Capitolo 8

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E' passata ormai una settimana dal mio "appuntamento" con Kou Mukami. Da allora, per mia fortuna, non ci siamo più visti.
Sono a scuola ed è l'ultima ora di lezione, non vedo l'ora di finire ed andare a casa per dormire.
- E adesso che si fa? - chiede Justice speranzosa.
La speranza. La quintessenziale illusione umana è al tempo stesso la fonte della nostra massima forza e della nostra massima debolezza.
- Adesso dovrebbe esserci fisica -, le rispondo ma in lei c'è ancora dell'ottimismo. com'è che si dice? La speranza è l'ultima a morire.
- Educazione fisica? - chiede gioiosa.
- No -, faccio una pausa per ghignare per poi aggiungere, - fisica.
La sua gioia si spegne immediatamente. La sento imprecare sottovoce per poi dire:- Visto che tu sei tanto brava citami qualcosa!
- Il fatto che viviamo sul fondo di un profondo pozzo gravitazionale, sulla superficie di un pianeta coperto di gas che gira intorno ad una palla di fuoco nucleare distante 90 milioni di miglia e pensiamo che tutto questo sia normale è ovviamente un'indicazione di quanto distorta la nostra prospettiva tenda ad essere, ma abbiamo fatto parecchie cose nel corso della storia intellettuale per correggere lentamente alcune delle nostre errate conclusioni.
Così recita Douglas Adams
- Tacci tua!
Sorrido soddisfatta prima che una nostra compagna di corso irruppa in classe urlando felicemente - Manca il prof!
Sospiro rumorosamente mentre tutti urlano e festeggiano. Non comprendo il loro entusiasmo nel saltare un ora di lezione: la più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza.
Mi alzo e raccolgo il mio materiale prima di racchiuderlo nella cartella. Mi alzo e mi dirigo fuori dalla classe. Mentre supero la classe sento urlare a Justice:- Yu-chan dove vai?!
- A studiare -, rispondo iraconda.
Supero la classe di Yui che sta aspettando il professore con la porta spalancata, non faccio in tempo a superarla che quella mi chiama. Faccio finta di nulla e proseguo verso la biblioteca.
Appena entro vengo investita dal silenzio. Sono certa che presto il silenzio diventerà una leggenda. L'uomo ha voltato le spalle al silenzio. Giorno dopo giorno inventa nuove macchine e marchingegni che accrescono il ruomore e distraggono l'umanità dall'essenza della Vita, dalla contemplazione e dalla meditazione. Suonare il clacson, urlare, strillare, rimbombare, frantumare, fischiettare, rettificare e trillare rafforza il nostro ego.
Sospiro prima di sedermi ad uno dei tavoli ed estrarre dal mio zaino il libro di fisico. Oggi il professore avrebbe dovuto spiegarci tre delle tavole empiriche. Ma a quanto pare sarò costretta a studiare senza la supervisione di un insegnate esperto in questo settore.
Ormai i ragazzi di oggi vanno avanti con poce regole in testa:
1. Se è verde o si muove, è biologia.
2. Se puzza, è chimica.
3. Se non funziona, è fisica.
4. Se non si capisce, è matematica.
5. Se non ha senso, è economia o psicologia.
Invece io trovo la biologia con lo studio degli esseri viventi, la fisica con lo studio dei fenomeni, la matematica con calcoli e frazioni, l'economia per il nostro futuro e la psicologia per comprendere meglio le altre persone molto utili.
Apro il mio libro di fisica ed inizio a studiare bellamente. C'è talmente tanto silenzio. Che strano, penso che presto verrà interrotto.
Studio in silenzio per una decina di minuti quando snetola porta della biblioteca aprirsi. Alzo lo sguardo per incrociare quello di Justice.
- Ciao -, dice.
- Sei venuta qui per infastidirmi e interrompendo il mio studio facendomi sprecare del tempo prezioso
- Tanto so che mi vuoi bene
- Negativo
- Tanto prima o poi me ne vorrai -, afferma decisa, -Prendi d'esempio queste belle scarpe. Sono belle per me ma per te? Griderai ed urlerai quando te le infilerò a forza. Ti daranno fastidio, sono certa. Ma io te le infilerò lo stesso, magari sostenendo che hai freddo, e un po' alla volta ti ci abituerai. Fino a soffrire se ti mancheranno. E lastessa cosa vale per me e te
- Come puoi citare "Lettera a un bambino mai nato"?In questo contesto poi!
- Ops! Mi hai scoperta!
Sospiro rumorosamente prima di rimettermi a studiare mentre, quella, continuava a parlarmi a raffica.
Qunado finalmente la campanella suana Justice si alza di scatto dicendo:- Alla buon ora!
Mi alzo con calma per poi, con il libro sotto braccio mi dirigo verso la porta!
- Dove vai?
- A casa
- Di già?
- Sì
Esco dalla stanza lasciando Justice con la faccia da baccalà.
Arrivata al corridoio che porta all'uscita dove sono posizionatigli armadietti per contenere le scarpe incontro Ayato, Raito e Yui.
Tiro dritto ignorandoli per poi aprire il mio armadietto. Solo in quel momento mi rendo conto che il mio è di fianco a quello di Raito.
- Ciao Bitch-chan - dice tirando fuori le sue scarpe con una mano e mettendomi l'altro braccio intorno al collo.
- Buonasera Raito - dico liberandomi del suo braccio e tirando fuori le mie scarpe normali.
Mi sfilo le scarpe che uso per la scuola e mi infilo la mia per poi voltarmi in direzione della bionda e della fragola.
- Yui - dico glaciale
- S-si?
- Appunta sulla tua agenda di ricordarmi di denunciare Raito per molestie sessuali - le ordino.
- S-si
- E dai Bitch-chan tu è come se fossi la fidanzata di tutti noi Sakamaki, tutti tranne Ayato
- E' buffo sai? Ho sempre pensato che una coppia non fosse l'unione di un uomo e una donna, ma di due persone felici. E io non sono molto entusiasta di avervi intorno
- Che Bitch-chan freddamente sexy
Sbatto la mano contro la mia fronte, violentemente, per poi guardarlo male. Esco velocemente dal corridoio per poi essere invasa dalla bezza serale. Ad aspettarci, come sempre, c'è la nostra amata limousine nera.
- Eccovi finalmente - dice Reiji vedendoci arrivare.
Raggiungiamo Reiji che si era gia apprestato a salire in macchina, ed uno ad uno tutti salgono in auto mentre io sono l'ultima a dover salire. Ma proprio mentre metto il primo piede in auto per salire qualcuno mi afferra per un polso e mi tira a se.
Non sento alcun calore, alcun alzarsi e abbassarsi del petto. Solo un freddo blocco di marmo.
- Ciao Yuki -, dice colui che mi ha portata a se, una voce familiare. La voce di Kou.
Non ho neanche il tempo di proferire parola che la famiglia Sakamaki, al completo, si riversa fuuori dall'auto.
- Mukami! Che ci fa della feccia come te qui? - chiede Reiji con gli occhi pieni d'odio. Non pensavo potesse provare emozioni diverse dalla freddezza e l'assenza di emozioni.
- La feccia qui presente non è da sola - dice Kou ridendo ma con sguardo tagliente.
Non ho idea da dove siano sbucati o come abbaino fatto a sbucare così velocemente dal loro nascondiglio ma ben tre ragazzi ci compaiono al fianco. Due a destra e uno a sinistra.
Alla nostra sinistra c'è un ragazzo molto alto, i capelli biondo scuro sono legati in  un disordinato codino con dei ciuffi che ricadono sugl'occhi arancioni con delle striatura verdi, per quanto riguarda i vestiti: porta una camicia bianca con scollatura a V e i bordi neri, un golf nero, dei pantaloni marroni, una collana ed un braccialetto.
Invece il primo a destra, rispetto a vicinanza con noi, ha i capelli disordinati di un nero opaco che si schiarisce sulle punte tanto da diventare bianco. La frangia corvina gli ricade dolce sugli occhi blu\grigi. Porta tre piercing sull'orecchio destro e per quanto riguarda i vestiti: porta un girocollo nero, una giacca grigia, una maglietta attillata nera, pantaloni neri sorretti da una cintura marrone.
L'ultimo, invece, ha gli occhi grigi su cui ricadono i capelli neri dalle punte grige. La sua carnagione è bianca cadaverica mettendo ancor più in evidenza la ciccatrice che gli passa sopra il naso. Delle candide bende gli sono legate attorno al collo e alle braccia.
Ed infine porta: porta un maglione molto largo con scollatura a V azzurro, sotto quest'ultimo si vede una maglietta con varie tonalità di blu e porta dei pantaloni neri.
- Bene, bene, bene, la famigliola al completo - commenta Raito con un sorriso tagliente, ma i suoi occhi sono seri. Com'è stupido colui che cerca di rimediare all'odio degli occhi con il sorriso delle labbra.
- No, ne manca una - osserva Shu. Anche sui ha acquisito un emozione oggi, ci saranno gli sconti al supermercato.
- Si purtroppo la nostra sorellina ha avuto un contrattempo - dice il gigante sorridendo astioso.
Non deve essere felice del fatto che Shu si ricordi di sua sorella.
Beato il servo che tanto è disposto ad amare il suo fratello quando è infermo, e perciò non può ricam­biargli il servizio, quanto l'ama quando è sano, e può ri­cambiarglielo. Beato il servo che tanto amerebbe e temerebbe un suo fratello quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui, e non direbbe dietro le sue spalle niente che con carità non possa dire in sua presenza.
Sospiro guardando come non ci sia amore fra i fratelli Sakamaki, io non ho mai desiderato ne fratelli ne sorelle per un unico motivo: non volevo che soffrissero come avevo sofferto io. Sono sicura che non lo avrebbero meritato.
Solo una volta chiesi un fratellino/sorellina a mia madre. Ero molto piccola e quando gli chesi di farmi un fratellino o una sorellina lei mi rispose "Un fratello può non essere un amico, ma un amico sarà sempre un fratello". Io ho un fratello, ma è lontano e dimenticato.
Kou rivolge un sorriso beffardo ai Sakamaki per poi lasciarmi libera dalla sua stretta.
E' alquanto sicuoro di se nonostante il fatto che lui e i suoi amichetti sono in svantaggio numerico.
Sorride un ultima volta per poi aaffermare:- Lei ora ci appartiene
Reiji lo guarda come se fosse meno di uno scarafaggio, poi, sisstemandosi gli occhiali lancia una sfida sottointesa nella sua frase:- Questo è tutto da vedere, Mukami
Ed in un istante inizia lo scontro, mentre io resto lì, impietrita e abbattuta dal timore e lo sconforto. Mi sento come un ghiacciolo in piena estate che si squaglia velocemente sotto i raggi solari senza avere il tempo di vivere più di pochi minuti.
In meno di un secondo era scoppiata una vera e propria guerra ed io non me n'ero neanche resa conto.
Guardai Kanato essere scaraventato a terra e pensai che fosse morto, ma questo si rialzò per riprendere a combattere.
Ma non mi fa impressione pensare che uno di questi ragazzi possa morire, ho più impressione per i vivi. I morti sono dei recipienti usati e poi buttati via da qualcuno, li potrei guardare come se fossero bottiglie rotte. I vivi, invece, hanno questo terribile vuoto negli occhi: sono esseri umani che hanno guardato oltre la pazzia, e ora vivono abbracciati alla morte.
Non esiste uomo folle al punto di preferire la guerra alla pace. In pace i figli seppelliscono i padri, in guerra sono invece i padri a seppellire i figli.
Mi sento svuotata improvvisamente, come se gualcuno mi avesse tolto l'aria dai polmoni.
Guardo tutti come se fossero dei folli o come se io fossi la folle.
La battaglia contina finchè ad interromperla non è la voce del gigante che prendendomi sotto braccio urla:- Ho la Scrofa andiamo!!
Lo guardo con occhi di fuoco. Non sopporto essere chiamata con soprannomi tato stupidi. Non sono adatti alla mia persona!
Poi improvvisamente inizio a ridacchiare mentre quello strano individuo mi porta via con se. Rido per ciò che mi è tornato in mente dopo la rabbia.
Una frase da un libro che ho letto di recente: "Che cosa c'è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un'altra parola avrebbe lo stesso profumo soave.".
Una frase di Romeo e Giulietta di William Shakespeare.
Sento i muscoli del ragazzo irrigidirsi per la sorpresa. Poi smetto anchedi ridere iniziando a pensare dove potrei finire a causa di questi ragazzi. Poi solo buio.
Quando mi sveglio sono in una stanza... Sdraiata su qualcosa di morbido e setoso mentre una ragazza mi osserva.
E' una ragazza graziosa. Ha i capelli biondo scuro e lisci come la seta che le arrivano alle spalle, gli occhi sono color nocciola e sopra ad essi sono elegantemente posizionati un paio di occhiali con la montatura nera: Deve essere poco più alta di me e per quanto riguarda l'abbigliamento: porta una maglia bianca lunga fino a metà coscia con un teschio nero, Jeans, un cappello con visiera e un girocollo nero.
Sono certa che per educazione dovrei salutarla, ma non ho idea di cosa potrei dirle:- Hey ciao, tuo fratello e altri tre mi hanno rapita sapresti dirmi do'è l'usita?
Non sarei mai in grado di dire una cosa del genere.
Resto in silenzio così lei dice:- Ciao

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