Capitolo 1

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Come le note sono schiave della melodia che compongono io sono schiava della mia famiglia.
Salve sono Yuki Okamoto su di me non c'è da sapere molto: ho quindici anni, capelli bianchi, occhi violacei, seno piatto e una vita di merda.
Non ho problemi finanziari, su questo non c'è alcun dubbio. Eppure non posso essere che scontenta del mio stato familiare.
I mie genitori erano due politici, mia madre lo è ancora ed è molto rinomata. Eppure questa donna ha un enorme pecca: aver tradito mio padre con milioni di uomini. Quando lui lo ha scoperto si è dato all'alcol ed è morto di arresto cardiaco.
Vivo una vita agiata senza curarmi troppo degli altri, sono un gioiello di comportamento nella mia glaciale perfezione. Eppure non sono mai soddisfatta.
Sono in camera mia ad ascoltare un po' di musica classica quando sento bussare.
- Si? - chiedo togliendomi un auricolare.
- Sono la mamma
- Entra pure, madre
Mia madre entra nella mia stanza. Ha il suo solito vestito rosa confetto con delle ciabatte a forma di coniglietto. I lunghi e lisci capelli bianchi accompagnano un espressione stanca e preoccupata.
- Cosa desideri? - chiedo glaciale.
- Ho una notizia che ti rattristerà molto - dice abbassando gli occhi.
- Mamma ti ho già detto che non mi interessa se Rick e Bruk hanno una storia! - dico seccata.
- Non volevo parlarti di Beautiful! Ma di un altra cosa...
Mi giro verso di lei sulla mia bellissima sedia girevole chiedendo - E cosa allora?
- Devi trasferirti, so che potrebbe essere uno schok per te ma vedila in questo modo: c'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso... Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale
- Ok - rispondo fredda
- Come ok?! - chiede allibita
Lei rimane sconvolta dalla freddezza con cui la mia razionalità mette il punto. E vai a capo.
- Hai detto che devo trasferirmi ed è ciò che farò
- Ah... Ok...
- Dove?
- Alla villa Sakamaki
- Potresti essere un poco più specifica?
- La casa di Togo Sakamaki il grande politico
- Capisco
- Se non vuoi non devi trasferirti per forza...
- Tu mi hai suggerito di prendere questa storia con filosofia, e comunque non c'è nulla che mi lega a questo posto
- Ci sono io!
- Come ho detto prima, nulla mi lega a questo posto. Ne tu ne nient'altro. Il compito di una mamma dovrebbe essere come una trapunta: tenere i figli al caldo, senza soffocarli. Tu hai soffocato la mia gioia infantile tanti anni fa. E adesso hai voglia di uscirtene con discorsi del tipo "Io ti voglio bene"? Ti prego: smettila con queste cose. Perchè niente è più brutto di una parola d'affetto pronunciata freddamente da una bocca annoiata. E la tua bocca è annoiata ormai da anni. Come la mia del resto
Abbassa gli occhi sulle sue pantofole e io dico - Vedo che ci siamo capite
Mi fissa per qualche istante per poi dire tristemente - Fai le valige, la limousine è giù che ti aspetta
Esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Questo dovrebbe chiuderle la bocca per un po'.
Crede davvero che quella copertura regga ancora? Vuole essere una santarellina, vuole sempre fare la parte della vittima. Ma lei non è una vittima, lei è un assassina.
Mia madre una politica che si fa tutti i ragazzini minorenni che trova!
Mi alzo dalla mia comodissima poltrona girevole per poi avvicinarmi al letto. Mi abbasso e da sotto di esso tiro fuori una valigia bianca come la luna.
- vediamo, che dovrei portare? - mi chiedo disinteressata.
Mi avvicino all'armadio e ne apro le ante per poi osservarne il contenuto. Ho sempre odiato fare le valigie. Perciò prendo tutto ciò che mi capita sotto mano e lo chiudo nella valigia.
Pochi minuti dopo sono pronta.
Apro la porta ed esco nel corridoio, mi fa piacere pensare che partirò per un viaggio da cui non dovrò tornare.
Le ruote della valigia faticano a reggere la mia andatura a causa del tappeto ma per mia fortuna riesco ad arrivare alle scale.
Scendo al piano inferiore.
Mia madre sta trafficando in salotto, quindi non mi sentirà andarmene.
Mi avvicino all'uscio per poi apriro e sguisciare fuori di casa.
La limousine bianca come la neve mi aspetta. L'autista mi apre la portiera e io gli tendo la mia valigia che lui si appresta a posare nel baule dell'auto.
Mentre mi appresto ad entrare nell'auto posso sentire la corsa frenetica di mia madre che si dirige verso la porta. Deve avermi vista attraverso una finestra.
Emetto un verso infastidito prima di salire in macchino e l'autista segue il mio esempio prima di mettere in moto.
Mia madre urla un "Tesoro" pieno di disperazione quando apre la porta di casa e vede la macchia che parte.
- Signorina... -, inizia l'autista ma io lo interrompo ordinando:- Procedi
- Come desidera
L'autista non si ferma e vedo mia madre rimpicciolirsi mentre mi guarda allontanarsi. Nei pochi attimi in cui riesco ad intravedere ancora il suo volto capisco che sta mimando un "Ti voglio bene" con le labbra, l'aria sconvolta mentre due lacrime le rigano il viso. Ma la ignoro voltandomi dall'altra parte. Non ho più bisogno del suo affetto ormai da molto tempo e di certo non ne avrò adesso.
Ciao ciao mamma, penso sorridendo soddisfatta.
Non mi dispiace essermi liberata di quella seccatrice. La odio quindi che problema c'è a starle lontano?
Anche se, imparando a odiare una o due persone ... presto si odieranno milioni di persone.Io sono ben accorta ad accettare questo problema. Il mondo ha un sacco di persone che meritano di essere odiate.
Addio madre, spero di non rivederti mai.

La bambola dell'amoreTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang