Capitolo 10: Visita al Ministero

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Non fu per niente un bello spettacolo, specialmente perché le vittime di quello scherzo misero a vomitare ovunque, diventando dei colori più inimmaginabili che potessero esistere, mentre Draco ripeteva loro do smetterla senza pace. Vidi mio cugino voler tentare il suicidio solo per tutto quel disastro, mentre di corsa correvamo via verso il cortile esterno della scuola. Al nostro arrivo, Harry ed Hermione erano già lì, appena tornati da una visita ai centauri e al gigante di Hagrid. Della Umbridge non si sarebbe saputo per un pò: stando alle parole dei due ragazzi, quando erano arrivati in un punto non troppo lontano, con la scusa di perdere tempo o forse in cerca di un miracolo, la strega era sparita col clan di Fiorenzo, che aveva tralaltro cercato di attaccare dandogli delle "bestie", in mezzo a quella grande distesa di alberi alti quasi fino al cielo.

«Finalmente!» esultò Harry, in un primo momento molto contento di vederci tutti salvi dalle grinfie dei serpeverde, poi mosse la testa con un'espressione confusa «Come siete scappati?».

«Consiglio vivamente di non saperlo» sopraggiunse Ginny. A grandi falcate ci aveva raggiunto e lo avevano fatto anche Neville e Luna «da quel che so non è stato affatto piacevole. Pasticche vomitose, le ultime da brevettare». La rossa era al dir poco disgustata dalla trovata dei fratelli gemelli, i quali si guardavano fieri del loro operato, spostando lo sguardo verso di me in segno di approvazione.

«Sono fiera di voi ragazzacci che non siete altro» dissi con un gran sorriso ai due. Il mio volerli abbracciare fu impossibile vista la mia non molto spiccata altezza. Con lo sguardo passai in rassegna a tutti, finendo su Harry. Per quanto mi fosse piaciuto continuare a parlare di quella trovata geniale, mio padre era nelle mani del nostro nemico comune e dovevo salvarlo a tutti i costi. Era l'unico che mi rimaneva dei miei genitori.

«Allora, Harry? Qual è il piano?» domandai, lasciando che riflettesse sul da farsi, probabilmente aggravando su tutto quello che avrebbe dovuto affrontare una volta arrivato al ministero, nervoso a fior di pelle. Fortunatamente lui non sarebbe mai stato solo a combattere: quello che rimaneva dell'Esercito di Silente era lì per sostenerlo. Era chiaro che entrare adesso al ministero, senza una passaporta o la metropolvere a disposizione era difficile e c'erano pochissimi modi per arrivarci, non potevamo neanche smaterializzarci da un posto all'altro per un milione di motivi validi.

«Non preoccupatevi. Posso aiutarvi io, forse c'è un modo» disse la piccola luce in fondo al tunnel, in quel momento identificatasi come Luna Lovegood. Quella ragazza aveva risolto in pochi secondi il dilemma che ci saremmo posti per ore, ed io mi diedi della stupida per non averci pensato prima. Certo che i Thestral erano un ottimo modo per muoverci.

«I Thestral? Non credo di averne sentito parlare in Animali fantastici: dove trovarli» Hermione precisò a dire seguendo la ragazza dalla lunga chioma bionda, come per trovare il pelo nell'uovo con ogni domanda complicata che faceva a Luna, ma Hermione non avrebbe mai potuto capire cosa significava menzionare i Thestral per alcuni di noi. «Questo perché in quel libro non vengono citati, non sono considerate vere creature dal momento che non tutti possono vederli, assomigliano di più ai fantasmi. Chi non ha visto la morte in faccia non può capirlo» spiegai «E non mangiano neanche come tutti gli altri animali; solo un tipo di erba particolare che vive in questa foresta nonostante siano onnivori» concluse Neville Paciock. Sembrava anche lui informato sull'argomento.

Grazie a quelle splendide creature dalle grandi ali nere, volammo via dalla scuola in pochi minuti passandoci sopra con insolita lentezza, oltre il lago nero, in direzione di Londra. Tenevo le redini di quella fiera ma nascosta creatura, avendo avuto già provato quel modo di viaggiare la prima volta che incontrai un mago, mentre Fred si teneva saldamente a me. Non era spaventato dei Thestral, quanto alla mia guida, ma presto la paura sembrò passare via. Il rosso si lasciò incantare dal panorama dai tenui toni del rosa, arancio e celeste che dipingevano il cielo dopo il tramonto, mentre Hogwarts era solo un lontano ricordo. Vidi il suo viso farsi sempre più cupo, mentre una strana nostalgia sembrava averlo rapito. Potevo comprenderlo benissimo: sarebbe stato, con grande probabilità, l'ultimo sguardo che avrebbe rivolto a quella scuola, non sapendo se prima o poi ci sarebbe tornato. Con delicatezza, provai ad accarezzargli la guancia e lui non si mosse, anzi, mi venne più vicino per un maggiore conforto, avvolse i miei fianchi con delicatezza poggiando le mani sulla mia pancia.

➣ The daughter of Sirius Black ¹ [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora