Capitolo 2 - Capsula

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Mia mamma è lì, distesa sul salotto a versare lacrime e ad abbandonarsi alla sorte senza lottare.

Peggiora di giorno in giorno, e non faccio altro che domandarmi quanto ancora possa resistere la sua psiche prima che crolli del tutto.

«Mamma cos'è successo?» Le domando avvicinandomi verso di lei e dando il capotto a Mr.Bender, che è entusiasta di accogliermi a casa.

«Niente, niente. Sono solo un po' giù, tutto qui» La mamma cerca di risistemarsi. Si issa dal divano e con gesti febbrili si mette la mani in volto e spazza via le lacrime che le affossano il viso.

«La nonna e papà sono ancora vivi.» Mento tentando di incoraggiarla.

Un barlume di speranza resta sempre acceso in me, anche se non ho certezze che mio padre e mia nonna siano ancora vivi.

«Lo so amore, lo so. Ora preparo la cena» Annuncia e si dilegua abbassando il volto.

Così, dopo un mezza giornata a sentire le tediose lezioni della professoressa Barnes, e dopo la sconcertante scoperta della capsula, decido di andare nella mia stanza a vedere Dylan, il mio fratellino.

A tratti mi assomiglia in modo eclatante, con i suoi occhi castani e i capelli di una tonalità marrone scuro che si abbandona al nero.

Mi avvicinò di soppiatto, mentre lui è alla prese con la realtà virtuale e con estrema calma gli ancoro le mani sotto le ascelle e le inizio a muovere velocemente.

Dylan inizia a contorcersi dalla risate e con un gesto disperato si leva la console dagli occhi. Si distende al suolo mentre io continuo a stuzzicarlo.

«Tutto bene mascalzone?» Gli domandò fermando la sua risata.

Lui fa cenno di sì con il capo e si lascia sfuggire un dolce abbraccio.

Dylan non soffre della mancanza di papà, poiché ci sono stato io in qualunque momento, pronto a rincuorarlo e a giocare con lui, riuscendo così a colmare l'assenza di mio padre.

Dopo un paio di minuti passato a giocare con i suoi giocattoli più strani, la mamma ci chiama per avvertirci che la cena è pronta.

***

Stasera è il turno della zucca. La pietanza nello specifico, si chiama crema di zucca, ed è una sorta di crema che contiene patate, brodo e parmigiano; una vera e propria schifezza, ma il cibo scarseggia e bisogna adattarsi agli alimenti che si trovano in giro.

La tavola senza mio padre scaturisce in me un senso di vuoto. Aleggia il silenzio, che si interrompe a tratti con l'acciottolio dalle posate e il sorseggiare della zuppa.

A peggiorare di più la situazione è la domanda di mio fratello Dylan.

Ha chiesto alla mamma quando papà ritornerà, e lei ha ribattuto con un "tornerà presto".

Ma dal timbro di voce che ha assunto la mamma chiunque si sarebbe accorto che la risposta non era poi così convincente.

Lei ha deciso di non raccontare ancora la vicenda a mio fratello poiché è ancora piccolo. Ma spesso mi domando quando verrà l'occasione giusta per raccontare la verità a Dylan, dal momento che il mio fratellino cresce a vista d'occhio e sta iniziando a porsi delle domande

Appena finito di mangiare informo la mamma che andrò da Sam, mentendole sulla mia vera metà: la capsula.

E solo dopo aver rimboccato le coperte al mio fratellino, esco di casa assistito dal mio skateboard. L'oggetto è stato un regalo della nonna al mio quindicesimo compleanno; l'ha progettato appositamente per me.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora