Capitolo 11

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Mentre la carne era sul fuoco Niall si avvicinò a me.
Stavo starnutendo di continuo.
-Non vorrei che ti ammalassi, ti presto dei vestiti asciutti- disse dolcemente
Annui ringraziandolo, mi imbarazzava un po' il fatto di dover indossare dei suoi vestiti, ma allo stesso tempo mi piaceva.
Tornò con una tuta e un maglione
-tieni il bagno è di sopra, vieni che ti accompagno- detto ciò allargai le braccia e lui mi prese in braccio, sembravo una bambina, e mi dispiaceva recargli così tanto disturbo, non volevo essere un peso.
Mentre saliva le scale io ero aggrappata alle sue forti spalle.
-mi dispiace darti così da fare, non voglio essere un peso- dissi timidamente
-non sei assolutamente un peso- disse e io sorrisi contro il suo orecchio
Niall aprì la porta e mi mise seduta vicino alla vasca
-appena avrai finito chiamami che arrivo- disse - emmh ce la fai oppure devo..?-
Feci un'espressione sconvolta, così tanto che Niall scoppio a ridere, e io arrossì come non mai.
-ce la faccio grazie- risposi velocemente, diventando paonazza
-non è ancora arrivato quel momento tranquilla- disse ammiccando e uscì dal bagno
Rimasi paralizzata, nel vero senso della parola, cosa intendeva dire con quel 'non ancora', la mia mente cominciò a vagare ma scossi la testa per cancellare certi pensieri e indossai i suoi vestiti, mi stavano parecchio larghi.
Avevano un buon profumo, misto tra uomo e ragazzo, e poi erano molto comodi.
Vicino alla vasca c'era uno specchio così mi diedi un'occhiata; i miei capelli erano ancora bagnati così allungai il braccio verso l'asciugamano più vicino e li asciugai
In quel momento entrò Niall con due bistecche. Risi spontaneamente per la buffa scena.
Capii il motivo che aveva causato la mia risata e scosse la testa divertito.
-pensavo di mangiare qui, lo so è un po' insolito- rise e io cercavo di trattenermi
Venne vicino a me e mangiammo scherzando e stuzzicandoci.
-ti stanno davvero bene i miei vestiti- sorrise
Abbassai lo sguardo e arrossii sorridendo
Probabilmente se qualcuno avesse visto questa scena ci avrebbe presi per psicopatici, ma ci stavamo divertendo, era questo che contava.

-è stata la prima volta che ho cenato dentro un bagno- dissi divertita
-anche per me- rise e appoggiò i piatti nel lavandino.
Eravamo seduti nel bordo della vasca e il silenzio regnava tra noi, stava guardando le mie gambe, che non si muovevano di una virgola così decisi di raccontargli del mio fatidico incidente, presi un grande respiro e cominciai a parlare

Niall's Pov

C'era parecchio silenzio, ma d'un tratto lei cominciò a parlare, e ciò che stava per raccontarmi mi lasciò spiazzato, me ne stava davvero parlando
-era una serata come questa, pioveva a dirotto- disse- stava per finire novembre ed ero così entusiasta perché per Natale sarei dovuta andare dai miei parenti in Italia, ma andò tutto storto- sorrise amaramente- quella sera mia sorella insistì per uscire, voleva andare ad una festa e voleva a tutti i costi che la compaginassi, avevo preso da poco la patente, e lei ne stava approfittando, dato che lei era stata bocciata a tutti gli esami pratici di guida- continuò , la stavo ascoltando intensamente , mi stava raccontando del perché di quella orribile paralisi e volevo sapere di più, così da poterla aiutare - alla fine accettai, i nostri genitori erano a cena fuori, sarebbe stata una sorta di fuga per lei, alle prese con le prime esperienze da ribella sai, io avevo sempre odiato le feste, non ne sono il tipo - annui, era vero, era così timida che non ce l'avrei mai vista ad una festa a ballare con tutta gente ubriaca, non era da lei, per questo mi piaceva, era diversa -così prendemmo la macchina e partimmo, andava tutto bene, finché mia sorella non cominciò a parlare al telefono - fece un respiro e continuò , le avrebbe fatto bene sfogarsi anche se credo che lo avesse già fatto con Louis, ma era comunque importante per me -d'un tratto fece un urlo che mi fece sobbalzare, quando riattaccó iniziammo a litigare, perché io insistetti sul fatto di smetterla di parlare al cellulare.
La litigata andò oltre, così oltre che mi distrassi e ad un incrocio un'altra macchina ci venì in contro ad alta velocità, io sterzai ma per colpa dell'asfalto bagnato andammo a finire lo stesso contro un'altra macchina e beh le mie gambe rimasero schiacciate- finì di raccontare ciò con le lacrime agli occhi e davvero il mio cuore perse come un battito immaginandosi quella scena.
Non se lo meritava, perché, mi chiedo il perché di queste disgrazie
Di istinto la abbracciai
-Sono sicuro che non è la fine di tutto, sei una ragazza forte, è stata un'enorme un'ingiustizia la tua, ti aiuterò, prometto che farò qualsiasi cosa, ma non ti lascerò cadere- dissi accarezzandole la schiena, mentre lei si sfogava contro il mio petto.

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