Dolore e gioia

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Casa Weasley. Era da un po' che era davanti, nascosto tra gli alberi, cercando il coraggio di entrare. La mia confusione era enorme. Avevo bisogno di risposte. E avevo bisogno di Rose. Dovevo spiegargli tutto. Dovevo scusarmi. Dovevo.... non sapevo neanche più cosa dovevo fare, tante erano le cose. Ma avevo paura. Non per la mia vita, ma per il dolore. Non volevo assolutamente fargli del male. Eppure sarebbe stata male per quello che avevo fatto. E cosa peggiore tutto questo era successo contro il mio volere. Non ne avevo direttamente colpa. Ma gli avrei fatto del male comunque. Mentre mi maledivo vidi Lily uscire da casa Weasley e la fermai, chiamandola. Lei mi vide e si girò verso casa. Poi venne verso di me. Era furiosa. Furibonda. Indietreggiai mentre lei veniva verso di me fino a quando non mi ritrovai con la schiena contro un albero.
-tu!- disse lei agitando il dito indice sul mio petto.
-sei venuto per morire o cosa?- mi chiese minacciosa.
-Lily ti posso spiegare- dissi ma lei mi interruppe.
-cosa vuoi spiegare? Vuoi spiegarmi dove sei stato tutta la notte? Lo so che sei stato con una ragazza e la cosa mi sorprende. Non me lo sarei mai aspettato da te, è la cosa peggiore che potessi fare, specialmente considerato che mentre tu ti stavi spassando quella Rose rischiava di morire. Ma ne sarai contento, immagino- mi gridò addosso.
-per morire? Cosa è successo?- chiesi sconvolto.
-che sono arrivata io e l'ho trovata con la febbre a 40 e poi non faceva che salire. Sai che è arrivata a 42? sai che rischiava di morire? Sai che ha avuto anche convulsioni e non ha fatto altro che delirare? No, tu te ne sei fregato e sei scomparso con quella, chiunque sia!- e mi tirò uno schiaffo. Ma quel dolore era niente rispetto al mio cuore che stava per morire.
-come ora Rose?- chiesi disperato.
-meglio naturalmente. E non grazie a te. Anzi, starà molto meglio se non vedrà più la tua faccia da qui alla fine della tua vita- e mi voltò le spalle per andarsene.
-Lily, aspetta- dissi inseguendola.
-Cos'altro vuoi? Un pugno?- disse voltandosi furiosa.
-non è come sembra. Io non sono stata con nessuno. Io amo Rose- dissi.
-davvero? Vuoi dirmi che non hai passato la notte con una donna? Che non hai tradito in alcun modo Rose?- chiese scettica.
-io...- non avevo alcun ricordo di quella notte. Non ricordavo niente, tranne la sensazione di vagare alto nel cielo e di non esistere più. Ma potevo dire di non aver fatto niente?
-io amo solo Rose. Nient'altro esiste per me- dissi sicuro.
-quindi non neghi quello che hai fatto. Bravo, molto bravo- e se ne andò di nuovo. Io la seguì subito.
-non l'ho voluto io. Sono stato..- ma mi interruppe di nuovo.
-non mi interessa di chi cavolo è stata l'iniziativa o di qualsiasi cosa tu mi stessi dicendo. Ma fai soffrire ancora Rose e vedrai com'è bello l'inferno- disse e poi si smaterializzò. Io rimasi da solo, in mezzo alla strada. Poco dopo arrivò una macchina e mi guardò furioso.
-cacciati di mezzo ai piedi, pazzoide- mi gridò suonando il clacson. Mi spostai e intanto avevo in mente solo una cosa. Rose.

*****

Una delle tante cose che mi erano sempre mancate di casa mia era il letto. Per me era sia più comodo del letto che avevo a Hogwarts, sia più comodo di quello che avevo da Scorpius. Infatti dormivo bene solo se c'era Scorpius accanto. Le sue braccia sembravano fatte apposta per ospitarmi. Lì dormivo benissimo quando avevo il suo calore, il suo corpo e il suo profumo vicino. Ora stavo in un certo senso bene. Ero nel letto che mi mancava tanto. Ma avrei dato qualsiasi cosa per essere ovunque ma tra le braccia di Scorpius. Aprì gli occhi e guardai la mia vecchia stanza. Con tutte le mie vecchie cose. E con mia madre addormentata sulla sedia vicino a me. Anche mio padre c'era, dall'altra parte rispetto a mia madre e sulla sedia a dondolo che da piccola adoravo. Li guardai incerta. Ricordavo vagamente di averli sentiti accanto a me mentre stavo male. Ricordavo però di essere a casa mia, e non qui. E ricordavo l'assenza di Scorpius. Se ero lì e lui non era con me forse era successo qualcosa. E se stesse male anche lui? Mi alzai ma evidentemente non stavo ancora così bene come pensavo. Lo stomaco mi si rivoltò in un secondo e scansai le coperte per correre in bagno a vomitare. I miei mi raggiunsero e quando ebbi finito mia madre mi abbracciò.
-piccola mia- disse accarezzandomi i capelli.
-cosa è successo?- chiesi con voce roca. Ogni lettera pronunciata grattava contro la mia gola in fiamme.
-piccola hai avuto la febbre altissima per tutta la notte. È stato terribile. Ora di è abbassata dopo la pozione che ti ha somministrato Ginny, ma abbiamo davvero avuto paura. E a quanto pare la nausea non se ne è andata- disse accarezzandomi il volto.
Ron venne con la bottiglia d'acqua.
-hai sete? Vuoi sciacquarti la bocca?- chiese. Io annuì e iniziai a cercare di lavare via quel disgustoso gusto di vomito. Ma avevo ancora un gusto ferroso in bocca.
-dov'è Scorpius?- chiesi. Vidi mio padre farsi nero e mia madre impallidire. Si scambiarono un'occhiata.
-penso a casa. Rose ti dobbiamo dire una cosa... ma tu prima dicci, quando ti è venuta la febbre? Perché non ci hai chiamato?- chiese mia madre.
-era tardi e poi sono stata una vera stupida. Insomma mi sono addormentata in mezzo alla neve, era certo che poi stessi male. Ma devo aver avuto una specie di mancamento, non lo so... comunque era tardi e... aspettavo Scorpius. Doveva arrivare. Dov'è? Come mai non è arrivato?- chiesi di nuovo. Mia madre intensificò l'abbraccio e mi trascinò quasi nella mia stanza.
-è meglio che ti riposi ancora un po'. Sei ancora calda. Poi ti spiegherò. Ma adesso dormi. Disse tentando di farmi sdraiare a letto. Ma io mi opposi.
-cosa è successo? Mamma dimmelo ora- dissi seria.
-non so come l'abbia capito ma Lily è venuta qui e ti ha trovato sola e con la febbre altissima. Allora ci ha chiamato. Ti abbiamo curato e intanto abbiamo sentito il messaggio in segreteria. Era di Scorpius e diceva che avrebbe fatto tardi... abbiamo provato a chiamare varie volte ma era sempre spento... poi stamattina... ci ha risposo una ragazza...- disse con molte pause e esitazioni.
-cosa vi ha detto? Dov'era Scorpius?- chiesi senza nessuna inflessione nella voce. Dentro di me si stava aprendo un abisso.
-che Scorpius dormiva e che... be avevano avuto una notte molto stancante- disse tremando di rabbia mio padre.
Mia madre gli lanciò un occhiataccia, ma mi strinse forte. Io iniziai a sentire freddo. Non sentivo più il mio cuore, non sentivo più calore ma solo gelo. Quasi non sentivo neanche le braccia calde di mia madre. Mi sdraiai sul letto e non pensai più a niente. Pensai solo al lenzuolo bianco del mio letto, tentando di non congelare dentro.

****

Me lo trovai davanti inaspettatamente. Quando era scomparso l'avevamo cercato, volevamo ringraziarlo per averci salvato, anche se infondo gran parte del macello l'aveva procurato lui. Ed ero quasi del tutto sicuro che mi sarebbe spuntato davanti quando meno me ne l'aspettavo. Incredibile che avessi ragione. Ma stavo così male che la sua comparsa non mi fece nessun effetto. Volevo solo tornare indietro nel tempo. Mi chiesi perché nessuno ci fosse ancora riuscito. Mi sarei applicato seriamente in quello studio. Magari ci riuscivo.
-Scorpius, cos'hai?- mi chiese accigliato. Dovevo avere una faccia tremenda. Da dove iniziare? Avevo così tante cose da dire e forse anche per questo parlai. Non che avessi voglia di aprirmi con lui ma avevo voglia di parlare. Anzi di spiegare la mia situazione. Forse perché volevo che qualcuno mi dicesse cosa fare. Forse soltanto perché non riuscivo più a tenere tutto dentro. Stavo impazzendo e lo sapevo benissimo. Ma la cosa non mi toccava. Mi sarei meritato di morire per aver fatto soffrire Rose. Anzi, meritavo di morire perché lei a quest'ora stava soffrendo. Perché, fosse o non fosse colpa mia, stava soffrendo per me. Perché purtroppo ero riuscito a distruggerla di nuovo.

Avevo delirato a lungo con Stone. Gli avevo raccontato tutto, e lui mi era stato a sentire senza dirmi niente. Alla fine, quando mi ero sfogato mi guardò nel suo solito modo.
-quindi quello che provi è amore- disse sorprendendomi.
-certo. Non ho mai provato niente del genere, solo con Rose. Tutto è cambiato da quando l'ho conosciuta. Prima era tutto freddo e morto e poi invece ha fatto venire il sole.
Non pensavo di potermi permettere una vita diversa da quella che avevo prima, ma invece lei mi ha cambiato. Mi ha fatto vedere oltre. E nonostante lei faccia solo cose belle per me, io non faccio altro che farla soffrire- il cuore ormai era agonizzante nel mio petto. Stava per morire per il troppo dolore ma per suicidio.
-se è così importante per te perché sei qua? Per compiangerti? Vai immediatamente da lei e fregatene di tutto. Spiegati, provaci in ogni modo. E se non funziona prova ancora- disse lui e poi guardò il cielo.
-sono venuto per prendere tutte le scatole che sono rimaste. Ma penso che questa cosa sia più importante per il momento. Vai. Io anche devo fare una cosa- e scomparve senza dire nient'altro.
Rimasi ancora un po' a fissare il punto impreciso dove era scomparso. Non mi sarei mai aspettato un discorso del genere da Stone. Ma ero d'accordo con lui. Presi tutto il mio coraggio e specialmente il mio cuore e mi diressi a casa di Rose.

******

Camminavo per strada di nuovo, con una strana sensazione addosso. Dopo aver riversato la mia rabbia su Scorpius ora ero come svuotata. Era come se tutta la mia fiducia nel mondo fosse svanita. Prima sapevo che anche se il mondo era cattivo a volte, esistevano cose come l'amore che confermavano il contrario. L'amore di Rose e Scorpius era stato sempre una sicurezza per me, da quando era nato. Mi sentivo rincuorata e viva, riuscivo a guardare tutti gli aspetti positivi di tutto e anche se spesso mi veniva qualche momento di tristezza, riuscivo a farlo passare. Ora mi sentivo sconfortata. Mi sentivo come se la mia bolla di sapone fosse esplosa e io mi fossi trovata invece che dietro ad un arcobaleno di colori, in un grigio deprimente. Non c'erano più colori, non c'era più bellezza. Solo grigio. Diedi un calcio a un sasso che si trovava sul mio cammino. Stone. Ecco cos'era. Una pietra che doveva essere presa a calci, pensai con rabbia, raggiungendo di nuovo il sasso e tirandogli un altro calcio. Continuai così per un po', superai casa mia dove non volevo tornare per non vedere la mia stanza, e continuai il mio sfogo contro quella pietra. E poi qualcosa mi afferrò il braccio. Era una mano fredda e forte e mi sentì gelare. Mi voltai e vidi che era lui. "Lily respira. Fai un bel respiro e ricorda. Una pietra deve essere presa a calci" mi ripeteva la mia mente. Ma non riuscì a bloccare l'afflusso di sangue al cuore mentre incrociavo i suoi occhi. Il mio cuore prese a galoppare e a riscaldarmi. Non ero più sconfortata. Non ero più arrabbiata ne triste. Avevo ritrovato la mia felicità, anche se una parte di me rimaneva lì a pensare che non era giusto, non stavo facendo la cosa giusta. Ma non mi importava. Era facile ignorarla. E infatti lo feci, mentre mi gettavo al collo di Stone e sorprendendolo lo baciai di slancio. L'ultima cosa a cui pensai coerentemente era che anche lui rispondeva.

Il Destino pt.3Where stories live. Discover now