A queste nuove notizie il mio cuore ricominciò a battere.
Sul cartellone degli avvisi lessi che si tenevano dei corsi di musica pomeridiani e così decisi di iscrivermi. La prima lezione si sarebbe tenuta domani. Non vedevo l'ora!!
Tornai in camera e mi misi a studiare.
Mi ero letteralmente addormentata sui libri... quando una mano sulla spalla mi svegliò.
"Selina, c'è Jazmyne che ti vuole salutare!" mi disse freddo Justin.
Quando alzai la testa non riuscivo a credere ai miei occhi. Presi il telefono e risposi.
"Piccola che succede?" chiesi e dal mio tono di voce traspariva che avessi ancora sonno.
"Selina mi hai fatto preoccupare!! Perché non rispondi al telefono?" disse sforzandosi di non piangere.
"Credo che il mio telefono sia morto..." le risposi guardando quest'ultimo.
"Ho dovuto pregare Justin per sentirti al telefono." mi disse.
"Hai ragione, scusami tanto piccola. Ti abbraccio forte forte. Ciao!" la salutai e dopo aver aspettato il suo saluto restituii il telefono a Justin.
Non gli dissi niente, tanto lui non mi avrebbe rivolto la parola comunque.
Ma proprio quando era sulla soglia della porta mi disse "Credo che hai bisogno di riposarti un po'...e non ti preoccupare, puoi fare anche solo due girate di chiave. Qui nessuno ti ruba!" scherzó e mi sorrise.
Io mi limitai a sorridergli e basta.
Appena uscì decisi di mettermi a letto e dormire.
****
Mi svegliai guardando il sole sorgere con il sottofondo di Lilia che russava.
Mi alzai e andai in bagno a prepararmi.
Le lezioni furono scorrevoli e durante la pausa mensa andai a fare un giro sul prato. Mi sedetti sul muretto ed iniziai ad osservare il paesaggio.
Era da un po' di tempo che non mangiavo nulla. Non avevo più appetito e quando sentii una mano sulla spalla mi spaventai portandomi una mano sul cuore.
"Che paura!" esclamai e quando vidi che quella persona era Justin, in cuor mio ero molto contenta, ma cercai di non farlo trasparire, poiché sapevo che era questione di poco tempo e mi avrebbe ferita ancora.
"Hey, ma che hai? Sei pallida." mi disse con un tono preoccupato.
"Niente" e abbassai il capo iniziando a torturarmi le mani.
"Stai mangiando?" mi chiese avvicinandosi a me.
"Si" mentii.
"Non direi." mi rispose.
Ora che lo avevo così vicino, mi sarebbe piaciuto abbracciarlo, ma misi a freno i miei desideri.
"Mamma è preoccupata per te." ammise alla fine.
"Perché? " gli chiesi.
"Ha paura che tu possa fare una sciocchezza." mi confessò.
"Può star tranquilla. Scusami, ma adesso devo andare a lezione... ciao" lo salutai e lo lasciai sul muretto.
Entrai in classe e rimasi spiazzata alla vista del professore Smith. Aveva appena 22 anni, un fisico scolpito, degli occhi color ghiaccio e un bel ciuffo marrone.
"Buongiorno ragazzi, sono il prof di musica e mi chiamo Georges Smith. Ho 22 anni e spero di farvi appassionare alla musica come ne sono innamorato io." si presentò.
"Chi vuole iniziare a suonarmi qualcosa? Tu?" mi chiese indicandomi.
Io annuii e mi avvicinai al piano iniziando a suonare una melodia che avevo completato pochi giorni prima di partire.
"Wow! Sei bravissima, sarà un piacere lavorare con te!" disse e poi mi abbracciò.
Restai sorpresa da questo gesto, ma dopotutto avevo bisogno di un abbraccio.
Continuai prestando molta attenzione alla lezione e al termine mi recai in camera.
***
I giorni passavano, e giorno dopo giorno, io continuavo a non mangiare e a sentirmi sempre più debole. Ma quello che mi faceva più male erano le continue critiche che ricevevo da Charlotte e le sue amiche oche. Lilia mi ripeteva che dovevo scollarmi di dosso i problemi, ma io non ci riuscivo.
Ed ecco che era arrivato il sabato sera, ormai ero abituata a restare sola, visto che Chaz e Lilia uscivano sempre insieme.
Stasera avrei visto il Titanic collegando il pc di Lilia alla TV e avrei mangiato fragole con la panna.
I miei vestiti mi andavano davvero troppo larghi così presi in prestito dall'armadio di Lilia un paio di pantaloncini fucsia e una maglietta con lo scollo a V bianca, anche se mi andava un po' troppo stretta sul seno.
Iniziai a guardare il Titanic e ogni volta che lo vedevo piangevo sempre così tanto.
Erano le 3:15 del mattino quando sentii la chiave girare nella serratura, pensai che fosse Lilia, anche se era impossibile, lei non si ritirava mai il sabato sera. Infatti, quando la porta si aprì, quest'ultima rivelò un ragazzo molto ubriaco : era Justin.
Non riuscivo a credere ai miei occhi!
"Selina, sorellina! Che ci fai in camera mia?" disse buttandosi addosso a me e barcollando.
"Justin, guarda che sei in camera mia." gli feci notare.
Non riuscivo a sostenere il suo peso così indietreggiai finché andai a sbattere con la caviglia vicino a letto e caddi e Justin dopo di me.
Non sapevo come, ma mi ritrovai a cavalcioni su di lui.
"Sorellina mi sei mancata tanto, tanto, tanto, tanto..." disse per poi sbadigliare e iniziare a stringermi.
"Justin, sei ubriaco e non sai ciò che dici... vieni, ti riaccompagno in camera." gli proposi e lo costrinsi ad alzarsi mettendo il suo braccio sulla mia spalla e piano piano lo portai in camera sua. Lo feci stendere sul letto e quando mi voltai notai sulla scrivania le nostre foto e prima che potessi accorgermene, delle lacrime iniziarono a bagnare le mie guance.
Sentii un respiro caldo sul mio collo e due braccia cingermi la vita.
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The other side ⇢jdb. [COMPLETA; IN REVISIONE]
FanfictionOgnuno di noi ha un altro lato, un lato misterioso e oscuro, pieno di segreti, misteri e dove i nostri desideri si nascondono. Questo vale anche per Justin, un bravo ragazzo all'apparenza ma sottomesso dai suoi demoni. A causa di una sua scelta, il...
1. PCA
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