Capitolo 43

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Il profumo della primavera invade le mie narici. Le rose fresche, le viole, i vari cespugli di rosmarino.. Colorano il venticello che soffia di un odore frizzante, rilassante ed eccitante allo stesso tempo. Il cielo arancione funge da coperta per i miei pochi pensieri, mi sento decisamente bene.

Ho lasciato scorrere il tempo, l'ho visto passarmi davanti sotto forma di cielo che muta, di nuvole che passano, di rumori che si susseguono, di persone che mi cercano, fino a giungere al pomeriggio.

Non ho evitato Harry, e nemmeno lui ha evitato me, ne sono sicura, semplicemente, sono sicura, lui ha rivissuto tutto quello che io ho sentito per la prima volta mentre immaginava quello che mi veniva raccontato; questo ha portato entrambi a stare un po' apparati, persi in pensieri.

Io mi sono schiarita le idee, mi sono immaginata un nuovo Harry, un Harry responsabile, pieno di idee, una specie di Einstein moderno. Sorrido mentre cammino, le braccia incrociate al petto, verso il garage dove Harry ha sistemato la sua moto.

Jayden mi ha detto che è lì da quando ha detto loro della Rey Round. Non l'ho visto nemmeno all'allenamento che lui stesso aveva indetto.
Così, con le idee fresche e riposate, mi dirigo, accarezzata dagli ultimi raggi del sole, verso la facciata più isolata della casa, dove sono stati parcheggiati tutti i veicoli.

Sento il cuore battermi un po' più forte, lo stomaco attorcigliarsi, e mi fa sorridere tutto questo, sembra quasi che io lo stia per incontrare per la prima volta.. Ed invece è passato così tanto tempo, così tante cose.

Mi da le spalle quando sono sulla soglia del garage, sta lucidando la moto: addosso una maglietta nera, i soliti jeans, uno strofinaccio incastrato nella cintura e i soliti stivali. I capelli sono stati legati, e sorrido arrossendo a quella visione. Quello, comunque, è il mio elastico, l'unico di cui sia in possesso dalla prima lezione di educazione fisica che condividemmo.

Ha in bocca una sigaretta e le mani sono precise nel ripulire tutto quanto della sua amata due-ruote.

"È permesso?" Chiedo stringendomi di più nelle spalle, sistemando il leggero cardigan.

"Hey." Sorride lui togliendo la sigaretta dalle labbra e voltandosi verso di me. Fa un timido sorriso.

"Come procede?" Faccio un cenno verso la moto.

"Oh-uhm.." E la guarda. Sembra confuso.. Poi i suoi occhi tornano su di me, mi guarda, poi di nuovo la moto. Una mano dietro al collo. "Bene. Non è cambiato molto, aveva solo bisogno di essere pulita." Fa spallucce mentre mi guarda ancora. Non dice altro.

Avanzo verso di lui e verso la moto al suo fianco.

"Peter ti ha detto?" Chiede con una certa esitazione nella voce.

Annuisco mentre osservo la moto con attenzione.

"Beh.. Perché non mi stai strillando contro?" Chiede rimettendo la sigaretta in bocca.

Mi volto verso di lui. Lo squadro da capo a piedi. "Ho sempre voluto avere accanto a me un uomo intelligente." Ridacchio giocando con una chiave inglese.

Sembra confuso, schiude le labbra e lascia uscire del fumo. "Ed ero fermamente convinta che quella persona fossi tu fino a quando non sono venuta a cercarti e ti ho trovato fumare accanto a un barile pieno i benzina." Ed indico quest'ultimo con la chiave. "Dico io: vuoi farci saltare tutti in aria?" Ridacchio.

Sorride di sbieco, il fumo gli fa socchiudere gli occhi. "Non sei arrabbiata?"

"No, non credo di averne ragione."

"Ma non ti ho detto chi ero."

"Credo, Harry- sussurro appoggiandomi ad un mobile- che io e te ci conosceremo per davvero quando comincerà la vita quotidiana, quando non saremo più chiamati a fare la guerra a nessuno, quando dovrai mostrarmi che sei abbastanza sveglio da portare fuori la spazzatura senza che te lo dica io." Ridacchio. "Tu non lo pensi?" Sorrido guardandolo.

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