Uno strano natale pt3

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Volevo stare così per sempre. Dimenticare la rabbia e il senso di abbandono che sentivo, e stare con lui per sempre. E poi sentì qualcosa che vibrava. Interruppi il bacio guardando la tasca di Scorpius.
Lui tirò stupito il cellulare dalla tasca e lo scrutò accigliato.
-è il numero del laboratorio...- disse prima di rispondere.
Studiai il suo viso. Passò dal fastidio, alla rabbia e al terrore in meno di due secondi.
-ma che ti è saltato in mente di fare???- disse arrabbiato al cellulare. Sentì una voce femminile che rispondeva in modo isterico.
Lui chiuse il telefono arrabbiato. Poi mi guardò.
-c'è un problema! Non ho la minima idea di cosa è successo ma se non vado subito al laboratorio rischio di perdere tutto l'esperimento. Mi dispiace lasciarti proprio ora- e si guardò intorno. I miei parenti, per quanto cercassero di lasciarci un po' di in timidità, ci fissavano, anzi fissavano lui, con rabbia.
-e allora vai- dissi freddamente. Freddamente. Non mi piaceva essere fredda. Ma cosa potevo fare? Insomma, ora ci aspettava una notte di natale felice e serena e invece lui doveva andare in uno stupido laboratorio, solo con un altra donna, a salvare chissà quale esperimento. Ditemi voi se non dovevo arrabbiarmi. Ma invece mi sentivo solo gelata dentro. Non sentivo più quel calore che avevo dentro quando ero accanto a lui. Forse appunto perchè ora se ne sarebbe andato.
Lui mi prese il viso e mi guardò negli occhi. Vidi la sua preoccupazione. Non più per l'esperimento, ma per me.
Le cose si erano appena sistemate. L'avevo perdonato. E ora aveva paura di tornare e ritrovarmi al punto di partenza.
-ti amo. E se potessi fare altrimenti non me ne andrei, lo sai- e mi baciò. Ricambiai il bacio e poi lui si staccò afflitto. Sorrise con tono di scusa e poi ci salutò a tutti. E scomparve.
Mia madre mi abbracciò. Io appoggiai il viso sulla sua spalla.
-vuoi dormire nella tua vecchia stanza questa notte?- chiese lei accarezzandomi i capelli.
Esitai. Non sapevo cosa fare. Potevo tornare nella mia vecchia stanza, dormire lì tranquilla, senza aspettarlo e poi vederlo la mattina dopo. O potevo tornare a casa nostra, a tormentarmi fino a quando non tornava. Ci riflettei per un po' e poi sorrisi, quando mi venne un'idea. Avevo anche un'altra possibilità.

****

Fumo e fuoco. Ecco cosa trovai quando aprì la porta del laboratorio. Presi la bacchetta e diradai un po' il fumo con un po' di vento.
-Stefany!- chiamai. Lei corse verso di me, bacchetta accesa e mi venne quasi addosso. Mi abbraccio spaventata.
-ho tentato di spegnere la fiamma che si era creata con l'acqua. Ed è scoppiato tutto questo fuoco- disse tossendo.
-hai messo della polvere di corno di Erumpent?- chiesi orripilato. Aveva distrutto tutto il nostro lavoro. E non solo quello. Quel pezzo era unico e inestimabile. Saremo incorsi in qualcosa di peggio che una semplice bocciatura agli esami.
-sono un pizzico. L'ho letto nei tuoi appunti e ho pensato di provare a farlo visto che aveva smesso di muoversi come prima- mi disse.
-io ho scritto che aveva elementi simili al corno di Erumpent. Non che dovevo provare a mischiarli- quasi gli gridai addosso. La staccai dalle mie braccia e presi ad agitare la bacchetta per poter mandare via gran parte del fumo. Quasi non si respirava nella stanza.
Poi pensai a cosa potevo usare per spegnere le fiamme. L'acqua l'avrei usata solo se volevo distruggere ancora di più il laboratorio. E poi ricordai l'incantesimo giusto! In un attimo tutte le fiamme si spensero e le ventole di ventilazione apposite mandarono subito via il fumo. Guardai la teca distrutta dove prima c'era il reperto. E c'era ancora, grazie al cielo. Mi avvicinai stando attento ai vetri della teca e poi osservai per bene il pezzo. Era ancora incolume. Sospirai di sollievo. Poi guardai Stefany accigliato.
-che ci facevi qua da sola?- domandai freddo.
-tu hai detto che per oggi e domani non ci saresti stato. E io non voglio finire all'ultimo momento. Ho pensato che se venivo qui e mandavo un attimo avanti le cose, magari avremo finito in anticipo e avremo lavorato di meno. Non potevo immaginare che i tuoi appunti erano sbagliati- disse lei arrabbiata.
-i miei appunto cosa??? i miei appunti non sono sbagliati. E poi tu non li avresti dovuti neanche prendere!- gli gridai addosso.
-non colpa mia, le tue sono zampe di galline, dovresti scrivere meglio così non avrei sbagliato sicuro a leggere. E comunque scusami se volevo evitare di rovinarti le vacanze- gridò lei e si voltò.
Mi fermai un attimo a osservarla. Non si stava mettendo a piangere, vero? Certo aveva sbagliato, ma magari l'aveva fatto davvero senza volerlo. E ora io gli stavo gridando addosso.... ma mi aveva detto che la mia scrittura era illeggibile! Accigliato mi avvicinai a lei.
-Stefany...- dissi ma mi fermai. Lei stava singhiozzando.
Si era davvero messa a piangere. Gli misi una mano sulla spalla tentando di fargli sentire che c'ero.
- mi dispiace per aver gridato. Ma hai sbagliato, ok? Non avresti dovuto fare niente da sola, rischiavi non solo di distruggere tutto ma di farti anche del male. Non farlo mai più- gli dissi serio e autoritario. Lei annuì tentando di asciugare le lacrime con la maglietta. Poi mi abbracciò. Io rimasi rigido e freddo e dopo poco l'allontanai.
Lei mi guardò con grandi occhi ancora umidi. Io guardai l'orologio.
-penso che sia meglio se veniamo qui domani mattina e cerchiamo di capire se abbiamo fatto qualche danno. Così ora possiamo andare a riposarci. È notte fonda ed è natale- osservai.
-buon natale Scorpius- disse lei sorridendomi.
Buon natale? Non era un buon natale. Non lo sarebbe stato, specialmente per colpa sua. Ma non lo dissi. Mi sembrava troppo crudele.
-buon natale anche a te. Ma tu non avevi proprio niente da fare questo natale che stare qui a combinare pasticci?- Chiesi. Forse anche questo era troppo crudele, pensai, mentre lei si irrigidiva.
-non penso siano affari tuoi- disse tristemente.
-sono d'accordo. Allora, andiamo a casa!- dissi io.
-quindi continuiamo domani?- mi chiese.
-facciamo che ci sentiamo? Tu sai il mio numero ma io no. Dammelo così posso chiamarti appena decido- dissi. Lei mi segnò il numero e me lo porse.
-allora aspetto la tua chiamata- mi disse sorridendo. Io la guardai andarsene accigliato. Poi guardai il laboratorio. Presi la bacchetta e iniziai a pulire tutto quello che si poteva. Poi uscì e mi smaterializzai a casa. Ma Rose non sembrava esserci. Guardai ogni stanza ma non c'era. Dove poteva essere finita? Era rimasta a casa dei suoi?
Mi smaterializzai a casa Weasley e non trovai nessuna luce accesa. Mi avvicinai alla porta, non ancora convinto se bussare o no, quando vidi Hugo uscire dalla porta.
-ciao Hugo!- lo salutai. Lui mi guardò accigliato.
-ciao Sciorpius. Stai cercando Rose?- chiese. Io annuì speranzoso.
-se ne è andata. Non è voluta venire qui e ne stare dai nonni. Hai già controllato se è a casa vostra?-
-certo ma non c'era. Non ha lasciato neanche un biglietto. A voi non vi ha detto niente?- domandai ora preoccupato.
-no. Aspetta... forse ha detto che andava a casa. Ma se non c'è magari lo diceva così, tanto per dire- disse alzando le spalle. Io sbuffai. Dove poteva essere finita. Lo salutai e me ne andai verso casa di nuovo. Casa.... dove poteva essere?
Poi capì. Anche se forse era sbagliato. O forse no. Provare però non costava niente. E mi smaterializzai sperando di non aver sbagliato.

****

La luna era bellissima quella notte. E il paesaggio tutto bianco rendeva ancora tutto più incantato. Chissà quanto ci avrebbe messo a finire. E quanto ad arrivare dov'ero... magari tutta la notte. Ma io ero in uno dei posti più meravigliosi del mondo; quella che era stata la mia casa per anni. Quindi ero bella riposata ad aspettare che arrivasse quando lo vidi comparire. Era tutto ricoperto di bianco ma mi sorrise felice.
-certo che potevi scegliere un posto più... caldo!- mi fece notare scrollandosi la neve di dosso. Sorrisi pensando che era bellissimo con la luce della luna che lo illuminava.
-è una dei posti che preferisco. Ti ricordi quando ci siamo andati?- chiesi. Lui si sedette accanto a me, sulla coperta che avevo portato. Poi mi rispose sorridendo.
-devo elencarne uno per uno? Allora, al primo anno, dopo la lezione di trasfigurazione c'era una giornata meravigliosa e tu non avevi completamente voglia di rinchiuderti a scuola. Così hai preso un panino e sei venuta qui, sotto questo albero. Io ti ho seguito e abbiamo iniziato a litigare... non mi ricordo il motivo però...- disse pensandoci su.
-neanche io. Continua!- dissi sorridendo.
-poi ci siamo venuti quasi sempre, per studiare, per leggere. Ricordo che è qui che hai finito quasi tutti i libri che hai letto al terzo anno. Ogni volta quando arrivavi verso la fine, qualsiasi tempo ci fosse, venivi qua sotto e lo finivi. Non hai mai voluto dirmi il perchè, però-mi guardò incuriosito.
-rimarrà per sempre un mistero per te!- dissi divertita.
Lui mi guardò fingendosi imbronciato. Mi fece ridere.
Poi tornai seria.
-però questo posto è stato anche altro per me. Quando avevo perso me stessa fu qui che mi resi conto che esistevo, che c'ero anche se non mi sentivo- dissi. Lui mi guardo serio e poi sorrise.
-ed è anche qui che ho provato quanto è forte il tuo potere. A mie spese- ricordò lui. Mi guardò ma io non sorrisi. Allora il sorriso scomparve e vidi la preoccupazione nei suoi occhi. Sospirai sfinita.
-penso che fino ad ora abbiamo sbagliato qualcosa. Noi... noi siamo troppo dipendenti l'uno dall'altro. Non dico che non è una bella cosa, ci amiamo, il che è una cosa meravigliosa. Ma non dovremo sentirci male ogni qual volta dobbiamo stare separati. Eppure ci succede, o è solo una prerogativa mia?- chiesi incerta. Lui annuì.
-non mi sento il cuore fino a quando non ti rivedo- disse.
-eppure non possiamo più vederci come prima. Non siamo più come qui, a Hogwarts, dove a separarci erano solo poche ore di lezione. Ora stiamo giornate intere senza vederci. Ed è normale purtroppo. È così che vanno le cose, così che devono andare. Uno non può annullarsi totalmente per l'altro, anche se c'è amore. Anzi, specialmente se c'è amore. Quindi cercherò di non arrabbiarmi se lo studio non ci fa passare queste vacanze insieme. E non voglio che soffriamo nessuno dei due. Quindi non ci preoccupiamo più. Ci amiamo, possiamo non passare il natale che pensavamo ma non penso che la cosa debba cambiare per forza. Giusto?- chiesi insicura. Lui annuì stringendomi a lui.
-però ciò non vuol dire che non mi devi informare di cosa fai o non fai. Il fatto di telefonare se fai tardi o altro devi farlo lo stesso- mi ricordai accigliata. Lui rise.
-certo amore- e mi baciò.
Non sapevo se saremo davvero riusciti in quello che speravo. Ma solo il tempo ce lo avrebbe fatto scoprire.

Il Destino pt.3Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt