limitai ad annuire. Aprii la porta e mi diressi al piano di sotto.

Mia madre aveva già la giacca sulle spalle. Era un cappotto lungo sul color caffè latte, con dei bottoni neri. Mi ricordava le giacche degli investigatori inglesi.
Lei sorrise, quando mi vide.
I miei fratelli mi lanciarono un sorriso... perverso. Quella era la parola giusta.
Salutammo Ellen e Vanessa, per poi uscire nel giardino.
Mio padre salutò Damiano, per poi aprire la macchina - o meglio, furgoncino -.
Salimmo in macchina, prendendo i nostri posti abituali: papà al posto del guidatore e mamma al suo fianco. Rydel, Riker e Ryland si misero nella seconda fila di sedili e Rocky ed io nella terza.
Chiudemmo gli sportelli scorrevoli e papà mise in moto. L'aria dentro la macchina era pungente ed ad ogni mio respiro, una nuvoletta di vapore si liberava dalla mia bocca. Io non mi ero neanche portato una giacca, avevo solo una maglia bianca a maniche lunghe. Strinsi le braccia lungo i lati del mio torso, scosso da alcuni brividi.
Il cielo era scuro e poco nuvoloso, le stelle quasi non si vedevano. La luna si intravedeva fra una nuvola e l'altra.
Aprii la prima pagina del libro, per leggere l'introduzione. L'unica fonte di luce erano i lampioni lungo la strada.

Arrivammo a casa in pochi minuti, papà parcheggiò l'auto nel vialetto laterale, poi scendemmo tutti.
Strinsi ancora di più il libro, avvicinandomelo al petto.
Salutai la mia famiglia ed andai a stendermi nel mio letto.

Don't Forget Me Now || A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now