Capitolo 44

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Il corpo di mia madre era rannicchiato verso il water,vomito e pianto erano i protagonisti indiscussi di quella scena.
"Mamma che hai?Che è successo?!"
Le andai incontro e le legai capelli mantenendo stabile la testa.
Non rispondeva,continuava a vomitare e singhiozzare.
"Chiamo l'ambulanza?"
Negò con la testa
"Chiamo papà?"
"No!"
Urlò contraendosi
Che stava succedendo mio Dio!
Cercai di aiutarla senza chiedere più niente e quando finì di rigurgitare le preparai una camomilla.
Fortunatamente stava un po' meglio,questa volta era appoggiata alla parete della vasca da bagno con la tazza fumeggiante tra le mani.
Il suo volto era cupo,triste e malinconico,le rughe erano più accentuate e le occhiaie erano il simbolo di non aver dormito.
Cercai più dolcemente possibile di chiederle:
"Mamma puoi dirmi cosa hai?"
"Un virus non vedi?"
Non sapeva mentire
"Mamma non sono più una bambina dimmi la verità"
"Ti ho detto che è un virus,è la verità"
"Finiscila di trattarmi come una stupida bimba,pensi che non sappia cosa sta succedendo in casa?"
"Serena"
Tossì
"Io...io sono incinta"
I miei occhi si spalancarono e nel contempo quelli di mia madre divennero lucidi.
Con poca voce aggiunse:
"Tuo padre non sa niente,sei l'unica a saperlo"
Una pugnalata al cuore
"Da quanto lo sai?"
"Pochi giorni,ho fatto il test..."
Un magone alla gola
"Mamma potrebbe anche essere sbagliato,i-insomma non ci si può
fid-dare pienamente dei test"
Abbassò lo sguardo
"Nei prossimi giorni andrò dal ginecologo e vedremo"
Scoppiò a piangere,mai avevo visto mia madre così debole e fragile.
"Mamma ma perché?!
Insomma perché in questo periodo?"
L'argomento imbarazzava entrambe
"Non era nostra intenzione...adesso come faremo?!
È già difficile in quattro!"
Era disperata,le mani sui capelli e lo sguardo vuoto.
Con tutta la forza che avevo le dissi:
"Mamma io ho già trovato un lavoro,se mi accettano potrei contribuire"
Sembrava sorpresa ma obiettò poco rispetto al solito perché sapeva che  in fine dei conti avremmo dovuto aiutare tutti.
"Tu devi studiare Sery!"
"Mamma è di pomeriggio,riesco a studiare tranquilla"
Mi accarezzò una guancia,asciugandomi le lacrime con il pollice.
"Scusaci se non ti stiamo dando ciò che meriti,le nostre condizioni attuali non ce lo permettono Sery,noi"
La interruppi
"Mamma credimi mi avete dato fin troppo,avete esaudito ogni mia richiesta, questo è solo il minimo che possa fare per ripagarvi"
Posò le mani sulla mia schiena e mi diede un abbraccio materno, cosa che non faceva da quando ero più piccola anche di mio fratello.
"Mamma quando lo dirai a papà?"
Le dissi non appena ci ricomponemmo
"Stasera,ma ho bisogno del tuo aiuto devi portare Luigi fuori non voglio che senta,quando arriverà il momento giusto lo dirò anche a lui"
"Va bene mamma"
Le diedi un bacio sulla guancia e la aiutai ad alzarsi con qualche piccolo doloretto.
La feci appoggiare sul divano e dissi:
"Ok tu resta qui ,d'ora in poi farò tutto io"
"Sery ma non sappiamo ancora se"
La guardai con uno sguardo omicida e si rassegnò.
Preparai la tavola e cucinai.
Gnocchi di patate al sugo e affettati con mozzarella per secondo.
Mio fratello ritornò da scuola finalmente felice e quando mi vide ai fornelli scoppiò a ridere procurando anche la risata di mia madre.
Mi faceva piacere che mia madre ridesse ma allo stesso tempo odiavo mio fratello per avermi preso in giro, così gli risposi:
"Che hai da dire?
Tu non fai niente dalla mattina alla sera quindi taci"
Ovviamente lui rispose e continuammo così finché ci sedemmo a tavola.
Mia madre finse,per la sua prima volta,bene e Luigi non notò nulla a parte il mio strano senso del dovere.
Pulii ovviamente tutto ma mia madre mi aiutò,contro la mia volontà sia chiaro, a mettere in ordine.
Finalmente mi rintanai nella mia stanza dove per pochi minuti potei buttarmi di pancia in giù sul letto e non pensare a niente.
Prima di cadere nel sonno più profondo decisi di studiare perché alle quattro sarei dovuta andare al lavoro ed erano le tre.
Studiai come un lampo ,cosa che non avevo mai fatto in tutta la mia vita, e finì latino e italiano solo perché la professoressa ci aveva dato pochi compiti.
Mi mancavano ancora matematica,greco ed inglese ma non ebbi il tempo di farle,erano già le 15:45.
Mi affacciai nella stanza di mia madre e le riferì che sarei dovuta andare a lavorare e che se avesse avuto qualunque tipo di problema non avrebbe dovuto esitare a chiamarmi.
Come risposta ebbi:
"Tranquilla per me, ho quarant'anni
me la so cavare,piuttosto quando ritorni mi dovrai dire tutto.
Che lavoro è?"
"Barista,mamma dopo ti dirò tutto ora devo scappare ciao"
Salii sul motore e mi avviai verso il bar con mille pensieri che mi torturavano.





Note dell'autrice:
Perdonatemi se non pubblico costantemente,sono strapiena di compiti e quando trovo un po' di tempo cerco di aggiornare.
Spero di farlo più spesso (sembra la pubblicità delle sottilette ok) ma non vi prometto nulla.
Grazie per il vostro supporto,ogni giorno mi fate credere sempre più in questo libro,grazie mille❤️.

Il Nuovo Prof. di GrecoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora