Chapter 16. A new beginning

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Mi svegliai a causa di un profumino proveniente dalla cucina, i miei sensi la mattina erano molti sviluppati quindi seppi distinguere la pietanza che aleggiava nell'aria: pancakes! Mi misi seduta a letto, non riuscivo ad alzarmi, il letto era troppo comodo e caldo da farti restare tra le coperte. Ricaddi con la testa sul cuscino a braccia aperte, tipo la posizione dell'angelo sulla neve.
Un David a torso nudo e con solo dei leggeri boxer neri addosso, fece la sua entrata in camera mia con un vassoio strapieno di pancakes, succo d'ananas, dolcetti al cioccolato e una rosa gialla in un piccolo vaso. Adesso potevo imprimere questo risveglio nella mia testa come il migliore in assoluto; la colazione pronta, i raggi del sole che filtravano dalla finestra coperta dalle tende e l'uomo più affascinante che avessi mai visto in tutti i miei ventidue anni di vita.
-Buongiorno, principessa.- disse David appoggiando il vassoio sulle mie gambe e sedendosi di fianco a me.
Secondo me, stavo ancora dormendo e tutto questo era semplicemente un sogno: bello ma pur sempre un sogno.
-Mi hai chiamata "principessa"?- dissi per assicurarmi di non prenotare una visita ad un tecnico audiometrista.
-Non ti piace? Se vuoi ti posso chiamare in un altro modo.- disse un po' preoccupato e allo stesso tempo triste.
-No!- mi affrettai a dire o meglio, gridare.
-Mi piace, è solo che devo ancora farci l'abitudine ad un David pandoso e coccoloso.- dissi ridacchiando e lui con me.
Si avvicinò al mio viso e mi stampò un bacio all'angolo della bocca, quando si staccò feci un verso di disapprovazione.
-Che c'è, piccola?- disse con un leggero ghigno che contornava gli angoli delle sue labbra.
-Niente.- mentii, alzando la testa per imitare una donna altezzosa.
David mi attirò a lui e mi feci coccolare tra le sue forti braccia, erano e saranno sempre il mio posto preferito in cui stare. Mi sentivo protetta, sarà una cosa sciocca ma non volevo staccarmi da lui anche se per la mia mente perversa balenava già l'idea di incollarmici con il Super Attak.
David continuava ad accarezzare i capelli, lisciando alcune ciocche mentre io ero intanto ad assaporare quelle delizie e rilassarmi sotto il suo tocco. Finito di fare colazione, portai tutto in cucina e cominciai a lavare i piatti.
-Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?- mi chiese David spuntando da dietro di me. Sussultai per lo spavento, non mi aspettavo di trovarmelo alle spalle.
-Quando un troglodita dell'età preistorica mi ha buttata a terra senza chiedere scusa?- dissi ironica.
Il suo petto entrò a contatto con la mia schiena e le sue braccia mi circondarono la vita, mi accoccolai mentre lavavo il piatto utilizzato stamattina.
-Non è colpa mia se una ragazzina mi è venuta addosso vedendo la mia bellezza!- disse vantandosi.
-Alcune volte mi chiedo se tu fossi stato un pavone in una vita precedente.- dissi ridacchiando.
-Non importa, ero lo stesso bello.- scherzò.
David mi fece voltare e mi stampò un bacio, prese ad accarezzarmi i fianchi e ad avvicinarsi sempre di più. Potevo sentire il suo petto da sotto la camicia, quanto vorrei toccare i suoi addominali ma reprimo il mio istinto da lupa in calore. Però c'è da notare che non si può resistere ad un corpo come il suo, quindi tutto ciò mi rende fiera di me stessa perché se fosse stata un'altra persona al posto mio, si sarebbe già fiondata in un batter baleno su quel bel pezzo di manzo.
-Togli le mani dal mio sedere, David Smith!- lo rimproverai giocosamente.
-Come puoi chiedermi una cosa del genere? È dal primo momento che ti ho vista che volevo farlo!- esclamò facendo un finto broncio.
Mi armai di coraggio ed alzandomi in punta di piedi, gli morsi il labbro inferiore. Non può tentarmi in questo modo, non può farlo!
Poggiò una mano dietro la mia nuca e avvicinò maggiormente il mio viso al suo, con un scatto si fiondò sulle mie labbra e da lì nacque un bacio passionale. Sentivo i soliti bisonti ma questa volta con loro c'erano anche degli unicorni impazziti che galoppavano a destra e manca.
La sua lingua picchiettò sul mio labbro inferiore ed io acconsentì l'accesso, essa esplorava e cercava la mia. Le mie braccia circondarono il suo collo e le mie mani si fecero strada nei suoi capelli setosi, meno male che non usava il gel. David emise un basso ringhio e con mia sorpresa mi sollevò sul bancone della cucina, si fece spazio tra le mie gambe e restando abbracciati continuò a baciarmi come se non ci fosse un domani. La mia mente era annebbiata, anche lei come me non riusciva ad agire o meglio pensare al contatto col suo corpo. Era come se David fosse il mio punto debole ma anche la mia forza, forse era così ma me ne accorsi troppo tardi.
Ci staccammo, avevamo il fiato pesante per l'impeto e la passione provata.
-Vanessa.- mi chiamò David ansimando. Alzai lo sguardo e mi persi nei suoi occhi color cioccolato fuso, saranno il mio posto preferito in cui rifugiarmi.
-David.- dissi contro le sue labbra.
Mi baciò un'altra volta ma questo era un semplice bacio a stampo.
-Dobbiamo andare a lavoro ed è tardi quindi alza il tuo bel culetto dal ripiano e vatti a vestire.- mi ordina guardandomi maliziosamente.
-Hai appena detto che ho un bel sedere?- dissi ridacchiando.
-Sì, non si era ancora capito?- chiese retoricamente.
-Ehm...grazie del complimento ma non guardare il mio sederino!-
David rise fragorosamente e si andò a cambiare mentre io andai in bagno.

Ero nel mio ufficio, dopo la fantastica mattinata passata con David, entrambi tornammo alle nostre vite. Lui, capo della Smith Enterprises ed io la sua assistente. Abbiamo promesso di tenere una relazione tra capo-impiegato solamente a lavoro e per me va bene, basta che non diventi il David freddo e distaccato che era una volta.
Un bussare alla porta mi distoglie dai miei pensieri, una figura si affacciò e da essa sbucò il signor Smith.
-Posso esserle d'aiuto?- chiesi gentilmente.
-Ci sono tanti modi con cui aiutarmi.- disse malizioso, facendo un passo avanti.
-Ti avverto che non farò nemmeno una cosa di ciò che pensi, intesi?- dissi, capendo già le sue intenzioni. Quando faceva così mi sembrava un maniaco sessuale, era stressante a volte ma lo prendevamo entrambi alla leggera.
-Peccato.- disse facendo il finto dispiaciuto.- Volevo portarti a pranzo ma se non vuoi posso chiamare sempre Kate.-
Vi prego, fate in modo che quella ragazza sparisca dalla faccia della terra.
-Allora vai con Kate.- dissi acidamente.
David si avvicinò e mi prese tra le sue braccia.
-Io voglio andarci con la mia tigre, quindi che si fa?- disse dandomi un bacio sulla guancia.
-Offri tu?- chiesi innocentemente.
Fece segno con il capo, così dissi:- Affare fatto ma che sia chiaro: nomina un'altra volta il nome di quello scheletro vivente che ti ritrovi nella tua futura tomba.-
-È una minaccia, tigre?- disse mordicchiandomi il lobo.
-No.- ansimai.
-È solo un avvertimento.- continuai.

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Spazio autrice:
Ehi bella gente! Sono viva, se ve lo state chiedendo! 👐
Mi sto preparando psicologicamente per il rientro a scuola, non voglio ritornare in quel carcere! AIUTO.
Btw, che ve ne pare del capitolo? L'ho voluto dividere in due parti sennò usciva uno di quelli lunghi noiosi.
Non mi trattengo molto quindi: buona lettura💕
Se vi è piaciuto il capitolo, votate e commentate! Alla prossima;

-Isa

Ragione e sentimento  [IN REVISIONE]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt