Cene, champagne e sorprese pt.1

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Alla fine la prima parte della sorpresa fu svelata.
-del resto avevamo oppure no organizzato la nostra vacanza insieme? Mi sembra più che giusto farla, anche se in ritardo- mi aveva detto quando eravamo comparsi lì.
La casa era come la ricordavo. Enorme, luminosa e circondata da quelle montagne piene di neve.
Ricordai i momenti passati lo scorso inverno.
Bellissimi e unici. Speravo davvero che quello fosse il contenitori di qualche nuova felicità.
Scorpius mi abbracciò stretto da dietro e lo sentì ridere.
-allora, entriamo- disse quasi trascinandomi. Io risi mentre mi muovevo quasi a fatica sotto il peso del nuovo cappotto che Scorpius mi aveva regalato.
Non mi aveva voluto dire dall'inizio dove andavamo però l'avevo trovato al mio ritorno con questo cappotto nuovo per proteggermi dal freddo e dalla neve.
-sei stata male, non voglio che rischi ancora di ammalarti- si era giustificato. E io avevo deciso di non aprire bocca.
Entrammo in casa e la prima cosa che notai furono gli addobbi. Erano bellissimi e molto ben fatti. Di sicuro non li aveva fatti lui, pensai mentre mi chiedevo chi era che li avesse messi. Poi la mia risposta arrivò. Due elfi domestici si inchinarono al nostro cospetto e io sorrisi. Avevano dei bei vestiti eleganti che sembravano fatti per i bambini.
-grazie, ma vi avevo già detto che non c'era bisogno dell'inchino. Potete portare il borsone di sopra, per favore?- chiese Scorpius.
-certo signor Malfoy- disse il primo e con uno schiocco il borsone si sollevò in aria e salì per le scale, e lui lo seguì.
Io mi tolsi il cappotto e anche Scorpius e l'altro elfo li prese subito per poi scomparire.
Guardai Scorpius accigliata e lui sorrise.
-volevo dargli il Natale libero ma non volevano prenderselo. Mi hanno detto che gli sarebbe bastato stare i questa incantevole casa e non dover cucinare per cinquecento- mi disse lui mentre mi stringeva a se. Io gli misi le braccia intorno al collo, alzando il viso per poterlo guardare negli occhi.
-e ora cosa hai organizzato?- chiesi curiosa.
-allora, pensavo di mangiare qualcosa. Hai fame?-
Pensai al panino che avevo mangiato circa un ora prima.
Mi sembrava di non averlo mangiato proprio, tanta fame sentivo.
-si!- esclamai. Andammo in cucina e gli elfi subito ci offrirono parte del pranzo che avevano organizzato.
-mangiamo qualcosa di veloce qui in cucina- disse Scorpius quando gli elfi si erano diretti nel salone a preparare la tavola.
Sorrisi. Mi piaceva l'idea. Ci sedemmo sugli sgabelli che c'erano intorno alla cucina ad isola e iniziammo a mangiare.
-sai che mi è venuta una fame terribile? Mi sembra di non aver mangiato da secoli- dissi mentre bagnavo il pane nel sugo della pasta che avevo mangiato in due secondi.
-ti sei appena ripresa dalla febbre. Mi sembra più che giusto avere fame- disse comprensivo.
Guardai la torta che c'era, con la crema di cioccolato e panna, davanti a noi. E golosa come non lo ero stata poi tanto spesso, immersi un dito e poi me lo portai alla bocca.
-è buonissima- esclamai contenta. Scorpius mi sorrise e poi mi imitò.
-direi che anche meglio quando si mangia così- rise. Anch'io lo imitai e poi presi un'altra ditata. Ma questa volta mi divertì a disegnare un cuore sulla sua guancia. Un cuore di cioccolata.
Risi mentre lui mi guardava fingendosi arrabbiato.
-sei proprio una bambina- disse.
-si, una bambina golosa- dissi quasi in un sussurrò mentre mi avvicinavo, alzandomi dallo sgabello, e iniziavo a leccargli via il cuore. Lo sentì rabbrividire quando arrivai fino al lobo dell'orecchio e glielo mordicchiavo.
-avevo intenzione di fare una bella pattinata sul lago ghiacciato- disse lui con voce roca. La cosa mi fece ridere ma la trattenni scendendo a baciargli il collo.
-mica si scioglie il ghiaccio da qui a un'oretta- dissi per poi baciargli le labbra con foga.
Assentì in silenzio, mentre rispondeva al bacio e mi stringeva forte a se.

*****

-dove siamo?- chiese stringendosi a me preoccupata. Una folata di vento la fece rabbrividire e io l'abbracciai più forte.
-siamo in un posto speciale. Ma adesso tieniti stretta a me- dissi al suo orecchio stringendola a me. Camminammo lungo il marciapiede mentre le macchine che non avevo calcolato rendevano la nostra meta non del tutto misteriosa.
-ma siamo in mezzo alla strada?- mi chiese preoccupata.
-non fare domande. Fra poco vedrai. Intanto tieniti e vedi di non inciampare- dissi guidandola di fronte all'entrata lussuosa della nostra meta.
-Bonne soirée monsieur! .- stava salutando il fattorino che venne ad aprirci la porta ma io lo zittì velocemente con un -shhhh- e guidai dentro Amber. Salimmo in ascensore per fortuna da soli e lei mi mise le braccia intorno al collo toccandomi i capelli.
-posso parlare ora?- chiese fintamente arrabbiata.
Risi mentre gli baciavo le labbra calde e imbronciate.
-solo un altro po'. Ma adesso silenzio assoluto- e la guidai fuori dall'ascensore. L'enorme ambiente dove ci trovavamo era l'attico più costoso ma più bello dell'albergo più importante di Parigi. Era meraviglioso, con il suo letto enorme, il divano elegantissimo nella sua forma, il televisore ultimo modello al plasma enorme e cose così. Tutto super lussuoso. Ma io l'avevo scelto non per quello. Poteva anche essere bello ma niente era paragonabile alla parte est della stanza, che due piccoli pannelli di legno con dei bellissimi rampicanti facevano sembrare quasi un ambiente diverso.
Superati si poteva vedere l'immensa vetrata, il balcone con una bella tavola apparecchiata per due e bellissime piante e fiori, e specialmente la vista meravigliosa e unica di Parigi di notte. L'arco di trionfo, la Torre Eiffel, tutte le meraviglie di Parigi a portata di vista.
Guidai Amber al centro del balcone, gli slegai la benda e prima di toglierla gli sussurrai all'orecchio
-mi raccomando, non mi svenire tra le braccia-.
Lei sorrise e poi aprì gli occhi, appena tolta la benda. Guardai il suo viso estasiato e scattai subito una foto con la macchina che avevo deciso subito di portare. Dovevo lasciare nei ricordi per sempre quell'espressione.
Lei si guardò intorno incredula, con la bocca a forma di "o" e gli occhi già lucidi per l'emozione. Poi si voltò verso di me e mi saltò addosso, gettando a terra per la troppo irruenza.
-tu sei pazzo- disse lei e poi mi baciò. Io ricambiai felice.
Bene, la prima parte della sorpresa era piaciuta.

Il Destino pt.3Where stories live. Discover now