Problems

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La sera seguente, Ginny raccontò agli amici quello che le aveva riferito Luna.
Davanti al focolare con le braci morenti, unica illuminazione della stanza, il problema di Vivian era discusso con estrema solennità.
Cosa fosse l'autolesionismo, Ron non lo sapeva, nel mondo dei maghi era un fenomeno più unico che raro. Harry ne aveva sentito parlare a casa Dursley, quando una ragazzina si era suicidata per bullismo. Ginny, nella sua eterna ricerca di pettegolezzi, aveva invece una sua precisa idea sull'argomento.

-Non ve ne rendete conto? Probabilmente sta avendo dei problemi e l'unico modo che ha per non crollare è provare dolore. Forse qualcuno le ha spezzato il cuore. Forse la sua migliore amica è la lametta.

-Non credo proprio.

Nella penombra, la voce di Hermione sembrava un po' troppo pensierosa.

-Io non credo nell'autolesionismo. È solo... esibizionismo. Non è nella natura dell'uomo, o del mago, procurarsi dolore fisico.

Gli altri la fissarono in silenzio. Certo, aveva espresso la sua opinione in modo un po' brutale, ma era vero. La sofferenza psicologica non poteva essere scacciata dalla pazzia di incidersi la pelle, no?

Fu Ron a rompere la tensione.
-Beh, può darsi. Ma proprio per questo dobbiamo aiutarla, no? Hogwarts dovrebbe essere una casa per tutti, un rifugio, un punto di riferimento.

Guardò in direzione di Harry, e non si stupì di vederlo annuire, mentre concludeva dicendo: -Ora non siamo più in guerra, i ragazzini del primo anno non sapranno mai cosa si prova. Certo, ci sono sempre diversi problemi da risolvere, ma non assisteranno alla morte dei loro più cari amici, o alla distruzione delle loro case. Non saranno forzati a crescere tutto d'un colpo, le loro uniche preoccupazioni consisteranno nelle solite frivolezze adolescenziali. Ma ai loro occhi quei sassolini saranno massi che ostacolano la via.

Ginny prese quasi timidamente la parola.
-E se facessimo ancora l' E. S.? Solo...non limitato all'addestramento. Potrebbe essere un'occasione anche di dialogo... Di aiuto.

-Sono d'accordo- sentenziò Harry.
-Il problema è: dove?

-Stanza delle Necessità?- propose Ron, ma Hermione si affrettò a bocciare l'idea.
-È chiusa! Avevo bisogno di un posto... Uh... Dove provare un incantesimo un po' "pericoloso" e non si è aperta.

-E se esistesse sempre la Camera dei Segreti?

La voce della Weasley era carica di speranza. -Insomma... Harry non è più un rettilofono, ma Ron era riuscito ad aprirla.

-Ci guarderemo dopo Incantesimi. L'aula è abbastanza vicina.

I Grifondoro non erano i soli a discutere di problemi da risolvere: nella sala comune della casa "avversaria", Andrea stava inventandosi delle scuse per il suo comportamento.
Per quanto si fidasse dei suoi migliori amici, non era ancora sicura di potersi confidare subito. Dunque liquidò le domande con un semplice "avevo mangiato poco".
-Aspetta!- esclamò Blaise, ricordandosi di Trasfigurazione.
-Perché ti eri fermata a parlare con la McGranitt?

-Beh...- la ragazza arrossì.
-Perché...si può dire che io sia tipo una metamorfomago.

-Cosa? Davvero?

-È un po' più complicato di così. Quando provi emozioni forti o sono nervosa, mi capita di cambiare un po' aspetto. Tipo gli occhi ora.

-È questo che hai detto alla McGranitt?

-Sì, beh, sono avvantaggiata per quanto riguarda la Trasfigurazione di sé stessi. E non lo trovavo giusto, ecco.

-Ma puoi anche cambiare il tuo aspetto a piacimento?- domandò Draco.

In risposta, la ragazza si colorò i capelli di viola, e fece allungare il suo naso smisuratamente, facendoli ridere.

-Ora, se vossignoria mi scusasse- disse, facendo una voce buffa,-gradirei avere il permesso di andare a dormire.

Con un inchino, lasciò la stanza; una volta entrata nella sua camera, si buttò sul letto, e le sembrò di star gettando via la pesante maschera che aveva indossato per tutto il tempo. Occhi marrone dorato. Gli occhi di quando aveva una cotta.
E (poteva ammetterlo, ora che era da sola) per quanto quella persona non fosse esattamente il suo principe azzurro, non si sentiva sbagliata. Pensò a come i suoi capelli ricadessero sulla sua fronte in boccoli perfetti, e a come i suoi occhi cambiassero sfumatura, e tendessero un po' al verde sotto la luce. Rievocò con la mente la perfezione del suo sorriso, nonostante i suoi incisivi fossero leggermente separati, e l'allegria che esso trasmetteva.
Andrea sospirò. Non sarebbe stato facile affrontare una cotta del genere. Ma prima di dormire, afferrò un pezzo di pergamena e ci scarabocchiò su solo quattro parole, poi lo fece scivolare, con un po' di magia, fino al cuscino di Blaise.

Nella sua calligrafia minuta, il biglietto riportava la scritta: "il patto è sciolto".

Capitolo corto, lo so, ma mi serviva una parte intermedia. Dal prossimo ricomincia la Dramione, promesso. Non archiviate la storia, ora ho più tempo per scrivere! :)

A Broken Soul ||Dramione|| [SOSPESA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora