«Vuoi entrare?» chiese al ragazzo, mentre lo guardava sfilarsi il casco e aggiustarsi i riccioli mori con una mano. Isaac sorrise e s'incamminò dietro di lei, fino alla porta d'ingresso. Avrebbe dovuto già essere in viaggio verso il loft di Derek per gli allenamenti, ma era tanto che non passava un pomeriggio a casa Grimes e sperava davvero di poter mangiare di nuovo la torta alle mele della madre di Emma. Era la più buona che avesse mai mangiato.
Sentì la chiave girare nella toppa della porta e seguì Emma all'interno della casa, fino alla cucina. Non appena varcò la soglia di quella stanza un forte e gradevole odore di mele lo colpì in pieno viso. Inspirò profondamente ed Emma sorrise.
«Vuoi una fetta di torta, Isaac?» lo prese in giro. Il ragazzo annuì e si sedette al tavolo, mentre guardava Emma aprire la credenza per prendere due piccoli piatti e poi il cassetto per il coltello e le forchette.
Alla fine, si sedette di fronte a lui e tagliò una fetta ciascuno.
Diversamente dal solito, c'era un preciso motivo secondo il quale aveva fatto entrare Isaac e gli aveva offerto una fetta di torta, che stava letteralmente divorando. L'idea le era venuta in mente quando erano usciti da scuola, almeno una mezz'ora prima.
«Posso chiederti una cosa?» parlò alla fine, dando uno sguardo alla fetta di torta ancora quasi intatta nel piatto di fronte a lei. Isaac era già alla fine del secondo pezzo.
«Certo» rispose, con la bocca piena.
«Stavo pensando...» cominciò, cercando le parole giuste «Tu sei allenato ed esperto di lotta fisica e cose del genere, quindi non è che-»
«Non ci pensare nemmeno» rispose lui, appoggiando la forchetta sul tavolo.
«Ma non sai nemmeno cosa voglio chiederti!» esclamò, spazientita Emma.
«Sì, invece» rispose lui, sorridendole divertito «Vuoi che io ti alleni, ma non lo farò»
«Perché no?»
«Primo, perché non sono abbastanza esperto di allenamenti e cose di questo tipo: potresti farti male anche solo camminando; secondo, Derek mi staccherebbe la testa a morsi»
«La tua sincerità e lealtà nei suoi confronti mi commuovono» esclamò sarcasticamente Emma, rimanendo seduta al tavolo.
«Immagino» replicò il ragazzo, ridendo. Lo guardò alzarsi dal tavolo e afferrare il casco, appoggiato sulla sedia, vicina a lui «Adesso devo andare, ho gli allenamenti»
Emma gli tirò la migliore delle sue occhiatacce e lo accompagnò alla porta. Il ragazzo le lasciò un bacio sulla guancia, facendole spuntare sul volto un sorriso tirato e si avviò alla moto, per poi partire in fretta e furia.
Rientrò dentro e si chiuse la porta alle spalle. Il pensiero di volersi allenare ed imparare qualcosa non lasciava mai la sua mente e ronzava costantemente tra i suoi pensieri: non si sarebbe fermata, finchè non avrebbe ottenuto quello che voleva. Era sicura di potersi proteggere da sola, ma aveva bisogno di qualcuno che glielo insegnasse.
Derek ed Isaac si erano rifiutati e sapeva che anche Scott avrebbe reagito allo stesso modo, così tornò in cucina, afferrò il cellulare rimasto sul tavolo, vicino alla poca torta che era avanzata dopo il passaggio di Isaac, e compose il numero di Malia.
«Mi alleni?» le chiese, non appena sentì la voce dell'amica dall'altra parte del telefono.
«Cosa?» esclamò lei.
«Derek ed Isaac non vogliono farlo» spiegò Emma «Sei l'unica che mi è rimasta! Ti prego, Malia, mi devi un favore!»
L'amica rise «In teoria, sei tu che me ne devi uno, visto che ho un'ulteriore insufficienza a scuola, ma comunque, no, non posso»
«Perché?» esclamò l'altra, lasciandosi andare su una sedia.
«Perché se solo ti facessi male o, nel migliore dei casi, avessi anche un solo graffio sul tuo corpo, Derek mi manderebbe dieci boia a casa per torturarmi ed uccidermi»
Emma, nonostante il rifiuto, scoppiò a ridere «Stai studiando storia?»
«Sì, e mi sta letteralmente scoppiando il cervello!» esclamò, esausta «Come fai a ricordarti tutte quelle date?»
Emma rise di nuovo e passò il resto del pomeriggio, con l'orecchio attaccato al telefono, per essere sicura che Malia imparasse tutte quelle nozioni.

Sapeva che ci fosse qualcosa che non andasse in quella giornata, quando – dopo il suono dell'ultima campanella – tutto l'intero branco si precipitò alla jeep di Stiles, senza nemmeno rivolgerle un saluto. Inizialmente, fu il sospetto che ci fosse qualcosa sotto a prendere il sopravvento, ma in un secondo momento arrivarono la rabbia, la frustrazione e la voglia malata di sapere cosa stesse effettivamente succedendo. Non ci pensò nemmeno due volte: scese gli scalini che dividevano l'entrata dal parcheggio, di fronte alla scuola, e si diresse a passo spedito verso di loro. Erano tutti lì, non mancava proprio nessuno. Anzi, lei era l'unica che mancasse, ma sembrava che nessuno di loro se ne fosse accorto. Erano disposti di fronte allo sportello del guidatore, quasi in cerchio, e stavano discutendo di qualcosa che doveva sembrare davvero interessante.
«Che fai?»
Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare; si voltò, fermandosi sul posto e vedendo Aiden intento a guardare nella stessa direzione in cui erano puntati anche i suoi occhi «Dio, mi hai spaventata»
Sapeva che avrebbe dovuto aver paura di lui, che avrebbe dovuto allontanarsi immediatamente o non permettergli nemmeno di rivolgerle la parola, ma la verità era che Aiden le piaceva. Diversamente da come diceva Derek, non le aveva mai torto un capello e mai si era intromesso all'interno del branco. Anzi l'unica cosa che aveva fatto per lei era stato farla uscire da quel labirinto infernale, affinchè arrivasse in ospedale sana e salva.
«A proposito» riprese la ragazza «Non ti ho ringraziato per aver aiutato me e Stiles ad uscire dalla centrale» fece una pausa «Quindi...Grazie»
«Figurati» si limitò a rispondere Aiden, abbozzando un sorriso.
Emma stava per replicare quando notò lo sguardo del ragazzo fisso sugli occhi di tutto il branco, che stava osservando i due ed era pronto a scattare, nel caso in cui Aiden si fosse anche solo mosso di un millimetro.
«E' meglio che vada» disse la ragazza «Ci vediamo, ok?»
Aiden annuì senza aggiungere altro e raggiunse il fratello, per poi sfrecciare via con la sua moto. Emma, invece, prese coraggio, respirò profondamente e decise di unirsi al gruppo per cercare di scoprire cosa stesse accadendo.
«Non devi parlare con Aiden, lo sai» fu la prima cosa che giunse alle sue orecchie, non appena li raggiunse.
«Non faccio parte del branco» sottolineò lei, con un tono alquanto scocciato «Faccio quello che voglio»
Tutti rimasero in silenzio, così Emma ne approfittò per riprendere a parlare «Cosa stavate facendo qui? Stavate scappando da me?»
«Cose del branco» rispose, in modo altrettanto scocciato, Erica. Emma le tirò una delle sue peggiori occhiatacce, ma cercò di non saltarle addosso e strapparle i capelli dalla testa. Di solito, era una ragazza simpatica, ma quando ci si metteva sapeva diventare la peggior vipera mai vista a Beacon Hills.
«Derek ci ha convocato tutti oggi» parlò alla fine Stiles «Allenamento speciale: ecco perché non ti abbiamo detto niente»
«Volevamo, però» aggiunse Malia «Visto come stanno le cose...»
Emma annuì lentamente, cercando di assorbire ogni parola: ovvio che non sapesse niente, che Derek non l'avesse nemmeno chiamata. Lei non faceva parte del branco ed era giusto che passasse il pomeriggio a studiare come qualsiasi studente di quella scuola. Avrebbe fatto sicuramente così, se non fosse stata la (quasi ex?) ragazza di un licantropo e non avesse avuto come amici un branco composto da creature sovrannaturali. Non era certo nella posizione più giusta per comportarsi come una stupida umana all'oscuro di tutto. Ed in più, voleva ancora essere allenata e l'ultima possibilità che aveva era quella di insistere ancora una volta con Derek.
«Vengo anch'io» esclamò, mentre il volto di ognuno di loro reagiva di conseguenza.
«Non credo sia una buona idea» s'intromise di nuovo Erica «Derek è già nervoso di suo, daresti solo fastidio»
Malia roteò gli occhi, infastidita, ma la evitò comunque «Sei sicura? Non so quanto sarà felice di vederti: è piuttosto arrabbiato»
«Non m'importa» rispose Emma «Me ne starò buona buona in un angolo con Stiles e vi guarderò e basta, giuro»
L'amica sospirò pesantemente: sarebbe stato un pomeriggio davvero interessante.

The girl who cried wolf | Teen WolfWhere stories live. Discover now