Capitolo Sette: Confessioni

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Accadde il ventitré dicembre; nevicava, la strada era vuota e Kate stava tornando a casa con Ashley. Alle venti era buio e vedeva poco, i pochi lampioni della via non erano tutti accesi. Indossava un largo maglione rosso che spiccava nel paesaggio innevato; l'amica blaterava qualcosa sulle festività o qualcosa del genere, ma lei non l'ascoltava occupata com'era a pensare a tutt'altro: Grace.

Quello era il primo Natale da quando si conoscevano che passavano separate, senza scambiarsi regali su panchine rese scivolose dal freddo o nei loro salotti riscaldati dai camini. Era il primo Natale in cui non urlavano emozionate per le rispettive sorprese, il primo in cui non si abbracciavano la notte della Vigilia per ripetersi quanto importanti fossero l'una per l'altra. Quell'anno era così strano e lei era diventata così cupa e nervosa da essere diventata una cattiva amica? Scosse la testa, distogliendosi da questi pensieri. Alzò il capo, accorgendosi di essere improvvisamente sola; voltandosi ritrovò Ashley parecchi passi indietro, ferma sotto la neve.

«Kate...» la chiamò a voce bassa; sembrava triste. Confusa, Kate tornò indietro per capire cosa fosse successo. «Ehi, va tutto bene?» le domandò con voce preoccupata. Le poggiò una mano sulla spalla, inducendola ad alzare il volto; sconvolta, vide le lacrime rigarle le guance.

«Ashley, ma cosa-» «No!» gridò lei con le labbra scosse dal tremore. "Perché riesco solo a far piangere la gente?" si domandò Kate frustrata, staccandosi dalla ragazza e facendo un passo indietro. «Avanti, perché piangi?» le domandò innervosita. Aveva freddo e a vedere il viso bagnato della ragazzina rabbrividiva ancor più nel maglione. Ashley non si decideva a parlare; il lungo maglione grigio che indossava era più grande di almeno una taglia, e portando le mani al volto affondò gli occhi nelle maniche che le coprivano fin sulle dita. Kate sospirò, avvicinandosi nuovamente per abbracciarla. La strinse forte a sé, lasciando che si appoggiasse alla sua spalla; dopo un minuto così finalmente risentì la sua voce. «...è solo che» mormorò «sembra che tu stia pensando ancora a Grace...» le confessò. Kate si staccò dall'abbraccio, guardandola stupefatta. Gli occhi della ragazza erano rossi a causa delle lacrime versate al freddo, il trucco sciolto in due mezzelune nere sulle gote e le labbra continuavano a tremare. Il viso, incorniciato dai neri capelli sciolti la facevano sembrare ancor più piccola di quanto realmente fosse: una bambina spaurita, era questa l'impressione che dava a Kate in quel momento, e sentì il cuore stringersi dalla tenerezza. «Ashley, ti voglio bene, ma non c'è bisogno di piangere...» cercò di spiegarle con voce dolce, ma l'amica la interruppe con un verso esasperato. «Invece sì!» le urlò, sottolineando le parole con un gesto esausto delle mani. «Non ce la faccio più, Kate, io... Ti amo».

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