Capitolo 15

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La sveglia turbò il mio sonno, e fui costretta ad aprire gli occhi e ad aspettare mia mamma.
Quanta voglia avevo di alzarmi da sola, sgranchirmi le gambe e camminare in giro per camera mia, ma ovviamente era impossibile.
Quella mattina avevo la visita dal medico.
Era il primo di gennaio del 2016, era un nuovo anno
Si dice sempre 'nuovo anno, nuova vita' ma la mia era sempre la stessa da ormai quasi cinque anni, tranne che nella mia vita era giunto Niall, era l'unica cosa positiva che mi fosse mai capitata, insieme ai nuovi amici che mi ero fatta.
Avevo legato tantissimo con loro, ed ero felice di ciò, almeno qualcosa di positivo nella mia vita era avvenuta.
Il capodanno non mi era mai piaciuto, certo determinava l'inizio di un nuovo periodo della vita ma non so, forse perché più crescevo più aumentavano le difficoltà, ma dovevo riuscite a superarle , con l'aiuto di Niall soprattutto.
Ieri poi non era stata una bella serata, i mie avevano litigato per tutto il tempo, per colpa del mio intervento;
Mio padre era contrario, mentre mia mamma avrebbe voluto provare, così fecero decidere a me dato che avevo ormai vent'anni e sapevo gestire le mie scelte.
E decisi di provarci, sarebbe andata come il destino avrebbe voluto, o avrei potuto camminare di nuovo e sarei rimasta per sempre in questa fottuta sedia a rotelle

Vestita e lavata, uscì con mia mamma.
Il viaggio in macchina fu silenzioso, non avevo nemmeno salutato mio padre, dopo il litigio di ieri non volevo nemmeno vederlo in faccia sinceramente, già il capodanno non mi piaceva, lui lo aveva reso ancora più peggiore.
In realtà sentivo varie volte i miei parlare di divorzio, facevo finta di nulla come sempre, ho sempre tenuto tutto dentro, e adesso avrei voluto solamente urlare e sfogarmi

Arrivai nello studio del dottore, e per una buona ora ci spiegò in cosa sarebbe consistito l'intervento.
La cosa che mi spaventò di più fu quando disse che se fosse andato tutto storto, avrei potuto perdere una gamba
Avevo pensato il più positivo possibile, ma ovviamente la mia speranza cadde a pezzi, a tutto avevo pensato, meno all'amputazione di una mia gamba
Trattenni per tutto il tempo le lacrime, mordendomi l'interno della guancia.
Il dottor Stevenson mi diede cinque giorni per pensarci, poi avrei assolutamente dovuto dargli una risposta definitiva

Ero terrorizzata, non stava accadendo sul serio
-cosa pensi di fare?- chiese titubante mia mamma
Non rispondi, appoggiai la testa al finestrino e cercai di non versare lacrime, cercai di pensare a qualcosa di bello, come mi aveva insegnato Louis e in effetti un po' funzionò
Tra due giorni sarei andata in Irlanda, avrei rivisto Niall e sinceramente non vedevo l'ora di riabbracciarlo, mi mancavano le sue forti braccia che stringevano la mia vita, i suoi dolci e umidi baci, la sua risata che mi trasmetteva voglia di vivere e i suoi occhi, quegli occhi azzurri che mi colpirono sin dal primo istante, ero innamorata di lui, lo avrei amato con tutta me stessa, sarebbe potuto essere l'unico ragazzo della mia vita, e in realtà, speravo che lo fosse, lo amavo, il mio cuore non conosceva ragione, quando si trattava di lui, ero felice
E poi avrei sentito quell'adorabile accento pronunciato da tutti gli abitanti del posto.

Tornammo a casa, mi feci accompagnare in camera, senza proferire parola, come ora più del solito facevo.
Rimasi lì seduta a guardare vecchie foto in un album trovato nel mio cassetto, erano foto d'infanzia, risi ai ricordi, una in particolare potrò malinconia in me
In quella foto c'era una bambina di nove-dieci anni che saltava in riva al mare e aveva un sorriso a trentadue denti, ero io
Ricordai quel giorno, il giorno in cui conobbi anche Louis, da quella vacanza al mare ci conoscemmo e non ci lasciammo più, la vacanza che mi ha portata a conoscenza del mio migliore amico.
Mi prese la nostalgia, così decisi di fare una chiamata skipe con lui

Era in linea, così ne approfittai
Al terzo squillo vidi la sua faccia assonnata comparirmi sullo schermo, era adorabile
-buongiorno Lou- dissi sorridendo
-buongiorno Cara- disse, poi guardò la sveglia e notò che era quasi ora di pranzo, in effetti si, avevo fame.
-dormito bene a quanto vedo- gli dissi, cercando di apparire il più normale possibile, ma lui mi conosceva da troppo tempo
-cosa è successo- chiese, abbassi lo sguardo
-riguarda i tuoi genitori, o le tue ruote? - si le chiamava 'le mie ruote' dato che non poteva dire gambe, annuì
Gli raccontai dell'intervento e versai qualche lacrima, ma cercai di riprendermi subito, non volevo rattristare anche lui, di certo ieri se la sarà spassata a qualche festa del posto, eravamo così diversi ma andavamo d'accordissimo
-riuscirai a passare l'intervento, se deciderai di farlo ovviamente, sei una ragazza forte, solo ti sei abbattuta troppo, anche io per la prima volta non so che dire, perché la perdita di una gamba è una cosa davvero rischiosa, ma sta a te decidere, qualsiasi cosa, ci sarò -
Disse per poi salutarmi e dirmi che domani sarebbe tornato, e che il giorno dopo mi avrebbe accompagnato all'aeroporto
Le sue parole si ripercuotevano nella mia mente, era un grande amico

Orami era sera ed ero già sdraiata nel letto, domani avrei finito di fare la valigia per l'Irlanda, sorrisi come un'ebete al pensiero
Mandai un messaggio a Niall
/dopodomani verrò da te, non vedo l'ora Niall/
La risposta arrivò subito, quasi stesse aspettando solo che un mio messaggio
/ci stavo pensando anche io, ho parecchie sorprese in serbo per te/
Sorrisi e scossi la testa
/bene, tra pochi giorni me le mostrerai, buonanotte Niall/
/buonanotte amore mio/
Il mio cuore si fracassò contro il mio petto, mi aveva davvero chiamata in quel modo
Ci sentivamo ogni giorno per messaggio, soprattutto in questi giorni di festa, per farci gli auguri, ma non mi aveva mai chiamata 'amore mio'
Quella sera mi addormentai felice e con il cuore in gola, finalmente qualcuno mi stava amando.
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Ecco qua, volevo scusami se i due capitoli precedenti non erano gran che ma non ero molto in forma, spero questo sia un po' meglio
Alla prossima

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