Capitolo Otto: Riflessioni

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«Kathleen! Kathleen!»

E va bene, era successo qualcosa. Ammettiamolo: non si aspettava di certo un risvolto del genere. Conosceva Ashley da pochi mesi, erano amiche da ancor meno, erano uscite al massimo una dozzina di volte e all'improvviso le diceva di... Amarla?

Certo, sorrideva sempre quando la vedeva. Certo, la chiamava con un tono sprizzante felicità che sfiorava quello civettuolo. Certo, le si stringeva addosso e voleva sempre l'esclusiva quando Kate doveva uscire con qualcuno, ma...

Kate si voltò sul fianco sinistro, fissando la scrivania. Era buio, di sotto provenivano i rumori dei festeggiamenti e lei stava ancora pensando agli avvenimenti della sera prima senza riuscire a dare una motivazione a tutto quello che era successo. Aveva lasciato lì Ashley, piantata nella neve a piangere, e questo era un male; ma lei le aveva detto di essere gelosa di Grace, di amarla, maledizione, e questo era malissimo.

Ashley aveva quindici anni, era minuscola, era graziosa, era così dannatamente... Così dannatamente...

«Kate, la mamma ti vuole» l'avvisò una vocetta gentile, accompagnata dall'apertura della porta della sua camera. «Vattene, Helene. Ti ho detto che non scendo» borbottò la ragazza, coprendosi il volto con il cuscino. «Ma ci sono visite!» insisté la bambina con la sua vocina acuta che tanto faceva impazzire Kate, nel pieno della sua adolescenza. «Visite?» domandò semplicemente, spostando il cuscino del volto e abbassando lo sguardo sulla figura tutta boccoli biondi della cugina di chissà quale grado. «Sì. Una ragazza...» la informò accigliata, venendo subito interrotta da uno scatto dell'altra.

«GRACE!» urlò Kate, fiondandosi fuori dalla camera e giù per le scale di legno, jeans e maglione blu a coprirla e senza un filo di trucco o parvenza d'importanza alla casa gremita di parenti. «Grace...» mormorò di nuovo arrivando nell'ingresso, trovandosi davanti un pacco proteso da una ragazza.

«Sopresa!» esclamò Ashley, tendendole un pacco regalo quasi più grande di lei. Il rossore adornò le gote di Kate, che scosse i capelli castani in un gesto spontaneo di rifiuto. «Ashley... Ashley, che cosa ci fai qui?» domandò sbigottita, mentre la madre entrava nell'ingresso con un sorriso a trentadue denti. «Kate, perché non scendevi? La tua amica ti sta aspettando da un pezzo!» la informò con tono da rimprovero, senza far vacillare il sorriso rivolto alla piccola Ashley. «Beh, non lo apri? Aprilo, dai!» le disse ancora la ragazza, urtandola delicatamente con il pacco. Kate sospirò, afferrò il pacchetto, sciolse il fiocco fatto con cura e strappò la carta. Un enorme peluche a forma di orso seduto fece capolino dal pacchetto distrutto, e tra le zampe anteriori aveva un cuore con su scritto...

«NO!» sbraitò improvvisamente Kate, lasciando cadere il peluche. «Ashley, devi smetterla!» le urlò addosso, facendola sbiancare istantaneamente. Le lacrime corsero agli occhi e sgorgarono sulle pallide guance della ragazzina, ancora con cappottino e cappello di lana in testa. «M-Ma io volevo... Volevo solo...» mormorò tremante, sotto lo sguardo sbigottito della madre. «KATHLEEN SCOTT! Come ti permetti di rivolgerti in questo modo ad una tua amica? Chiedi immediatamente scusa!» urlò a sua volta la donna, rivolta alla figlia che restò lì a fissare Ashley, occhi sbarrati ed espressione stupefatta, mentre la ragazzina correva fuori dalla porta lanciandosi in un pianto a singhiozzi ben udibile dall'interno. Kate ignorò bellamente la madre, afferrò il peluche da terra e risalì di corsa le scale, furente, per poi lanciarsi nella sua camera chiudendo la porta dietro di sé a chiave. Si sedette sul letto a gambe conserte, fissando quel "TI AMO" bianco che tanto spiccava sul cuore rosso, ribollente di rabbia. Come si era permessa, lei, dopo quello che era successo ieri, di arrivare così a casa sua, la vigilia di Natale, con un regalo del genere? Cosa le era saltato in...

Il display illuminato sulla scrivania la fece trasalire. «Oh, smettila Ashley» mormorò, alzandosi per afferrare il cellulare. "Grace 1" faceva bella mostra di sé sullo schermo, avvisandola che il messaggio che tanto aspettava era finalmente arrivato. Lo aprì, tremante, e rimase per svariati minuti a fissare lo schermo. «Ma cosa...?»


Messaggio da: Grace
Ora: 22.13


Auguri, Kate.
Non per Natale, intendo.

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