Capitolo 2

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Appena arrivo a casa butto la borsa da qualche parte e noto che non c'è nessuno, mi sorprende non vedere la domestica, ma non ci penso più di tanto, vado in cucina e vedo che c'è il pranzo, sono affamata e infatti lo finisco in meno di 10 minuti.

Vado in camera sperando che arrivasse subito il giorno seguente, forse proprio per incontrare la biondina, mi buttai praticamente a tuffo sul mio adorato letto e senza accorgermene mi addormentai, mi svegliai sentendo dei rumori che provenivano dalla cucina, e subito corsi giù, notai mia madre ai fornelli... MIA MADRE, non la vedevo cucinare da ormai 7 anni, da quando mio padre ci cacciò di casa, stemmo per qualche mese a casa di mia nonna, finché mia madre non ebbe una buona proposta di lavoro e da lì non so più cosa significasse la parola casa.

"Che stai facendo?" chiesi a mia madre con un tono molto perplesso. Si girò.
"Non parliamo da molto, voglio sapere com'è andata il tuo primo giorno di scuola e poi volevo stare un po' da sola con te, ecco perché non c'è la domestica, e ho pensato di cucinare qualcosa" disse sorridendomi.

Appoggiò due piatti con dentro delle cotolette e patatine, ci sedemmo.
Iniziammo a parlare nel generale, iniziammo a scherzare e a ridere come se non ci fosse un domani, devo ammetterlo, mi mancava mia madre, non la vedevo praticamente mai per colpa del suo lavoro e ora che ci faccio caso penso a come mai stia qui, ma non mi va di chiederle, voglio continuare a vederla sorridere, per me lei è tutto, è la donna della mia vita, mi ha cresciuto con le sue forze, e so bene che accettò la proposta di lavoro per farmi vivere nei migliori dei modi, se può interessarvi fa l'avvocato.

Mia madre mi portò nella realtà, "In amore come và?" chiese facendomi un'occhiolino, non so per quale assurdo motivo pensai alla biondina... mi affrettai a rispondere con un semplice "non và" ma per non far vedere che la cosa mi dispiacesse, ci risi sopra. Si, mi dispiaceva, avevo 17 anni e volevo una ragazza al mio fianco, non so cosa significasse il "primo amore", ne ho avute di ragazze ma non si è mai accesa quella scintilla, quella passione, l'amore vero, quello che ogni giorno la gente ne parla, volevo provarlo anch'io. Davvero non ci credo che a 17 anni io non sappia la parola amore.

Se non si fosse capito, sono lesbica.
Ritornando nella realtà mi accorsi che mia madre aveva tolto la tavola, lavato i piatti e messo tutto apposto, si girò verso di me, "È meglio se adiamo a dormire, domani devi andare a scuola e io devo svegliarmi presto, cercherò di fare come oggi, di ritornare prima e starcene un po' insieme" disse guardandomi come se aspettasse una risposta, ma le andai addosso abbracciandola, "Grazie" le sussurrai, ricambiò l'abbraccio e andammo a dormire.

*Il giorno seguente*
Mi svegliai grazie alla mia sveglia, cosa al tal quanto strano, ma solo ora ricordo che ieri sera cambiai suoneria, scommetto che si sente fino in Italia.

"SANT..." non la feci nemmeno terminare la solita frase che le urlai "SONO SVEGLIA!" e senza capire cosa avesse detto, andai a lavarmi, dopo di ché, mi fiondai nell'armadio e presi una maglietta abbastanza pesante, un pantalone nero e ovviamente le mie Vans nere.

Mi truccai leggermente e scesi di giù a fare colazione visto che avevo ancora un po' di tempo, dissi alla domestica che andavo via, presi la borsa e andai, mentre stavo camminando mi accorsi che faceva ancora freddo anche se era metà primavera. Arrivai in poco tempo a scuola e non so, ero stranamente felice.

Passò la prima ora, la seconda e la terza in breve tempo, finalmente l'ora di pranzo, non avevo per niente fame, stamattina avevo fatto una abbondante colazione, così decisi di sedermi sulle scali a fumarmi una sigaretta, vidi la biondina, quanto era bella, nello stesso momento in cui lo stavo pesando mi venne un brivido alla schiena.

Indossava un jeans stretto da far notare benissimo il suo lato B, una camicia a quadretti di color blu e nera, e girandosi nella mia direzione, notai anche che aveva una fascia tra i capelli color blu scuro, ASPETTATE, COSA? SI STA AVVICINANDO TROPPO VERSO DI ME, calma, perché mi batte forte il cuore, Santana basta, ah, bello, ora parlo anche con me stessa, quella biondina mi riportò sulla terra allungando la sua mano verso di me, "Piacere Brittany" disse fissandomi mentre io ero lì a bocca aperta mentre lei continuava a sorridermi e stare ferma davanti a me, "P-piacere Santana.." dissi con un tono imbarazzato, porgendole la mano, mai nessuno mi ha fatto questo effetto, sono sempre stata una tipa sfacciata...

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