Capitolo 1

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Caro diario finalmente ti scrivo, sono da poco arrivata in Ohio e domani sarà il mio primo giorno di scuola del quarto anno, anche se è quasi finito il semestre sono riuscita ad entrare, hanno visto i miei voti nei mesi precedenti. Spero di fare nuove amicizie, sai bene che a Londra ne avevo tantissime, ma per colpa del lavoro di mia madre non posso stare un posto fisso, spero che questo sia l'ultima volta che ci spostiamo, ora è meglio che vada a dormire.

"SANTANA SVEGLIATI, È TARDI" ecco la fastidiosissima voce della mia domestica.

È arrivato il grande giorno, qualche giorno fa ho controllato quanto sono distante dalla mia nuova scuola, devo dire che è abbastanza vicina ma per andarci devo assolutamente alzarmi e fare una doccia molto velocemente, una volta uscita, vedo cosa indossare, non sono per niente entusiasta e quindi questo significa che metterò le prime cose che vedrò, una felpa e un jeans strappato possono andare più che bene, e ovviamente le mie adorate Vans nere.

Sono indecisa se truccarmi, controllo l'orario, è tardissimo, decido di mettermi solo un po' di mascara, mi controllo per l'ennesima volta allo specchio, essì, sono pronta.

Esco di casa, chiudendo molto forte la porta per far capire alla domestica che sono uscita. Infilo le cuffie e inizio a camminare, e ora che ci penso non ho fatto nemmeno colazione, mi guardo attorno e non c'è nemmeno un bar, ma che posto di merda è questo, senza accorgermene arrivo davanti ad una enorme struttura, ovvero la mia nuova scuola e rimango senza fiato, è grandissima, mi ci imbatto dentro e vado alla segreteria per alcune informazioni, tipo che lezioni ho, il mio armadietto, ecc.

La mia prima lezione è Spagnolo, bene, la mia lingua madre, entro e noto che il professore non c'è ancora, noto anche che non c'è un posto libero, controllando meglio c'è un posto vicino ad una biondina, decido di sedermi lì, "decido", unico posto libero, devo. Durante la lezione la biondina mi guarda dalla testa ai piedi, mi giro infastidita. "Hai qualche problema?" le dico con un tono abbastanza acido, diventa subito rossa come un peperone. "N-no..scusa, mi d-d-dispiace" dice imbarazzata.

Penso di essere stata abbastanza antipatica, ma non mi interessa. Finita la prima ora, continuo con le altre lezioni chiedendo in giro dove dovessi andare, che fastidio essere nuova. Finito tutte le lezioni, vado a posare i miei quaderni, nell'armadietto, girandomi incontro gli occhi della biondina, vicino al suo armadietto, stava bevendo, all'improvviso mi sorride, a mia volta sorrido senza accorgermene, rimaniamo così più di qualche secondo, sorridendoci, finché un'altra biondina non la chiama, mi ha dato un po' fastidio quella ragazza, ha rovinato un bel momento, controllo l'orario e penso che se non rientro a casa, la domestica mi uccide.

Tornando a casa penso a quei occhi, a quel sorriso, a lei, devo assolutamente sapere come si chiama.

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