Capitolo 21

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Ero quasi vicina a lei quando la vidi cadere per terra e con lei la sua borsa e un sacchetto. Io mi misi a correre il più velocemente possibile per raggiungerla e gridai così forte che vidi tutte le persone guardarmi e sentii uno sportello chiudersi e dei passi.

"Simona, Simona! Ehi rispondi Simoo" gridai scuotendola. L'avevo tra le mie braccia quando Rocco la prese in braccio e la portó in macchina. Io lo guardavo immobile, perché con la testa pensavo alla mia migliore amica che era lì svenuta  e priva di sensi.

"Su Anna, andiamo portiamola in ospedale " a quelle parole scattai e mi precipitai subito dentro la sua macchina accanto a Simona. Piangevo silenziosamente, ma Rocco mi sentiva, ogni tanto si girava e mi sorrideva come per rassicurarmi che tutto sarebbe andate per il meglio. Per tutto il tragitto non ha fatto altro che tenermi la mano, anche se gli veniva male guidare lui mi voleva rassicurare, era troppo dolce e pensare che l'avevo appena conosciuto.
In un batter d'occhio arrivammo in ospedale e mentre Rocco prendeva e portava dentro in braccio Simona, io correvo dentro a cercare una barella o qualcuno che ci potesse aiutare.
Fermai un infermiere che vedendomi così agitata mi fece sedere, ma io non avevo tempo di rilassarmi perché la mia amica stava male.

"Ehi si tranquillizzi, che succede?" Mi chiese l'infermiere, ma io non riuscendo a formulare una frase gli indicai Rocco che stava entrando con Simona in braccio. Subito l'infermiere chiamò altri suoi colleghi che portarono una barella e la fecero posizionare li. La spingevano verso una sala con me e Rocco dietro. Arrivati davanti la sala mi bloccarono.

"No, no fatemi entrare." Gridai cercando di oltrepassare la porta, non l'avrei lasciata sola.

"Ora non può entrare, dobbiamo fare dei controlli. Quando usciremo potrà entrare."
Mi disse per poi entrare.

"No, bastardi fatemi entrare..." Io volevo andare da lei

"No, io DEVO ENTRARE" mi misi a correre per entrare ma due braccia mi circondarono la vita, mi alzarono e la mia schiena aderì ad un petto. Mi dimenavo da quella stretta, non poteva bloccarmi io dovevo essere da Simona.

"Ehi ehi calmati. Guardami" mi disse girandomi e quando incrociai quegli occhi mi tranquillizzai all'istante. " È normale che ora non ti facciano entrare, devono fare dei controlli e vedere che cosa ha. Quando finiranno ti faranno entrare, e se non sarà così se la vedranno con me. Ma ora sediamoci e aspettiamo notizie, naturalmente belle." Mi fece sedere e lui so posizionò accanto a me. Mi teneva una mano sulla schiena come per rassicurarmi. Era così dolce. D'altronde ci conoscevamo da 3 ore, se ne poteva anche fregare di me e non mi dava un passaggio. Invece lui mi ha aiutato, anche con Simona.

"Rocco, grazie mille" dissi e subito lo abbracciai "Grazie per avermi aiutata, se fossi stato un altro te ne saresti fregato e a quest'ora non saresti qui. Ora vai, non mi sembra il caso di perdere ancora tempo qui avrai sicuramente i tuoi impegni, la tua ragazza che ti aspetta, i tuoi problemi, delle faccende da sbrigare..."

"Allora primo non mi devi ringraziare ho fatto il mio dovere, secondo non ho una ragazza quindi non mi aspetta nessuno e poi non ti lascerei mai qui da sola, se succede qualcosa e tu hai bisogno di aiuto? No io non me ne vado, sto qui quindi..." Venne interrotto dalla voce del medico che stava venendo verso di noi. Io mi alzai di scatto e con me anche Rocco.

"Com'è sta? C'è la fa? Ha niente di grave?"

"Allora, abbiamo fatto dei controlli alla sua amica, e non è niente di preoccupante. Ha avuto un pericoloso calo di zuccheri, sicuramente non mangiava da tanto, ma ora si è svegliata e le abbiamo attaccato le flebo. Ora faremo gli ultimi accertamenti ed entro stasera può ritornare a casa."

Un sogno diventato realtàΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα