Capitolo 8 - Il Ballo (pt. 1) (R)

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Il colpo alla testa doveva essere davvero molto forte perché da due persone uguali che avevo visto, dopo che scossi la testa, di fronte a me ce n'era solo una.

«Lydia, stai bene?» Il ragazzo parlò con un'intonazione tale da farmi intuire che probabilmente quei due già si conoscevano. La ragazza, per tutta risposta, annuì poco convinta.

Fissai il nuovo arrivato con diffidenza: oltre ad indossare uno smoking blu scuro che gli donava parecchio, gli si poteva leggere in viso che c'era qualcosa che non andava.

«Aiden, giusto? Si può sapere che ci facevi in mezzo alla strada?» Le parole mi uscirono un poco biasciate, probabilmente colpa dello scossone.

Presi un bel respiro e scesi arrabbiata dalla vettura, senza neanche aspettarmi davvero una replica. Dovevo assolutamente controllare che la carrozzeria fosse ancora intera e, grazie al cielo, notai che la macchina non aveva subito danni.

«In realtà, io mi chiamo Ethan.»
Apparve alle mie spalle senza emettere alcun suono e mi fece sobbalzare, fatto che provocò in lui una risata.

Diamine, se lo fa di nuovo giuro che gli appendo un campanellino al collo!, pensai urtata.

«Come ti pare.»
Lo liquidai con un gesto della mano e cominciai a massaggiarmi il punto in cui avevo sbattuto la testa.

«Perché sei tornato?» Lydia aveva fatto la sua comparsa accanto a noi, sempre mantenendo un'espressione vacua.

«Ho delle cose da fare.» E a questa frase, la ragazza si rianimò.

La rossa strinse i pugni, tendendo le braccia verso il basso. «Ossia? Avresti potuto avvertire almeno.»

Il suo profumo costoso mi riempiva le narici, dandomi un leggero fastidio perciò mi allontanai di qualche passo; ci mancava solo che rimettessi l'anima e la serata non poteva che peggiorare.

«Sarebbe cambiato qualcosa?» disse lui, sbuffando.

Assistevo incantata a quello scambio di battute piene di rammarico, sentendomi un po' la terza incomoda. I due si lanciavano occhiate di fuoco che davvero non riuscii a comprendere: si conoscevano e lei utilizzava un tono di rimprovero amichevole, ma si guardavano in cagnesco?!

«Non lo so.»
Alla fine, fu la mia amica ad abbassare lo sguardo.

Calò un silenzio parecchio imbarazzante, durante il quale tutti e tre posavamo lo sguardo su tutto tranne che l'uno sull'altro, fino a che il cellulare del ragazzo squillò.

Non appena lesse il nome sul display, il suo sguardo si illuminò. «Pronto? Sto arrivando, non mettermi fretta!» Riattaccò e si schiarì la voce. «Era Danny.»

«Te l'abbiamo per caso chiesto?» commentai sarcastica. Ero parecchio stufa di stare in mezzo a una strada deserta con un ragazzo che non avevo ancora inquadrato come minaccia o alleato ad aspettare Dio solo sa cosa. «Lydia, la festa ci attende. Andiamo?»

Allungai una mano verso la rossa, sfiorandole il braccio per ottenere la sua attenzione.
«Certo, basta perdere tempo! Se non sfoggio ora l'acconciatura e il trucco perfetto, con questa umidità va a finire che mi spettino e mi inizia colare il mascara, risultato? Mi trasformerei in un panda mannaro.»

Questa sua ripresa di spirito provocò in me e nell'altro ascoltatore una risata sommessa che alleviò la tensione della situazione.

Io e la mia amica salimmo in macchina, ma purtroppo fummo bloccate prima di mettere in moto.
«Sbaglio oppure ho sentito che state andando ad una festa

***

«Perché sei così nervosa? È una normale festa di adolescenti, non la celebrazione di un rito satanico» affermò sarcastico il ragazzo con gli occhi di ghiaccio, dandomi un buffetto sulla guancia.

Sbuffai, guardandolo torvo. «Perché sei così noioso?»

Non aveva tutti i torti riguardo al mio stato d'animo: l'ansia aveva attanagliato il mio stomaco già dal momento in cui eravamo ripartiti.

Tutti avevano un accompagnatore - Scott compreso, scoprii - tranne me; persino Ethan che neppure frequentava la Beacon Hills High School ne aveva uno, che era anche un bel ragazzo per giunta!

Si avvicinò al mio orecchio, sussurrano a bassa voce. «Dovresti fare più se-»

Gli diedi una gomitata nel costato. «E tu dovresti farti gli affari tuoi più spesso invece.» Sbuffai spazientita davanti al suo sorrisetto malizioso e strinsi le mani a lungo per evitare di colpirlo. «Tuttavia, poiché che vedo che non ci riesci, mi ripeteresti perché sei qui con noi ora? Dato che non fai più parte della scuola e, da quanto ho capito, non sei in zona da molto tempo.»

«Smettetela voi due!» ci rimbeccò Lydia fulminandoci con lo sguardo. «Quanti anni avete, cinque?»

«A dire il vero sei» esordì con entusiasmo Ethan.

«Non rispondo nemmeno» sospirò la mia amica spazientita. «Entriamo?»

Annuimmo e ci decidemmo a seguire la ragazza che, oramai, era già nella struttura.

Tutto scintillava dei colori autunnali: rosso, arancione, ocra e molti altri; dal soffitto pendevano palloncini e decorazioni dalle forme più svariate che immaginai dovessero ricordare delle fronde degli alberi. Il pavimento era interamente ricoperto di coriandoli lucidi che rappresentavo foglie di ogni tipo e poi be', c'era lui.

«Stai sbavando, cara» disse a bassa voce Ethan, facendomi sobbalzare per l'ennesima volta.
Entro la fine della serata l'avrei accoppato se non avesse smesso di comportarsi così.

«Parla per te. Noto un rivolo di saliva che ti sta colando dalle labbra alla vista del tuo amico in in abito scuro.»

Mi accorsi solo in quel momento che non mi ero ancora presentata, che sbadata. «Diana, comunque.»

«Cosa?» chiese confuso.

«Il mio nome. Diana.»

Era troppo preso a guardarsi intorno da aver ascoltato anche solo una parola. «Buono a sapersi. Se non ti spiace, ora vado dal mio accompagnatore.»

E mi lasciò lì impalata da sola; Lydia si era già volatilizzata.

Mi diressi verso il tavolo delle bevande e degli snack per perdere un po' di tempo e permettermi di ambientarmi, ma soprattutto per mandar giù l'idea che Stiles in uno smoking spettacolare stesse ballando con la sua fidanzata un lento molto romantico.

Non che mi importasse davvero, io ovviamente non avevo alcun interesse per quel ragazzo, anzi!

Solo ritenevo che Malia non fosse la persona giusta per lui, nonostante io non la conoscessi.

«Mi concederesti l'onore di ballare con me la prossima canzone?»

Alzai di scatto la testa dall'interessante piatto colmo di tramezzini, non appena riconobbi la voce. Ero sconcertata e confusa allo stesso tempo: due occhi verde-azzurro mi osservavano divertiti in attesa di una risposta.

«C-Certo.»

Luna Nuova || Teen Wolf Where stories live. Discover now