Capitolo 2

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Sbadigliai svegliandomi e cercando di riprendermi dalla posizione scomoda in cui avevo dormito.
Eravamo quasi arrivate ormai -ben svegliata dormigliona- disse mi sorella, mi limitai a farle una smorfia.
Dopo circa venti minuti passati a cantare vecchie canzoni trasmesse alla radio arrivammo in quello che doveva essere l'appartamento di mia sorella.
-Grazie Anne, ci vediamo domani a scuola- affermò mi sorella mentre scese dall'auto, dopo aprii il bagagliaio e prese la mia sedia a rotelle su cui poi mi mise sopra molto accuratamente.
Ringraziai gentilmente Anne per averci accompagnate e la salutai.
Mia sorella mi spinse ed entrammo nel piccolo ma accogliente appartamento.
Era molto semplice, moquette scura e muri bianchi, c'era un piccolo divano con la televisione e subito accanto la cucina; più infondo c'erano le due camere e un grazioso bagno.
-Allora che ne pensi?-chiese mia sorella
-Davvero carino- risposi sorridendo
-So che probabilmente hai fame quindi ora ti accompagno in camera e poi comincio a fare il pranzo, più tardi ti faccio fare il giro di New York- affermò
La ringraziai impaziente di scoprire i posti della città.
La mia camera aveva un piccolo letto singolo, una scrivania con una finestra da cui si vedevano già diversi grattacieli, e infine un'armadio.
Apri la valigia per iniziare a mettere apposto e vi trovai un piccolo regalo all'interno; aprendolo vidi che era un piccolo ciondolo regalatomi da mia madre, più tardi l'avrei ringraziata.
Sistemai tutto e mi spinsi fino in cucina per andare a mangiare.

Da quando sto su questa sedia a rotelle la mia insicurezza è aumentata ancora di più.
Erano tante le cose che mi piacevano ma che non posso più fare a causa della mia condizione.
È davvero difficile, delle volte mi rinchiudo in camera a pensare e il dolore si ripresenta in me, tutta la tristezza accumulata fuoriesce e mi ritrovo da sola a piangere perché so che non potrò mai più tornare come prima, delle possibilità c'erano, ma tutti i dottori che avevo visitato avevano solamente detto che avrei dovuto massaggiarmi bene le gambe ogni giorno oppure fare qualche esercizio, ma era stato tutto inutile.
Orami avevo imparato a conviverci, si vede che doveva andare così, tutto accade per una ragione, ciò che è scritto è scritto e io di certo non avrei potuto impedire che ciò accadesse.
Mi madre mi dice spesso che ho gli occhi spenti, che i miei occhi marroni non sono più accesi come una volta, ora sono più scuri e forse è vero perché insomma, anche se non lo dò a vedere, dentro di me non c'è più quella voglia di vivere, non sono più la ragazza forte di prima.

Finito di mangiare l'ottimo piatto di pasta cucinato da mia sorella, ci preparammo per fare un giro della città.
Mi misi dei semplici skinny jeans neri, per quando difficile metterli da seduta ci riuscii, e una semplice maglietta bianca a maniche corte.
Pettinai i miei lunghi capelli castani e li lascia morbidi sulle spalle; chiesi aiuto a mia sorella per farmi mettere la scarpe e subito dopo lasciammo l'appartamento.

L'aria che c'era a New York era fresca, la stagione cominciava a farsi sentire.
Facemmo un bellissimo giro; 'camminando' , se così si può dire, per le strade di quella città sembrava come essere dentro un film; il posto che mi colpii di più fu Central Park, immenso ma tranquillo.
La cosa che non mi piaceva ma che non avrei mai potuto evitare erano gli sguardi compassionevoli dei passanti, non volevo che qualcuno provasse pena per me, odiavo stare al centro dell'attenzione ma per colpa di questa sedia lo ero abbastanza.
Cercavo sempre di coprirmi il viso con le onde dei miei capelli, così che nessuno potesse guardarmi in volto.
Ero solo timida ed essere guardata mi metteva a disagio.

Comunque finito il giro, tornammo a casa, ma solo dopo aver mangiato un hot dog in uno degli stand che si trovano nelle strade affollate della città.

Ci preparammo per il giorno seguente.
La sveglia era impostata e mia sorella mi prese in braccio e mi porto a letto
-sai che pesi parecchio vero?- disse con voce affaticata
-beh mi piacerebbe riuscire a sentire il peso del mio corpo ma non posso quindi datti da fare sorella- Risi io
Scosse il capo e mi posò sul letto mi copri e mi augurò la buonanotte.
Prima di addormentarmi chiamai mia mamma e la ringrazia per il ciondolo, che stavo indossando, e le parlai un po' della giornata.
Subito dopo mandai un messaggio a Louis:
/Preparati per domani Tomlinson/
Aspettai la risposta che non tardò ad arrivare
/Sono pronto Handerson, ora vai a dormire e non fare nottata, festaiola/
Risi alla sua stupida affermazione e infine mi addormentai con l'ansia per il giorno seguente.
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OKAAY nel prossimo capitolo arrivano tutti i ragazzi
Ci sarà l'incontro di Cara e Niall 💘

Disabled ~n.h~Where stories live. Discover now