Capitolo 13: Eliza

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Non appena mi riprendo, salgo al piano superiore e busso alla porta della stanza di Eliza e, senza aspettare una risposta, la spalanco e salto in braccio a mia sorella.
Le urlo in un orecchio un "Siiiii" piuttosto forte e poi borbotto: "Babbana", ammiccando.
Lei capisce tutto immediatamente e vedo la gioia allargarsi sempre più sul suo volto, formando un enorme sorriso.

Ci sediamo sul letto, una di fronte all'altra, a gambe incrociate.
La aggiorno sugli ultimi avvenimenti e le mostro la seconda lettera, perché mi sento in colpa per averla definita una Babbana in modo così acido.
"Ma passiamo ad argomenti più importanti: domani mi porti con te a Diagon Alley, vero sorellina?"
Io la guardo entusiasta, poi, però, mi faccio seria: "El, mi dispiace che tu..." mi salgono le lacrime agli occhi "insomma, che tu non possa venire ad Hogwarts"
Non lo dico con superficialità, ma con grande tristezza: in fin dei conti, è stata proprio Eliza a trasmettermi l'interesse per i libri e soprattutto per la saga di Harry Potter. Mi ricordo che quando eravamo più piccole, io e lei facevamo finta di essere rispettivamente Ginny e Luna ed usavamo i pennarelli come delle bacchette magiche.
Eliza mi abbraccia premurosamente e mi bacia sulla guancia.
"Non importa, è giusto che tu segua la tua strada ed io la mia. E poi io qui sono felice, qui ci sono le mie amiche, Jack, mamma e papà e molte altre cose di cui non potrei fare a meno"
Eliza sorride con debolezza: lo so che sta fingendo di essere indifferente a questa storia solo per farmi sentire meglio, ma evito di dirlo.
A distanza di mezz'ora, papà viene a chiederci se vogliamo uscire con lui e mamma, ma Eliza esclama: "Uscite voi; io mi occuperò di proteggere la streghetta da Voldemort, non preoccupatevi"
'Wow, questo è il giorno più dolce ed intenso che io abbia mai trascorso con la mia famiglia' penso tra me e me.

Quando papà torna al piano di sotto, mi giro di nuovo verso Eliza e le sussurro: "Come farò senza di te?"
Una lacrima mi scivola sulla guancia, mentre lei mi risponde con la voce incrinata dal pianto: "Ed io?"
"Ho una soluzione: facciamo un patto. Ci scriveremo una volta alla settimana, okay?" propongo.
"Ma se ne avrai bisogno anche più spesso, promesso?"
"Promesso" concludo io.
Ci abbracciamo un'ultima volta.
Poi, vedo i suoi occhi: fradici.
'È incredibile. Passiamo la maggior parte delle giornate a litigare e quando possiamo dividerci per molti mesi, piangiamo.'
"Ti voglio bene sorellina. Non dimenticarlo mai, nemmeno se ti obliviano, okay?"
In tutta risposta, singhiozzo ed annuisco.
Dopo questa scena così commovente e queste lacrime così sincere, vorrei quasi restare qui, ma Hogwarts mi aspetta.

Verso le undici, dopo aver programmato la giornata di domani con Eliza ed averne discusso anche con i miei genitori, vado a dormire.
Dopo una giornata così intensa, una notte ricca di sogni è il minimo.
Devono essere stati sogni allegri, a giudicare dall'umore che ho la mattina seguente, appena apro gli occhi.

Una Lettera Per HogwartsWhere stories live. Discover now