CAPITOLO VENTISEIESIMO

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Un lampo di dolore gli attraversa gli occhi. Anche se è illuminato solo dalla luce della luna riesco a vedere un'ultima lacrima rotolare sulla sua guancia. Gli accarezzo il viso delicatamente e gli stampo un bacio sulla fronte.
—Fa male.— sussurra.
—Lo so. Passerá.— un sorriso forzato gli spunta sulle labbra.
—Faccio io il primo turno di guardia.— dice sottovoce cambiando bruscamente discorso. —Non dormirò in nessun caso.—
Annuisco e mi stringo a lui con la testa appoggiata al suo petto e le gambe avvinghiate alle sue. Il mio respiro si fa presto pesante e sprofondo in un sonno inquieto.

Quando sollevo le palpebre sta albeggiando. I primi raggi di sole della giornata sbucano attraverso le foglie dell'albero su cui stavo riposando.
—Perchè non mi hai svegliato per darti il cambio?— dico notando le sue marcate occhiaie scure.
—Non ce n'era bisogno.— distoglie lo sguardo.
—Invece sì. Oggi devi essere nel pieno delle forze.—
Lui sospira.
—Siamo rimasti in tre.— continuo
—Due contro uno. Dobbiamo trovare Cato.— annuncio in tono fermo.
—Non so se ci riesco.— dice mettendosi a sedere sul ramo e lasciando penzolare le gambe nell'aria.
—Devi.— sussurro appoggiando la mano sulla sua. —Non possiamo lasciare che Faccia di Volpe sia morta invano.— sentire il suo nome lo fa sussultare. —Dobbiamo vincere per lei.—
La tristezza abbandona per un attimo il suo viso per lasciare posto alla determinazione. Sono sicura di averlo convinto.

Scendo dall'albero con un balzo. Lui sistema il sacco a pelo nello zaino e me lo lancia. Salta giù dall'albero e atterra sull'erba bagnata di rugiada con una smorfia di dolore.
—Mi ero quasi dimenticato della gamba.— sussurra. La ferita non è ancora guarita del tutto.
—Mangiamo qualcosa.— propongo indicando un cespuglio di fragole poco lontano. Gale accende un fuoco per riscaldarci usando bastoncini e piccoli rametti per fare più fumo.

—Adesso saprà che siamo qui — dice lui. — Se è nei paraggi e ha visto l'hovercraft, saprà che l'ho uccisa e verrà a cercarci.—
—Non l'hai uccisa.— Mormoro.
Lui alza gli occhi al cielo e scuote la testa. Stacca una fragola dal cespuglio e le dà un morso.
Gale ha ragione. Questa potrebbe essere proprio l'occasione che Cato sta cercando.
—Aiutami, dobbiamo ingrandire la fiamma.— dice alzandosi. Si mette in bocca un'ultima fragola e poi inizia a raccogliere rami e arbusti.
—Sei pronto ad affrontarlo?— domando a Gale.
— Credo di sì. Uccidere Cato è l'unica cosa con cui riesco a distrarmi. Voglio che questa tortura finisca e voglio tornare a casa con te.— fa una pausa
—Se sa che siamo qui, lo sa e basta. Ma sa anche che siamo in due e magari pensa che stavamo inseguendo Faccia di Volpe e che io mi sia ristabilito, quando in realtá non è così. E il fuoco significa che non ci stiamo nascondendo, che lo stiamo invitando qui. Tu ti faresti vedere? — chiede.
—Forse no — rispondo.

Gale è un mago con i fuochi, riesce a tirar fuori una fiamma vivida dalla legna umida. In men che non si dica, delle radici, avvolte in foglie, cuociono tra i carboni. Raccogliamo piante a turno, guardandoci le spalle da Cato ma, come aveva previsto Gale, lui non si fa vedere.
Quando le erbe sono cotte, ne metto via la maggior parte, lasciando per ciascuno di noi solo qualche radice commestibile.
Voglio spostarmi più su, trovare un luogo più sicuro nel bosco, per accamparci, ma lui non è d'accordo con me.
—Restiamo qui, Katniss, Cato potrebbe comparire alla fine. —
—Non è prudente stare allo scoperto— obietto.
—Non possiamo tornare alla grotta?— chiede. — Non è molto lontana da qui ed è facile da difendere.—
Sospiro.
—Okay — lo accontento. Non me la sento di dirgli di no.
Sulle labbra gli spunta un debole sorriso e mi stampa un bacio sulla guancia.

Mentre camminiamo sfioro la faretra con le dita, giusto per accertarmi che le frecce siano ancora al loro posto. Adesso queste frecce sono cibo, sicurezza e la vita stessa. Gale mi prende la mano. Il suo gesto mi sembra quasi fuoriluogo. Siamo nell'Arena e stiamo facendo qualcosa di una normalità disarmante. Qualcosa che potremmo fare benissimo per le strade del Giacimento.
Disegna cerchi con il pollice sul dorso della mia mano come se volesse confortarmi anche se è lui quello che ha bisogno di essere confortato.

I 74° Hunger Games: GalenissWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu