Capitolo 13 - Missione Suicida

Începe de la început
                                    

La tensione di colpo sale; è bastata una domanda spontanea di mio fratello a farmi rimuginare sugli errori che ho commesso e sulle persone che ne hanno pagato le conseguenze.

Devo riuscire ad essere razionale e se ciò comporta mentire mio fratello, allora lo farò.

«Starà venendo da voi, presto vi raggiungerò anch'io.» Lui annuisce; dopodiché mi saluta e scompare dall'inquadratura.

Ora comprendo cosa provava la mamma quando mentiva sul conto di papà: pensare di far soffrire Dylan dilanierebbe la mia anima, e credo che lei abbia compiuto le sue azioni sulle base di questo ragionamento.

Daren si precipita a indossare il camice infilando prima un braccio e poi l'altro; la divisa gli calza a pannello.

Non riesco a far a meno di guardare marchio dell'Èlite: due cerchi d'oro che si intrecciano.

La nonna una volta mi ha raccontato che le forme geometriche sono rispettivamente la Terra e Marte che si incontrano formando una congiunzione fra i due pianeti.

Ma quel logo è il più fasullo di tutta la galassia.

Diceva la nonna che gli uomini non riusciranno mai a vivere senza scaturire un conflitto, poiché l'oscurità è insita nel genere umano.

«Carl, cosa aspetti?» Mi fa notare Daren. «Indossa questo lerciume.» Agguanto il dispositivo ficcandolo nella mia tasca.

Sfilo il camice dal manichino e infilo prima un arto poi un altro; scuoto la gabbanella buttando un occhio all'altezza del mio cuore: c'è il loro marchio.

"Non devi pensarci", ripeto a me stesso; vado lì soltanto per scoprire di più sulla vicenda di mia madre. Joshua ci guarda dallo schermo e sorride a trentadue denti gabbandosi di noi. «Okay. Allora... » Finisce di prenderci in giro. «Ho rubato delle impronta digitali e l'anatomia delle retine degli occhi di due membri dell'Èlite. Poggiate entrambi i palmi sull'impronta digitale davanti a voi e poi avvicinate i vostri bulbi oculari a quella specie di laser.» Ci ordina Joshua. «Vedo che siete messi male. Vi serve il laser risanatore» Finisce notando le nostre ferite.

Un raggio zaffiro copre il mio corpo e quello di Daren e le ferite si risanano lentamente.

Il sangue scompare, ma la nostra pelle rimane butterata. Risanate le ferite eseguiamo gli ordini e poggiamo prima le mani e poi avviciniamo gli occhi a un aggeggio che emana una luce smeraldo.

«Ora avete l'impronta digitale di due membri dell'Èlite, infine dovrete indossare gli occhiali.»

«Perché dovremmo indossare gli occhiali?» Ribatte Daren esaminandosi le mani.

«Perché sa di sapientone.» Risponde secco Joshua.

«Al diavolo!» Ribatte Daren. Le lenti hanno una montatura nera e dei vetri trasparenti; si adattano splendidamente al mio viso.

«Posso trasferire Trixy?» Domando proprio mentre Joshua sta per aprire bocca.

«Certo! Comunque... Non sono semplici occhiali.» Dice facendo una smorfia.

«Poco importa che non siano semplici occhiali. Non li indosserò!» Risponde il ragazzo pacato.

«Forse perché la mammina ti tormentava da piccolo.» Ride Joshua, e la sua risata arriva filtrata come un gracchio.

«Meglio che non torni su Marte.» Minaccia Daren.

«Ragazzi finiamola qui! Adesso dobbiamo effettuare una missione suicida.» Irrompo cercando distemperare la tensione. Sono una sorta moderatore quando loro due discutono.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum