capitolo dodici.

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Il sole entra dalle fessure della finestra e mi accarezza il viso. Sono troppo stanca così mi giro dall'altro lato e cerco di riaddormentarmi quando mi ricordo dell'altra sera e mi metto seduta di colpo. Cato non c'é. Un senso di vuoto entra dentro di me quando non é al mio fianco.
Mentre mi faccio la doccia penso a quello che é successo ieri sera: Cato e Lux abbracciati, io da sola in camera mia a piangere e l'ultima cosa che ricordo é il calore di Cato, il suo profumo.
Il mio staff di preparatori entra senza bussare e io mi copro con un'asciugamano.
Dopo che mi hanno "ripulita" (e uso le virgolette perché più che pulita é una tortura) il mio stilista mi fa vedere il mio abito. É arancione, senza maniche né bretelle.
«Chiariamo una cosa: lo indosso solamente perché devo piacere al pubblico vale a dire voglio vivere» dico. Quando vedo il mio stilista che si avvicina con i tacchi indietreggio.
«No no no no. Non mi metterò quei cosi» se non fossi bloccata in questo vestito così ampio lo avrei già atterato
«Cara mettiteli immediatamente, non ho tempo da perdere» urla Tess da un'altra stanza.
Io scappo via correndo alzandomi la parte di davanti della gonna. Entro in una stanza qualsiasi e mi chiudo dentro. Dopo poco sento i tacchi di Tess tintinnare verso di me ma non é sola. Bisbigliano qualcosa ma non riesco a capire chi sia l'altro
«Clove, sono Cato fammi entrare avanti» non so cosa fare ma alla fine decido di aprirli
«Cosa ti é preso?»
«Cato io quei cosi non me li metto»
«Smettila di fare la bambina viziata e mettiti i tacchi» mi lancia i tacchi e li prendo al volo
«Scommetti che non me li metto?» lo provoco con un ghigno sul viso
«Ah la vuoi mettere così eh? Accetto la sfida. Vieni qui!» io salto dall'altra parte del letto per sfuggire alla sua presa. Quando mi giro vedo Cato con la faccia sul letto
«Sei lentoo» lui si alza e mi prende il vestito facendoni cadere sopra di lui. Lo guardo nei suoi occhi azzurri e per un momento vedo il mio riflesso. Lui mi scosta i capelli mettendomeli dietro l'orecchio e poggia la sua mano sulla mia guancia. Mi avvicino sempre di più fino a quando non rimangono pochi centimetri e....

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