Capitolo 24 - Evelyn

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«Ma che bella coppia.»
Davanti a noi, in piedi in mezzo alla strada, si stagliava la figura slanciata di una ragazza dall'aria vagamente familiare.
«E tu saresti...?», domandò alquanto irritato Theo, facendomi scudo con il suo corpo.
«Quanta arroganza. Io sono qui solo per far due chiacchiere, non cerco guai.», proseguì lei, senza battere ciglio nemmeno quando Theo fece brillare gli occhi. Mentre per me era la prima volta che lo vedevo mutare e per un attimo, prima che la sconosciuta continuasse a parlare, ne rimasi incantata, a lei sembrava un fatto da niente. «Diana, perché non ti fai vedere bene?»
Il ragazzo al mio fianco strinse la presa attorno ai miei fianchi, con fare protettivo.
«Chi sei?», chiesi finalmente io.
«Ouch. Sei mesi lontana da casa e già hai dimenticato il mio volto?»
La guardai attentamente, soffermandomi su ogni dettaglio: pantaloni in pelle attillati neri, giacca dello stesso materiale e colore ed aria minacciosa. Non riconoscevo nulla. Furono ad un certo punto gli occhi nocciola che, sebbene fossero coperti da un trucco pesante, mi fecero capire chi fosse.
«Evelyn.», sentenziai sorpresa.
«Allora non sei davvero così stupida come ricordavo.»
Quella persona non era la stessa che avevo lasciato a Londra tempo fa, era semmai il suo esatto opposto. L'espressione dolce e da cucciolo bastonato era totalmente sparita, lasciando spazio ad una sprezzante e di superiorità; l'abbigliamento e il tono della voce erano torvamente cambiati, ora erano più graffianti e fieri. Ero scioccata.
Theo continuava a far saettare lo sguardo tra me e la nuova arrivata, con preoccupazione.
Decisa a non farmi sopraffare, assunsi la miglior aria da dura che possedessi- prima di trasferirmi, era la cosa che mi veniva meglio in assoluto- e con tono risoluto, domandai: «Cosa ci fai qui?»
«Nulla di che. Sarò solo tua ospite per un po', spero non ti dispiaccia.», ammiccò maliziosamente spostando l'attenzione su Theo: per poco non mi fiondai su di lei per strapparle a suon di schiaffi quel sorriso dalle labbra.
«Invece mi dispiace. E non poco. Quindi cosa ne dici di impacchettare nuovamente le tue cose e di prendere il primo volo per qualunque altra parte del mondo? Ti pago io il biglietto.», mi liberai gentilmente dal ragazzo al mio fianco e avanzai verso di lei con un'andatura sicura.
«Passo. Ho già visto casa tua e mi piace. Spero non ti dispiaccia se ho già sistemato le mie "cose" nel tuo armadio. Quello di tuo fratello era pieno.»
Il. Mio. Armadio. Questo è troppo.
Le lanciai le peggior occhiata del mondo e di conseguenza notai nella sua postura un accento di tentennamento: non era totalmente cambiata allora. «Credo che tu abbia capito molto male. Adesso ti accompagno all'aeroporto e fai buon viaggio fino in Inghilterra e non dimenticare di portare con te la tua arroganza.», feci dietrofront e tornai da Theo, che era rimasto immobile e sconcertato tutto il tempo. Non udii il suono dei suoi passi fare eco ai miei, dunque, immaginando non si fosse mossa nemmeno di un millimetro, senza rallentare o voltarmi, dissi ad alta voce: «Allora? Sei arrivata fin qui a piedi e non riesci a fare altri quattro passi fino alla macchina?»
Evelyn, senza mai abbassare la testa, prese posto pochi attimi dopo.
«Urgono spiegazioni.», dichiarò il ragazzo una volta che gli fui di fonte.
Sbuffai stanca: non poteva andare peggio. «Mi dispiace. Ci mancava solo quella: la mia vita non ed abbastanza complicata.»
«Quindi vi conoscete.»
«Esatto: eravamo in classi diverse ma frequentavamo le stesse persone più o meno. Ti giuro, non so cosa le sia successo: prima era così timida ed introversa, con una perenne aria spaventata.»
Theo aggrottò le sopracciglia incredulo, «Sei sicura che non sia la sua gemella cattiva?»
«Purtroppo che io sappia, non ha parenti ancora in vita.»
«Oh, mi dispiace molto.»
Scese un imbarazzante silenzio: io non sapevo nulla della sua famiglia e forse avevo toccato un tasto dolente. Fui sul punto di chiedergli se andasse tutto bene quando il suono del clacson ci destò da quello stato e la voce squillante di Eve ci riportò alla realtà «Vi muovete? Non ho tutto il giorno.»
Borbottammo una risposta veloce e ci infilammo in macchina.
Fin troppo presto arrivammo davanti al vialetto di casa «Eccoci qui.», esordì la ragazza che nel frattempo si era affacciata tra i sedili davanti, appoggiando i gomiti sulle nostre spalle; con poca delicatezza ce la scrollammo di dosso e scendemmo dall'auto sbuffando.
«E anche oggi non siamo riusciti a star tranquilli.», disse lui amareggiato, una volta davanti alla porta d'ingresso.
Sorrisi e gli diedi un leggero bacio sulle labbra, «Credo sia impossibile trovare tranquillità in questa città.»
Eve si mise in mezzo, trascinandomi all'interno dell'abitazione e mormorando con fare alquanto lascivo un «A presto, dolcezza.», accompagnato da un occhiolino ed un gesto con la mano.
Chiuse sonoramente la porta alle sue spalle e l'ultima cosa che intravidi fu il sorrisetto divertito di Theo.
«Ti sei consolata in fretta, devo dire.», ammise lei lanciandomi un'occhiata lasciva.
Ridacchiai per il tono usato, le cinsi con un braccio le spalle e la accompagnai piano di sopra. «Per l'amor del cielo, non farmi la morale.»
***
«Quindi lei è tua cugina?», domandò Lydia per l'ennesima volta in quella mattinata.
«Alla lontana.»
Era già passata una settimana dall'arrivo di Evelyn e fino a quel giorno ero riuscita a tenerla buona buona chiusa in casa, minacciandola di morte nel caso fosse uscita e qualcuno l'avesse vista. Purtroppo per me però, si era stufata e mi aveva seguita fino a scuola, decisa a conoscere un po' di gente.
"Non sembrate molto legate.", affermò la rossa chiudendo l'armadietto dopo aver preso i libri per biologia.
«Abbiamo una relazione di amore-odio.»
«Se lo dici tu.», asserì poco convinta la ragazza. «Sbrighiamoci che siamo già in ritardo.»
La mia cara amica si era decisa di seguirmi fino a scuola, pronta a trovarsi qualcuno con cui passare il tempo e no, non intendeva amici. Aveva fatto la civetta con Stiles per tutto il tragitto in macchina e lui, in risposta, non faceva che arrossire e sorridere imbarazzato mentre io ero sul punto di vomitare. Quando alla fine lei scoccò la sua ultima freccia chiedendogli di uscire, non riuscii più a trattenermi e sbottai irritata affermando che era fidanzato. Da molto tempo.
«Detesto il mercoledì.», mi lamentai con Kira una volta scesa sul campo di lacrosse.
La ragazza ridacchiò nel vedere la mia espressione annoiata e il mio costante rifiuto nei confronti di quello sport. «Non essere tanto negativa, la volta scorsa non è andata così male.»
«Certo. Se togliamo il fatto che dopo soli due minuti di riscaldamento il coach mi abbia fatta sedere e che dopo essere rientrata sia rovinosamente caduta più e più volte in maniera imbarazzante, una giornata perfettamente normale.»
Un fischio assordante interruppe il nostro discorso.
«Il prossimo sabato abbiamo la prima partita della stagione dunque mi aspetto che voi, mezze calzette, sputiate sangue su quel campo e che facciate onore alla nostra scuola!» La voce del coach si fece incalzante, «Quindi riscaldatevi velocemente e dividetevi in squadre: Yukimura, Shaw sarete i capitani.»
Lo guardai esterrefatta: sapevo a malapena reggermi in piedi, figurarsi essere la figura di riferimento in campo!
Poi il fatto che due di loro fossero lupi mannari - di cui un alpha- ed una volpe di certo non rendeva il tutto equo.
«Entro domattina però!», sbraitò impaziente il professor Finstock dopo la sessione di stretching.
«S-sì. Ecco...» Mi guardai attorno imbarazzata, non sapevo chi scegliere finché non incontrai lo sguardo di Scott che mi incoraggiò con un sorriso dolce. «McCall.»
Notai una scintilla di tristezza velare gli occhi di Kira per un secondo, rimpiazzata subito dopo da determinazione. «Dunbar.», dichiarò lei rivolgendomi un'occhiata di sfida.

Spazio Autrice
Ero convinta di pubblicare domani, tuttavia la dolce baanshe mi ha suggerito con toni gentili di metterlo oggi, quindi ringraziatela!
Inoltre vi voglio ufficialmente comunicare che presto o tardi, in base alla disponibilità della mia cara amica, ci sarà un trailer della storia!

Luna Nuova || Teen Wolf Where stories live. Discover now