Capitolo XXVI ~ L'ennesimo inganno.

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"Le cose si scoprono troppo tardi, si scopre tardi di amare, di essere amato, di essere stato tradito, si scopre tardi che una persona non si può dimenticare, si scopre tardi che amare delle volte fa male."

~ Isobel Bartolomei.

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Quegli occhi non li avrebbe mai scordati. Annabelle ne era certa. Per quanto Luke ci avesse provato e ci provasse tuttora, non avrebbe mai potuto cancellare seriamente il ricordo di lui dalla memoria della ragazza. Adesso lo guardava da lontano mentre litigava con Karoline Earnshaw. Lui voleva che lei andasse via, ma la Simile non ne voleva di che sapere. Annabelle continuava ad origliare, curiosa come sempre mentre faceva finta di leggere un libro.
«Principessa, non è corretto origliare le conversazioni altrui» Michael la fece sobbalzare ed arrossire lievemente. Era stata colta in flagrante.
«Allora, come stai? È da un po' che...insomma, non parliamo» continuò il ragazzo dai capelli viola notando il suo silenzio.
Annabelle alzò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi di Mike. Voleva bene a quel ragazzo e sapeva che lui ricambiava perfettamente il suo affetto. Ma sapeva anche che era un fedele servitore di Lucas e quindi - come le aveva espresso chiaramente suo padre - non poteva permettersi passi falsi.
«Dimmi, di cosa vuoi parlare?» domandò la ragazza esibendo uno dei suoi migliori sorrisi.
Michael si sedette sulla poltrona di fronte al divano, la osservò per un po', un lasso di tempo che le parve quasi infinito e poi parlò.
«Parliamo di te.»
«Cosa vuoi sapere?»
«Non ti dà alcun fastidio che Lucas stia con Karoline?»

Ottima domanda.
Le dava fastidio? Certo che sì.
Poteva ammetterlo? Certo che no.
Per quanto avesse voglia di fare al biondo una scenata, di fargliela pagare, Annabelle era costretta a fingersi calma e contenta perché il suo fratellone aveva finalmente messo la testa a posto e si era fidanzato.
«A me no», fece spallucce «E a te Michael?» domandò senza neanche pensarci troppo.
Mike si irrigidì leggermente e Belle capì allora di aver colto nel segno.
«Sai, è stata lei a trasformarmi. Ci si crea una specie di legame con quel essere. Un po' com'è accaduto a te e Luke, no?» incalzò nuovamente il discorso "Luke".
«No. Io e Lucas eravamo legati anche prima che io venissi trasformata» ci tenne a precisare.
Michael fece un sorrisetto e si alzò.
«Va bene. Ti lascio alla tua finta lettura» disse per poi lasciarmi un bacio in fronte.
«Principessa, non smarrirti, mi raccomando» e andò via.
Annabelle, stanca della lite tra Lucas e Karoline, decise di ritirarsi nella sua stanza. Si sedette sulla cassapanca sotto la finestra e iniziò ad osservare la neve. L'inverno era quasi finito, oramai erano i primi di marzo ma ancora faceva un freddo da far rizzare il pelo. Belle sospirò, la neve la faceva sentire nostalgica. Avrebbe voluto chiudere gli occhi e risvegliarsi in un mondo in cui lei era cresciuta con entrambi i genitori, non voleva denaro, non voleva neanche i suoi poteri, una famiglia normale e felice le sarebbe andata più che bene. E poi, Lucas...quanto avrebbe voluto che lui non l'avesse ingannata. Ma lo aveva fatto, l'aveva pugnalata tante volte, addormentata per secoli e il suo cuore, apparentemente ignaro di tutte le cattiverie ricevute, aveva continuato a battere lui disperatamente. Un giorno Lucas l'avrebbe uccisa e avrebbe strappato dal suo petto quello stesso cuore che lo adorava tanto.
Ma lei avrebbe dovuto essere forte, far sì che Lucas smettesse di essere il suo punto debole.
«Annabelle» delle mani si poggiarono sulle sue spalle, facendola sobbalzare.
Quel tocco, quel profumo, quella voce.
«Lucas» sussurrò senza neanche voltarsi.
Il vampiro si sedette di fronte a lei sulla cassapanca, le prese la mano e la guardò a lungo per poi far incontrare i loro occhi, che non si incrociavano dall'arrivo di Karoline nella loro casa.
«Mi dispiace per tutto questo» disse «Io e te non dovremmo stare così...»
Belle assottigliò lo sguardo «Così come?»
«Così separati.»
La ragazza si sentì smarrita per un attimo. Non sapeva dove Lucas volesse andare a parare, ma sapeva che non avrebbe retto, avrebbe vacillato e poi perso contro di lui, come sempre.
«Cosa stai insinuando? Noi non siamo separati.»
Luke sospirò. Lasciò la mano della ragazza e si scompigliò i capelli dal nervosismo, tirandosi le punte.
«Tu non puoi capire» continuava a sussurrare.
Poi alzò la testa di scatto «Devi sapere.»
«Sapere cosa?»
«Io ti amo.»
Annabelle tentò di rimanere calma, sorrise nervosamente.
«M-ma certo» balbettò. «Come un fratello ama una sorella» affermai.
«No» asserì lui. «Come un uomo ama una donna» disse riproducendo all'inverso una loro vecchia discussione. Si trovavano in Francia, lei era stata appena promessa in sposa al futuro re senza alcuna facoltà di scelta è pervasa dall'emozione, aveva rivelato a Lucas i propri sentimenti per la prima volta in assoluto.
«Lucas...»
Era rimasta sorpresa e senza parole. Si sentiva in difficoltà.
«No, ascoltami. Anche tu mi ami. Io ti ho soggiogata, ho fatto in modo che tu dimenticassi. Noi stavamo insieme fino a tre settimane fa. Non siamo neanche fratelli. Tuo padre si chiama Adrian Garcia ed è lo stregone più potente al mondo. Belle, so che probabilmente ti arrabbierai e va bene, hai ragione, ma ho dovuto farlo.»
Annabelle stava per rispondere a Lucas, era contenta che almeno per una volta le avesse detto la verità e che non avesse cercato di raggirarla, ma il tempo si fermò.
La ragazza si guardò intorno, Lucas era immobile così come la sua perenne espressione di dolore. Se non lo avesse visto sorridere almeno una volta, avrebbe pensato che quell'essere non avesse mai conosciuto alcuna gioia nei suoi millenni di vita, che poi, tanta vita non era.
«Annabelle Marie Jones.»
Adrian Garcia si avvicinò alla figlia con un'espressione di disapprovazione.
«Padre.»
Annabelle si alzò e si inchinò al cospetto del padre.
«A cosa devo la sua presenza?» domandò.
«Mia adorata figlia, lasciati dire che sei un'ingenua.»
L'uomo fissò Lucas con disprezzo poi tornò alla ragazza.
«Cosa credevi di fare? Volevi perdonarlo? Volevi accoglierlo nuovamente a braccia aperte? Rispondi!» le urlò contro.
«Ma padre, Lucas è stato sincero con me» tentò di giustificarsi.
«Ne sei sicura? Sei sicura di conoscerlo così bene?»
«Sì» rispose prontamente.
«Bene, allora lascia che ti mostri come sarebbe andare a finire.»

Adrian fece un solo gesto con le mani, chiuse un attimo gli occhi e quando li riaprì quello che ad Annabelle sembrava un portale le comparì davanti.
Questo, mostrava le figure di lei e Lucas in quella stessa stanza.

«...hai ragione, ma ho dovuto farlo» ripeteva Lucas.

«Perché hai dovuto?» rispose lei.

Lui le cinse il viso con le mani «Se Karoline avesse scoperto di noi, avrebbe riferito il tutto ai miei genitori, che ti avrebbero uccisa. Non potevo permetterlo.»

«Avremmo cercato un'altra soluzione, Lucas.»

«L'ho fatto per il tuo bene.»

«Bene? Quale bene?»

Annabelle vide se stessa scostare le mani di Lucas e alzarsi dalla cassapanca. Stava piangendo. Le sembrava di rivedere sempre le stesse immagini.

«Il tuo bene» le disse Lucas alzandosi e parandosi davanti a lei.

«Ti sembra che io stia bene?» gli urlò contro.

La ragazza si voltò verso Lucas, immobile e sentii i propri occhi inumidirsi esattamente come sarebbe accaduto.

«Osserva» le ordinò Adrian.

Annabelle tornò con lo sguardo sul portarle del futuro. Lucas si stava avvicinando a lei. Una mano tra i suoi capelli ed una dietro la schiena. E fu allora che lo vide, il pugnale donatole da Camille Jones, sua madre. L'Originale poggiò la fronte su quella della ragazza.

«Ho solo bisogno di sapere che mi ami, un'ultima volta.»

«Ti amo, ma di certo non sarà l'ultima volta che sentirai queste due parole fuoriuscire dalle mie labbra.»

Il vampiro la baciò e nel mentre, avvicinò il pugnale alla sua schiena.

«No. Non può essere.» si lasciò sfuggire aspettando che Lucas abbandonasse l'idea di colpirla, ma non successe e la pugnalò.

Inizialmente non credette ai suoi stessi occhi, ma l'immagina non mutava. Andò verso di Lucas e gli alzò il maglione e proprio lì, dietro la schiena, incastrato tra cintura e pantalone, vi era il pugnale.

«Padre» esordì Annabelle.
«Sì?»
«Vorrei che tu mi portassi con te.»

Adrian si avvicinò alla figlia e le lasciò un bacio sulla fronte.
«Pensavo che tu volessi stare con il figlio di Andrew Hemmings» le disse con tono dolce.

«Basta Hemmings. Ora voglio stare un po' con mio padre.»

Adrian le sorrise. «Mi ricordi sempre di più Camille.»

«Lo prendo come un complimento.»

«Lo è. Comunque sia, se è ciò che vuoi, allora va bene. Prepara le tue cose e andiamo via.»

In meno di cinque minuti, Annabelle preparò le due cos e le mise in uno zainetto. Guardò prima Lucas, ancora immobile e con quell'espressione di angoscia mista a dolore stampata in faccia e poi l'immagine di lei distesa sul pavimento con il vampiro che la guardava sconvolto.
Poi si voltò verso il padre, il quale stava protendendo una mano verso di lei. L'afferrò e, dopo aver aperto un altro portale - e aver dato un'ultima occhiata a Lucas - andò via da quella casa.

Autrice

Salve a tutte! Scusate il ritardo ma ho un'ottima scusa, mia madre ha partorito!
Eh sì, il piccolo si chiama Christian ed è un amore.
Io sono felicissima, ma oltre alla scuola ora devo aiutare molto più di prima mia madre, quindi ho poco tempo.
Ad ogni modo, quali sono le vostre impressioni su questo capitolo? Spero vi sia piaciuto.
Un bacione!

Sara xx.

Bad Blood. [lrh]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora