Capitolo 53

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(A.n. Consigliata la lettura del capitolo mentre si ascolta Castle di Halsey. Bacii xx)

Gli occhi si serrano. Non mi piace più respirare e quasi decido di morire davanti a lui. La scena di Harry in questo stato, la sofferenza che scorre sulla sua pelle diventa la mia e vorrei sostituirmi a lui perché mi lacerino, purché lui sia in salvo. Ma tutto quello che faccio è urlare. Urlare perché la smettano, perché capiscano che stanno ferendo un innocente, qualcuno che ha sempre cercato il bene di tutti, che si fermino, dannazione, che si fermino!

"Bastaa!" Urlo con gli occhi che bruciano di lacrime. Mi sporgo in avanti per riuscire ad arrivare ad Harry, per fare cosa non lo so. Ma devo proteggerlo, come lui ha sempre protetto me, nel bene e nel male.

"Fermatela! E fatela stare zitta!" Urla la voce del uomo seduto sul trono. E subito due mani famigliari si appoggiano sulle mie spalle per tenermi lì ferma, una di esse mi copre la bocca.

Urlo e grido, mi dispero, mi dimeno mentre mi costringono a vedere Harry urlare di dolore, mentre osservo il mutato alle sue spalle colpirlo ripetutamente, come se fosse una bestia e non un umano.

"Ti prego.." Piango lasciandomi andare in ginocchio, le mani impotenti e la mente troppo chiusa da tutto per potermi essere utile. Tutte le nostre menti sono sature, altrimenti riusciremmo ad usare le nostre capacità, ma non è così che funziona.

Solo allora sento che il palmo di Gwen, ancora contro la mia bocca, preme contro le mie labbra qualcosa di piccolo e freddo, qualcosa di metallico.
Lo sta facendo con insistenza, come se volesse che io ingoiassi qualsiasi cosa questa sia. Non mi lascia andare e, anzi, la sua mano preme feroce contro la mia bocca fino a quando, un sesto senso, mi dice di schiudere le labbra ed accogliere qualsiasi cosa lei stia decidendo di darmi.

Quando sento l'oggetto metallico contro la lingua ed assaporo il suo sapore ferreo, ne tasto anche la forma. È una chiave, una dannatissima chiave. All'improvviso, così come se n'era andata, la speranza ritorna. Il cuore gelido di Gwen è stato soggiogato un'ultima volta, lei sarà la pedina per me adesso, per tutti noi. Per la parte che ha tradito.

Si allontana quando mi muovo rudemente perché mi lasci.

"Accidenti Sky. Goditi la sua schiena che si sfracella!" Ride Snyder o Arthur, qualsiasi persona lui sia. Il punto è che è entrambe.

Osservo come Harry ha le labbra contro i palmi chiusi, poi guardo le teste degli altri che sono volte verso il basso. Devo trovare un modo per dare la chiave ad Harry: se lui è libero riusciremo a trovare un modo tutto quanti.

È questione di secondi, il mio udito entra in una bolla tutta sua mentre gli occhi, lucidi, corrono da una parte all'altra per assimilare quante più possibilità ed informazioni possibili. All'improvviso il ticchettio del motore diventa la frusta che colpisce Harry. L'unica visione è quella del ragazzo riccio con le lacrime agli occhi, e il suo viso diventa quello di Hanna.
L'unica sensazione che provo, lenta ed inesorabile, è una vibrazione, che proviene dal taschino che ho sul petto, dalla pietra dell'Intoccabile. Sente la mia emozione, il mio battito è il suo nutrimento.

Come a rallentatore mi sollevo da terra e percorro il breve tratto che separa me da Harry. Il mutato alle sue spalle si ferma dal fare qualsiasi cosa, troppo sorpreso e spaventato forse.

Mi precipito ad afferrare il volto di Harry con entrambe le mani e tenerlo sollevato verso il mio mentre vi premo forte le labbra. È debole, letteralmente sfinito. Cerca di sorridermi comunque, ma non ha capito che non deve farlo, che deve rispondere al mio bacio come io rispondo sempre ai suoi in modo che tutti noi siamo salvi.

Le vite di noi e dei nostri amici, della nostra famiglia, dipendono dalle nostre bocche e da quanto sarò brava a dargli questo bacio e questa chiave.

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