Chapter 15. I thought you were better, David

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Dal capitolo precedente.
Mi prese per i fianchi e si avvicinò alle mie labbra, stavamo quasi per baciarci ma una persona ci interruppe. Ci doveva essere sempre una persona in mezzo alle palle? Dio, aiutami tu per non prenderlo a sprangate in faccia!
-Bene, bene. Vedo che qualcuno si sta divertendo, dico bene Taylor?- disse lui con un ghigno stampato in faccia.

-David.- pronunciò Matt tra i denti.
-Dimmi, Taylor.- disse il signor Smith tranquillamente.
Certo che è proprio bastardo il nonnetto, pensai tra me e me.
-Che cosa ci fai qui, David?- dissi il più fredda e distaccata possibile.
-Segreto professionale.- rispose con nonchalance.
-E questo segreto comprende scopare con la mia vicina di casa?- dissi, incrociando le braccia al petto.
-Forse sì, forse no.- rispose lui sfidandomi con lo sguardo.
Passammo un bel po' di tempo in silenzio, il ragazzo circondava la mia vita con le sue braccia e il signor Smith non smetteva di fissare in cagnesco le mani appoggiate sul mio grembo. Sembrava una di quelle scene da film strappalacrime in cui il ragazzo diventa geloso vedendo un altro toccare la sua amata, ma in questa storia io non era l'amata di David e lui non era geloso.
-Guardati.- esclamò Matt, poi continuò la sua frase:- Sei fidanzato e non mi sorprende che la tua ragazza abbia più corna di un cervo. Mi dispiace solo per la sua dignità.-
-Non te ne deve fregare un cazzo della mia vita, okay?- urlò David.
-Abbassa la voce, puoi disturbare il vicinato con le tue urla.- lo rimproverai.
-Vanessa, Vanessa, Vanessa.- sospirò contrariato.
-Ancora non hai capito che ti sta solamente usando per farmi del male?- continuò il signor Smith.
Il mondo non gira intorno a te, coglione.
-Con tutto il rispetto ma: chi si crede di essere? Viene qua, a notte fonda, per farmi una ramanzina quando l'unica persona che la debba subire è lei? Si sta comportando come un ragazzino immaturo.- dissi quasi urlando.
-Non ti permetto di parlarmi in questo modo!- esclamò David avvicinandosi di più a me.
A quella distanza potevo vedere i suoi occhi brillare, ma avevano una strana scintilla. Erano come velati da una rabbia repressa, delusione e anche tristezza; non so a cosa sia dovuto quest'ultimo, ma vedere il signor Smith in questo stato, soprattutto sapendo che tipo di persona sia, è sorprendentemente scioccante anche perché lui non è il tipo che riesce ad esternare i suoi sentimenti o semplicemente i suoi pensieri.
-Vanessa, ascoltami bene.- disse David implorandomi con lo sguardo.
-Qualunque cosa ti dica o ti faccia credere, tu- e mi indicò con un dito:- non dargli corda. Per favore, credimi almeno questa volta.-
Forse lui aveva ragione, forse non era la persona che io credevo che fosse, forse le sue parole un giorno sarebbero state vere ma dopotutto io non sapevo ancora fidarmi del suo essere, delle sue parole perse per aria, delle sue gesta. Un sentimento inspiegabile si fece spazio dentro di me, non lo saprei descrivere ma era straziante, come un dolore o una morsa al petto che non ti lascia più respirare. Vedere il signor Smith, ridotto ad implorarmi con lo sguardo, era decisamente un miracolo ma si sa che le cose belle durano poco e questo lo avrei dovuto capire prima di cedere ai suoi occhi, prima di esternare le mie emozioni e prima di fidarmi. Perché sì, un giorno mi sarei fidata ciecamente di David Smith e quel giorno sarebbe stato il più bello della mia vita ma c'è ancora tempo per parlarne.

Il giorno seguente.
Oggi sarebbe dovuto essere una giornata tranquilla, peccato che la mia vita non lo sia mai stata. La sfiga mi persegue ancora, nonostante io abbia ventidue anni suonati.
C'era un rinfresco prima del gran galà dovuto al successo finanziario della Smith Enterprises, erano stati invitati tutti i dipendenti e io ci sarei dovuta andare con Matt. Non mi crea problemi stare con lui ma dopo la sera precedente e le parole del signor Smith, non saprei come comportarmi.
Megan mi consigliò di indossare l'abito bianco che lasciava buona parte della schiena scoperta e cadeva morbido sui fianchi per poi scendere giù per le gambe stringendo in vari punti ed impedendomi certi movimenti, delle decoltè color carne in piedi e per finire in bellezza un bracciale al polso destro; il trucco era semplice e leggero, niente di complicato, e la capigliatura era una coda alta fatta con una ciocca di capelli per tenergli in saldo senza l'uso di un elastico. Per una volta nella vita posso dire di aver indossato qualcosa di estremamente elegante, dovrei ringraziare Megan per il suo aiuto e soprattutto per la pazienza avuta con me.

Ragione e sentimento  [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now