Capitolo 11: In morte di Sirius Black

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Ci sembrò di poter morire in quel momento. Semplicemente perché non avevamo la più pallida idea di come saremmo stati una volta alla fine del tunnel. Una volta aperto la porta, eravamo precipitati verso il basso, sempre più in giù, verso le viscere della terra, quando finalmente vedemmo il suolo. Di scatto, presi la mia bacchetta. «Aresto momentum!» urlai, così da poterci fermare ancora prima di poterci perdere non solo la faccia, anche la vita. Avevamo combinato un vero disastro con tutte quelle profezie rotte nell'Ufficio Misteri, di una gravità inimmaginabile, ma se eravamo abbastanza fortunati ci avrebbero trovato lì a combattere contro i mangiamorte. Quando toccai il suolo con le membra sentii un leggero dolore all'altezza dell'addome, ma nulla che non c'entrasse con la caduta.

«Stai bene? Tutto ok?» Fred si mosse velocemente, aiutandomi ad alzarmi da terra. Feci un cenno con la testa per assicurargli che io e la bambina eravamo a posto. Nulla di rotto.

Eravamo finiti in una stanza, ai miei occhi molto macabra. Il suo non essere piena mi infastidiva, quel silenzio assordante dava fastidio alle mie orecchie, mentre gli occhi perlustravano attentamente ogni angolo. Di mangiamorte non c'era manco l'ombra; forse erano andati via dopo averci visto persi, fallendo miseramente nella loro missione. Mi guardai intorno ancora e ancora, e inevitabilmente i miei occhi riconobbi che si trattava della morte. Era un grande anfiteatro con grossi gradoni di pietra e al centro si trovava un arco a cui era appeso un velo nero, il quale oscillava lentamente da un lato all'altro da cui provenivano strane voci.

«Siamo nella stanza della Morte, ragazzi!» dissi.

«E ciò non è positivo, immagino» Ron mi guardò con viso al dir poco scioccato.

«È una delle sette stanze che compongono l'Ufficio Misteri, insieme a quella del cervello, dell'amore, del tempo. Per di più quell'arco collega il mondo di vivi con quello dei morti» spiegò Hermione. La ragazza come al solito aveva concluso la mia spiegazione.

Forse Hermione aveva paura per le voci, o perché quello spazio angusto non era molto rassicurante, sta di fatto che c'era qualcosa di strano. «Fred, tu le senti?» chiesi. Il ragazzo scosse il capo. «Stai attenta...» mi intimò quando vide che stavo lasciando la sua mano per raggiungere Harry e Luna, poco più vicini all'arco di pietra.

«Le sentite le voci?» domandò il ragazzo con gli occhiali.

«Io non sento nulla Harry». «Le sento anch'io» risposero la riccia e Luna.

«Credo che ci sia un motivo per cui solo noi tre riusciamo a sentire quelle voci ragazzi, e penso che c'entri col fatto che abbiamo visto la morte in faccia. Ha ragione Hermione, neanche io mi fido, dovremmo...».

«Andarvene?» una voce maschile mi precedette, prima che intorno a noi si formassero nubi nere, travolgendoci nel loro vortice oscuro. Presi la mano di Harry, per tirarlo giù. Con una buona probabilità non ci avrebbero presi, o forse non era mai stata loro intenzione.

«Bene bene. Credevate davvero che ci fossimo arresi di fronte a quattro maghetti come voi? Specialmente tu, Caroline, mi deludi parecchio. Mio cugino non ti ha forse spiegato che noi non ci arrendiamo di fronte a nulla? I Malfoy non lasciano mai scappare la loro preda». Lucius Malfoy era sopraggiunto proprio di fronte a noi, sul fondo di quell'arena dove presto si sarebbe tenuto un duello magico. Intorno a noi, i nostri amici erano stati presi in ostaggio dai suoi scagnozzi, pronti a ridersela di ciò che sarebbe avvenuto. «Te lo ripeterò solo un'ultima volta. Dammi la profezia, o per i vostri amici non andrà a finire bene». la sua mano venne tesa verso il ragazzo.

Harry stava sudando freddo, in una maniera che non si poteva neanche immaginare e poco serviva perché Lucius lo convincesse, nonostante Ron ed Hermione continuassero a dirgli che non doveva assolutamente farlo. «Non dargliela Harry, è un'ottima mossa, ma non fidarti. Ci uccideranno comunque non appena gliel'avrai data» dissi.

➣ The daughter of Sirius Black ¹ [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now