Capitolo 15

2.5K 208 6
                                    

Scappando senza una meta precisa mi sono ritrovata in uno dei luoghi meno consigliabili di questa casa: l'orto di Yuma!
Mi guardo attorno, è davvero bello. Il bello dell'orto è la sua continua mutevolezza e diversità. Quando sono arrivata per la prima volta qui questo posto era in un modo mentre ora è completamente mutato.
Nonostante questo luogo sia pericoloso non posso far a meno a fermarmi per contemplarne la bellezza. Questo luogo è diventato un po' un piccolo rifugio, qui nessuno, tranne Yuma, verrebbe mai a cercarmi.
Un luogo magico che porta irrimediabilmente alla contemplazione e quindi alla staticità, errore madornale. So che in una situazione come questa non bisognerebbe mai fermarsi, soprattutto quando si vuole scappare da una casa che pullula di vampiri. Mi sento così stupida quando alle mie orecchie arriva una voce: - Eccola
Mi volto di scatto e mi trovo Yuma davanti. Ed è ora che, per la prima volta, ho paura. Ed io ho un problema con la paura. Io ho paura della paura; paura degli spasmi del mio spirito che delira, paura di questa orribile sensazione di incomprensibile terrore. Ho paura delle pareti, dei mobili, degli oggetti familiari che si animano di una specie di vita animale. Ho paura soprattutto del disordine del mio pensiero, della ragione che mi sfugge annebbiata, dispersa da un'angoscia misteriosa.
Yuma è l'unico che mi spaventa per davvero in questa casa, forse perché è quello con cui ho un intesa un poco migliore.
Reprimo un grido di terrore e lo guardo facendo due passi indietro:- Yuma, che piacevole sorpresa
- Non fingere, Scrofa, leggo nei tuoi occhi che non hai nessun piacere nel vedermi. Tu non sei onesta. Con nessuno, neanche con te stessa. Dici bugie quando hai paura. Ma ti rivelerò un segreto: ogni volta che dici una bugia, la cosa che temi diventa più forte
- Cosa vai blaterando idiota? Io non ho paura!
Lo vedo sospirare leggermente, cosa voleva che rispondessi esattamente?! Mi appoggia una mano sulla spalla prima di dire: - Beh, sarà quest'idiota a portarti nella tua stanza
- Cosa?! Yuma Mukami, non azzardarti neanche...
Non ho neanche il tempo di terminare la frase che Yuma mi carica in spalla e mi porta verso al villa. La sua voce è colma di rimprovero: - Taci, hai promesso che ti saresti presa cura della nuova pianta di rose e non ti puoi mangiare la parola data
Nonostante mi stia riportando in casa non posso far a meno di lasciarmi sfuggire un piccolo sorriso, è la scusa più stupida ed infantile che abbia mai sentito per rapire una persona.
Per qualche secondo sento un leggero calore nel petto prima di lasciarmi andare sulla sua spalla senza più ribellarmi.
Mi riporta in camera e mi lascia scivolare a terra. Lui mi guarda per qualche istante prima di sussurrare: - E non provare più a scappare
Detto ciò se ne va dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle

La bambola dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora